Nuove tariffe in sanità, Uap: “Un disastro per la salute dei cittadini e per le aziende sanitarie del Sud”


In una nota, l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata tuona contro il nuovo Nomenclatore Tariffario che sta provocando enormi disagi, mette a rischio la salute dei cittadini e crea disparità tra Nord e Sud

Pubblicato:21-01-2025 13:02

Ultimo aggiornamento:21-01-2025 13:02


ROMA – La Presidente dell’U.A.P., l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata, Dott.ssa Mariastella Giorlandino, unitamente alle maggiori associazioni di categoria rappresentative delle 27.000 strutture sanitarie accreditate, compresa l’ospedalità accreditata, precisa che l’U.A.P. non fa politica, ma agisce a tutela della sanità pubblica e della sanità privata autorizzata e convenzionata, per garantire una medicina di precisione e per la salvaguardia della salute dei cittadini italiani.
Nonostante le ripetute richieste di partecipare a Tavoli di confronto presso il Ministero della Salute, siamo stati convocati solo all’incontro del 12 luglio scorso, precisa la Dott.ssa Giorlandino, e poi improvvisamente il 14 novembre è stato approvato un Nomenclatore Tariffario di cui non abbiamo avuto alcuna spiegazione, che crea un disastro per la salute dei cittadini, inapplicabile perché pretende di erogare servizi sanitari sotto costo con tagli ai rimborsi inaccettabili e con codici inadeguati che stanno bloccando l’operatività dei medici di base di tante regioni del Sud Italia in piano di rientro.

IERI LA CONFERENZA STAMPA

Alla conferenza stampa presso la Club House di Piazza Montecitorio n. 116, moderata da Alessandro Cecchi Paone, a cui è stato invitato anche il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, saranno presenti Maria Grazia Cucinotta, sempre pronta a difendere la salute delle persone fragili, Mons. Paglia, il Presidente di ANMED, Dott.ssa Elisa Interlandi, il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici, Dott. Filippo Anelli, il Presidente dell’Ordine dei Medici del Lazio, Dott. Antonio Magi, il consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e rappresentante AIFA, Prof. Giovanni Carnovale, il Dott. Pierino Di Silverio, il Presidente di FederAnisap, Dott. Valter Rufini, il Direttore Generale di A.I.S.I., Dott. Giovanni Onesti, il rappresentante dell’AIOP della Regione Lazio, Dott. Maurizio Picozzi, il Presidente di Confapi Lazio, Dott. Massimo Tabacchiera, il Presidente di CONFAPI Salute, Università e Ricerca, Dott. Michele Colaci, il Presidente di AMSI, UMEM e Unire per Unire, Prof. Foad Aodi, il Rappresentante Confapi Puglia, Dott. Aldo Allegretti, il Presidente di FederBiologi, Dott.ssa Elisabetta Argenziano, il Dott. Tommaso Cerno, il Presidente GIMBE, Dott. Cartabellotta, oltre ai maggiori esponenti delle Istituzioni e del mondo della politica, tra i quali il Sen. Gasparri, il Sen. Domenico Gramazio, l’On.le Renata Polverini, l’On.le Lacarra, l’On.le Faraone, l’On.le Maria Elena Boschi, l’On.le Cesa, l’On.le Crippa, oltre ad ulteriori importanti figure che stanno aderendo, nonché i rappresentanti dei sindacati, tra cui il Dott. Petriccioli e la nuova sezione “fornitori” dell’U.A.P., fortemente colpita dai tagli del nomenclatore e costretti a chiudere, come tutto l’indotto che ruota attorno alla sanità.

“GRAVI PROBLEMI E DISPARITÀ TRA NORD E SUD”

L’U.A.P. vuole informare i cittadini italiani delle gravissime problematiche derivanti dall’applicazione del Decreto Tariffe sia per gli ospedali pubblici, che per quelli privati e per le strutture private accreditate, in quanto sarà impossibile l’erogazione dei servizi essenziali e l’abbattimento delle liste di attesa.
In particolare, l’U.A.P. vuole chiarire che la sospensiva del nomenclatore richiesta da U.A.P., AIOP, ANISAP e successivamente da ANMED, concessa il 30 dicembre e annullata solo qualche ora dopo, avrebbe tutelato i cittadini italiani evitando i disagi e i disservizi causati agli stessi da una politica che nega l’accesso alla tutela della salute.
In particolare, l’U.A.P. vuole dimostrare agli italiani – dati alla mano – la disparità tra l’Italia del Nord, che ha potuto adeguare le proprie tariffe non essendo in piano di rientro, e quella del Sud, che invece essendo in piano di rientro ha dovuto subire tali tariffe che prevedono tagli drastici, come negli esempi qui di seguito riportati, che porteranno alla chiusura delle aziende sanitarie del Sud Italia e al danno erariale degli ospedali pubblici.

Per l’esame del PSA Reflex (PSA + PSA Free), esame necessario per l’individuazione di una patologia tumorale, il precedente tariffario prevedeva un rimborso di € 14,82 (tariffa ferma da 20 anni), oggi l’attuale nomenclatore prevede un rimborso per entrambi gli esami di soli € 3,95.
Per l’esame del D Toxoplasma (anticorpi IgG e IgM) con eventuale test di avidità è previsto un rimborso di € 8,50 a fronte del precedente rimborso di 23,37.
Per la visita cardiologica comprensiva di ECG, il precedente tariffario prevedeva un rimborso di € 24,53 ed oggi l’attuale nomenclatore prevede un rimborso di € 17,90.
Ci si chiede come sia possibile parlare di PMA (procreazione medica assistita) e nel frattempo rendere inaccessibili proprio quegli esami clinici di routine che accertano se una donna corre rischi in caso di gravidanza, individuando eventuali citomegalovirus o la rosolia e la toxoplasmosi.
Per aggiungere i nuovi LEA è stata usata la stessa coperta troppo corta, che se da un lato ha consentito l’introduzione di nuovi LEA, dall’altro ha effettuato dei tagli inammissibili. Com’è possibile consentire un errore di questo tipo? Soprattutto considerando che i fondi a disposizione erano stati stanziati dalla Ragioneria dello Stato, ma che non sono stati usati tutti. Sarebbe bastato aggiungere solo i nuovi LEA aggiornando il Decreto Balduzzi con l’ISTAT.

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