Nuovo Giornale Nazionale – COSA ACCADRA’ IN IMMEDIATO CON IL RITORNO DI TRUMP

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di Sergio Restelli

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti si preannuncia carico di tensioni, promesse radicali e un’agenda politica che mira a ribaltare quanto fatto dall’amministrazione Biden. Gli eventi dell’insediamento, previsti Washington con cerimonie all’aperto, sono stati adattati al maltempo, ma nulla sembra poter rallentare il ritmo che Trump intende imprimere già dal primo giorno del suo mandato.

GLI ORDINI ESECUTIVI: UN’AZIONE IMMEDIATA

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Trump ha pianificato di firmare tra i 50 e i 100 ordini esecutivi nelle prime ore della sua presidenza, un segnale forte per riaffermare il controllo e consolidare la sua visione politica. Tra le misure più attese figura la dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale al confine tra Stati Uniti e Messico. Questo provvedimento rappresenta un punto centrale della sua agenda, volto a contrastare l’immigrazione illegale e a rafforzare la sicurezza nazionale.

Si tratta di un tema caro alla base politica del movimento “Make America Great Again” (MAGA), che ha spesso espresso il desiderio di un approccio più rigido alle politiche migratorie rispetto alle misure adottate da Biden. L’obiettivo dichiarato è non solo quello di limitare i flussi migratori, ma anche di affrontare presunti crimini transfrontalieri, rafforzando il controllo del confine meridionale degli Stati Uniti.

UNA CAMBIO NEL DIPARTIMENTO DI STATO

Questo atteggiamento,pur essendo coerente con il modus operandi di Trump, solleva interrogativi sul futuro delle relazioni diplomatiche degli Stati Uniti, soprattutto considerando che molti di questi funzionari rappresentavano figure chiave in scenari geopolitici delicati.

LA QUESTIONE DELLE DEPORTAZIONI DI MASSA.

Uno dei temi più controversi della nuova presidenza Trump è la promessa di avviare quella che lui stesso ha definito “la più grande deportazione della storia”. L’intenzione è di intensificare l’espulsione di immigrati irregolari, un’azione che sta già scatenando un acceso dibattito politico, sociale e religioso. Il cardinale Blaise Cupich, da Città del Messico, ha espresso un netto rifiuto a qualsiasi piano di deportazione di massa: ”ci opporremo a qualsiasi piano che preveda la deportazione di massa dei cittadini statunitensi nati da genitori privi di documenti”. Anche Papa Francesco è intervenuto, definendo questa politica un’ingiustizia che fa pagare ai più poveri il prezzo degli squilibri globali. Le parole del pontefice e di Cupich riflettono una crescente preoccupazione per le conseguenze umanitarie delle politiche di Trump, che rischiano di dividere famiglie e creare nuove emergenze sociali.

LA REAZIONE DEL PAESE

La polarizzazione politica negli Stati Uniti è più evidente che mai. Da un lato, i sostenitori di Trump che vedono in queste mosse un ritorno alla forza e al rigore che, secondo loro, erano mancati sotto l’amministrazione Biden. Dall’altro, i critici temono che queste decisioni radicali possano danneggiare non solo l’immagine internazionale del Paese, ma anche i suoi valori fondanti, come la solidarietà e l’inclusione. Le organizzazioni per i diritti umani e le comunità di migranti si preparano a opporsi a queste misure. Gruppi di attivisti e leader religiosi stanno già mobilitando risorse per sostenere coloro che rischiano di essere deportati, mentre alcuni Stati a guida democratica promettono di sfidare legalmente gli ordini esecutivi di Trump.

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UNA PRESIDENZA CHE PROMETTE AZIONE

Quello che emerge chiaramente è la volontà di Trump di imprimere immediatamente il suo marchio sulla presidenza. La firma di così tanti ordini esecutivi in un solo giorno non è solo un atto amministrativo, ma un segnale politico: il ritorno del “Tycoon Presidente” è sinonimo di azione rapida, decisioni controverse e un’agenda volta a ridefinire le priorità del Paese.  Il suo approccio, come sempre, è divisivo e spettacolare. Gli eventi inaugurali, inclusa la firma pubblica di alcuni ordini esecutivi alla Capital One Arena, sottolineano il desiderio di Trump di mantenere il contatto diretto con i suoi sostenitori, utilizzando ogni occasione per rafforzare il legame con la sua base elettorale. Il ritorno di Donald Trump segna l’inizio di un capitolo turbolento nella politica statunitense. Le sue prime mosse, dall’immigrazione alla riorganizzazione del governo, indicano un percorso fatto di decisioni drastiche e cambiamenti radicali. Sarà interessante osservare come il Paese e il mondo reagiranno a questa nuova fase della sua presidenza, dove ogni azione promette di essere tanto decisiva quanto controversa.

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