Bologna, l’assessore alla Sicurezza idraulica della città: «I costi iniziali dei lavori attorno ai 200 milioni». Serve un Piano speciale
«Una capacità di collaborazione importante» e un desiderio comune «di fare squadra». Dopo la prima assemblea civica di lunedì sera indetta dal Comune di Bologna per incontrare – insieme all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile e ad Arpae – i residenti di via Andrea Costa, Brizio, Guerrini e limitrofe colpite dall’alluvione dello scorso ottobre, ieri (martedì 21 gennaio) è stato il momento delle prime impressioni.
Cabina di regia degli interventi
Il primo a essersi detto soddisfatto del primo di un più lungo ciclo di incontri che punterà a riunire anche i residenti di altre zone danneggiate è stato il sindaco Matteo Lepore, che ha appunto confermato la volontà di «fare squadra con i cittadini» e di coinvolgere l’intera comunità «passo passo, su tutti gli interventi da fare insieme alla Regione», a partire da quelli più a breve termine fino a quelli strutturali di lungo periodo. Rassicurazioni importanti sono arrivate proprio sugli interventi urgenti (al centro della maggior parte delle domande poste lunedì in assemblea al cinema Bellinzona ma anche di quelle ricevute da Palazzo d’Accursio via mail dalla cittadinanza), messi anche nero su bianco quali lavori da effettuare subito nella lettera d’intenti firmata nei giorni scorsi da Comune di Bologna, Città metropolitana e Viale Aldo Moro per la creazione di un’unica cabina di regia degli interventi tra le stesse tre istituzioni per affrontare in modo condiviso e congiunto la messa in sicurezza del territorio di Bologna.
Il sopralluogo di de Pascale
Si tratta del ripristino, entro marzo circa, della copertura divelta del Ravone in via Andrea Costa, Zoccoli, Brizio e via Monte Nero. «Abbiamo rassicurato sul fatto che tali quattro punti critici verranno coperti», ha ribadito il primo cittadino, esattamente come fatto anche dall’assessore con delega alla Sicurezza idraulica della città Daniele Ara, che ha anche assicurato come i sopralluoghi per una verifica complessiva della tombatura del Ravone siano già in corso a opera «della Regione e tramite droni, così da mappare eventuali strozzature e pulizie specifiche da fare». «Entro la primavera si lavorerà dunque sul ripristino e verrà portato avanti il lavoro di pulizia dei corsi d’acqua, non solo sul Ravone ma anche, per esempio, sul Navile — ha aggiunto Ara —, sul quale lunedì ha effettuato un sopralluogo il presidente della Regione Michele de Pascale insieme al sindaco di Castel Maggiore. Sull’asta del canale Navile credo sia importante lavorare insieme, Comuni e Regione, coinvolgendo anche le associazioni e i comitati attivi nella valorizzazione del canale».
Gli interventi strutturali
Altri interventi a breve termine, ha poi proseguito Ara, ma ancora in fase di valutazione, potrebbero essere quelli «sull’Aposa», senza dimenticare quelli in tratti demaniali o di titolarità o in concessione a privati, mentre è al momento impossibile fare ipotesi sui tempi di realizzazione degli interventi strutturali, come potrebbero essere le vasche di laminazione o i canali scolmatori. Un’unica stima, avanzata dal sindaco e confermata anche dall’assessore, potrebbe essere quella dei costi iniziali, intorno ai «200 milioni di euro — ha ricordato Ara —. Ma è assolutamente prematuro fare previsioni sui tempi, anche perché sull’alluvione di ottobre ancora non si sa quale sia l’atteggiamento dello Stato». Proprio per la complessità di tali interventi strutturali e di lungo periodo, la richiesta è quella di Piani speciali dedicati a Bologna; città che, come è stato detto anche in assemblea, potrebbe essere potenzialmente tutta alluvionabile. «La nuova situazione climatica impone un salto di qualità — ha spiegato l’assessore —, sia da un punto di vista dei progetti sia da quello degli investimenti. Un conto sono i lavori di ripristino, un altro è il ragionamento sull’adeguamento alle nuove esigenze climatiche dei canali, in particolare quelli tombati, e sul trattenimento dell’acqua. L’obiettivo è non farla arrivare tutta nello stesso momento giù dalla collina: per fare tutto questo, con studi e risorse che non sono nella disponibilità del Comune, sono necessari Piani speciali». Anche per questo la richiesta è ancora una volta quella di unificare la gestione delle ricostruzioni post alluvioni del 2023 e del 2024 sotto lo stesso commissario Fabrizio Curcio: «Siamo ottimisti — ha concluso Ara —, da Bologna può arrivare un esempio positivo di collaborazione tra istituzioni, senza sciacallaggi vari, e quella dell’unificazione dovrebbe essere la naturale conseguenza».
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