Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti della Settimana)

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SEDE REFERENTE
Martedì 21 gennaio 2025. — Presidenza del presidente della XI Commissione, Walter RIZZETTO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze, Lucia Albano.
La seduta comincia alle 13.30.

Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa.
C. 1573 d’iniziativa popolare, C. 300 Cirielli, C. 1184 Molinari, C. 1299 Faraone, C. 1310 Mollicone e C. 1617 Foti.
(Seguito dell’esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 gennaio 2025.

Arturo SCOTTO (PD-IDP) chiede l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Walter RIZZETTO, presidente, a seguito della richiesta dell’onorevole Scotto, non essendovi obiezioni, dispone l’attivazione dell’impianto audiovisivo a circuito chiuso.
Ricorda che nelle precedenti sedute sono state esaminate le proposte emendative fino all’articolo 4 e sono state accantonate le proposte emendative relative agli articoli da 5 a 7.

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Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, intervenendo anche a nome della relatrice per la VI Commissione, onorevole Cavandoli, rileva che – diversamente da quanto disposto nella seduta del 15 gennaio – è possibile procedere all’esame degli emendamenti riferiti all’articolo 5 del provvedimento.

Walter RIZZETTO, presidente, preso atto di quanto chiarito dal relatore Malagola, invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 5 della proposta di legge.
Avverte inoltre che le proposte emendative Mari 5.1 e Carotenuto 5.4 sono state ritirate dai presentatori.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, intervenendo anche a nome della relatrice per la VI Commissione, onorevole Cavandoli, esprime parere favorevole sull’emendamento Bagnai 5.6.
Invita quindi al ritiro degli emendamenti Aiello 5.3, Volpi 5.2 e Giaccone 5.5, esprimendo altrimenti parere contrario.

La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo in dichiarazione di voto sull’emendamento Bagnai 5.6, evidenzia come – a sua memoria – le norme contenute nell’articolo 5 della proposta in esame, in tema di partecipazione dei lavoratori nelle società a partecipazione pubblica, non fossero contemplate nelle proposte di legge abbinate presentate dalla maggioranza e come il parere dei relatori sull’emendamento soppressivo in esame confermi la linea sul punto del Governo. Rammenta che il suo gruppo parlamentare ha invece presentato emendamenti intesi a rafforzare tale partecipazione.
Evidenzia come sia difficile attuare compiutamente l’articolo 46 della Costituzione in mancanza di una norma che preveda l’effettiva partecipazione dei lavoratori nei consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica e ritiene che la soppressione dell’articolo 5 costituisca un significativo arretramento rispetto allo spirito originario della proposta.
Teme dunque che dietro la soppressione dell’articolo 5 vi siano ulteriori ragioni, quali la volontà di agevolare processi di privatizzazione di asset pubblici messi in campo dal Governo, rispetto ai quali la maggioranza vede come un ostacolo la partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione, all’evidente scopo di avvantaggiare i futuri acquirenti di tali asset. Conclude qualificando come un errore la soppressione dell’articolo 5.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), ricollegandosi all’intervento del collega Scotto, richiama le proposte emendative presentate dal suo gruppo agli articoli precedenti, che non sono state accolte. Con riferimento all’articolo 5, evidenzia che il suo gruppo parlamentare riteneva insufficiente la formulazione del testo base in ordine all’obbligatorietà della partecipazione prevista. A tal fine, il gruppo del Partito Democratico ha presentato emendamenti volti non soltanto a garantire l’obbligatorietà, ma anche a conferire poteri effettivi ai rappresentanti dei lavoratori nell’ambito del consiglio di amministrazione, tra cui, per esempio, l’esercizio di un veto temporaneo, volto a consentire l’apertura di un confronto sindacale, nel caso in cui il rappresentante dei lavoratori si trovi di fronte a scelte che ritiene in contrasto con gli interessi dei lavoratori medesimi. A suo avviso, la soppressione dell’articolo 5 non solo elimina l’obbligatorietà di tale forma di partecipazione, ma sopprime del tutto l’effettiva possibilità per i lavoratori di partecipare al consiglio di amministrazione delle società partecipate; conclude affermando di non comprendere la logica di tale soppressione.

Claudio Michele STEFANAZZI (PD-IDP), ricollegandosi agli interventi dei colleghi che l’hanno preceduto, evidenzia le peculiarità della fase storica attuale, che vede le società a partecipazione pubblica coinvolte in un processo di riorganizzazione complessiva, in una congiuntura internazionale del tutto peculiare che implica specifiche scelte, soprattutto con riferimento alle grandi società del settore energetico.
A suo avviso tali scelte si stanno accompagnando a politiche di dismissione di storici investimenti, in alcune aree del Paese. Si chiede quindi se, in questa fase così delicata, le cui conseguenze saranno valutabili solo nel tempo, non debba essere un passaggio obbligato prevedere forme di partecipazione dei lavoratori in fasi che reputa cruciali. Si associa ai timori manifestati dal collega Scotto riguardanti la convinzione – da parte del Governo – che il destino di alcune di queste società sia indissolubilmente legato all’ingresso di nuovi capitali finanziari, e che tale circostanza obblighi a mettere da parte una discussione che, invece, ritiene sia fondamentale per il Paese.

Emiliano FENU (M5S) condivide le considerazioni dei colleghi che l’hanno preceduto, ritenendo che il Governo si sia accorto che l’articolo 5 potrebbe essere di ostacolo all’intento, peraltro esplicitato in più occasioni, di privatizzare gradualmente alcune società partecipate attraverso la cessione di quote delle stesse a soggetti esterni alla pubblica amministrazione. Rammenta al riguardo che risale a pochi mesi fa il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che regolamenta la privatizzazione di Poste Italiane. A suo parere, la maggioranza teme le conseguenze di un’eventuale approvazione dell’articolo 5, che rischia di disincentivare i potenziali acquirenti dall’ingresso nel capitale di società in cui i lavoratori partecipano al processo decisionale del consiglio di amministrazione.
Appare dunque evidente, a suo parere, il motivo dell’arretramento del Governo rispetto a tale previsione: si tratta della necessità di rimuovere eventuali ostacoli al piano di privatizzazione delle principali società a partecipazione pubblica.

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Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, sottolinea che, al contrario di quanto affermato nei precedenti interventi, non vi è alcun passo indietro della maggioranza sulla norma in esame, la quale è contenuta – come già rilevato dai colleghi – nella proposta di iniziativa popolare, adottata da tutte le forze politiche quale testo base per l’esame in sede referente. Ricollegandosi a quanto già affermato dalla collega Guerra, evidenzia che l’aspetto problematico del testo riguarda l’obbligatorietà della partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione che, a suo parere, appare incoerente con l’impianto complessivo della proposta in esame, che si fonda sulla facoltatività della partecipazione dei lavoratori alla vita di impresa. Reputa infatti che l’attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, rimasto di fatto inattuato per 75 anni, debba avvenire con gradualità e compiersi con tempi e modi che non possono non tenere in considerazione le esigenze del mercato. Sottolinea, infine, che il fatto che l’emendamento sopprima l’articolo 5, in tema di società a partecipazione pubblica, non esclude la possibilità per tali soggetti di prevedere, di propria iniziativa, forme partecipative dei lavoratori.
Le Commissioni approvano l’emendamento Bagnai 5.6.

Walter RIZZETTO, presidente, avverte che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento Bagnai 5.6, risultano preclusi gli emendamenti Aiello 5.3, Volpi 5.2, Giaccone 5.5, che non saranno pertanto posti in votazione.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, richiama l’attenzione dei colleghi sul fatto che, a seguito dell’approvazione dell’emendamento soppressivo Bagnai 5.6, il testo in esame, adottato come testo base da tutte le forze politiche, deve ritenersi completamente snaturato. Si tradisce, in tal modo, lo spirito della proposta di legge di iniziativa popolare, che rifletteva peraltro le posizioni espresse dalla CISL.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, tenuto fermo l’accantonamento delle proposte emendative riferite agli articoli 6 e 7, passa all’espressione dei pareri sulle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, evidenzia che gli articoli 7 e 8 del provvedimento sono strettamente connessi tra loro, in quanto il primo reca la disciplina dei piani di partecipazione finanziaria dei lavoratori, il secondo riguarda l’accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria. Ritiene, pertanto, incongruo votare le proposte emendative riferite all’articolo 8 prima di quelle che riguardano l’articolo 7.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, replicando all’onorevole Guerra, sottolinea, pur riconoscendo la connessione tra gli articoli 7 e 8, che gli articoli 8 e 9 costituiscono un blocco tematico unitario, riguardando entrambi la disciplina dell’accordo di affidamento fiduciario per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria. Per tale ragione, a suo avviso, è possibile votare, prima delle proposte emendative riferite agli articoli 6 e 7, quelle riferite agli articoli 8 e 9.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), ricollegandosi all’intervento della collega Guerra, invita i relatori a meglio chiarire i motivi della scelta di non procedere all’esame del provvedimento seguendo l’ordine degli articoli, anche in considerazione della stretta interrelazione tra gli articoli 7 e 8. Ribadisce, infine, che non vi è, da parte delle forze di opposizione, una volontà ostruzionistica, bensì un approccio collaborativo, che non può tuttavia prescindere dalla necessità di trasparenza sulle modalità di svolgimento dei lavori.

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Valentina BARZOTTI (M5S), intervenendo sull’ordine dei lavori e ricollegandosi a quanto esposto dai colleghi testé intervenuti, rileva la necessità di procedere in modo ordinato nella votazione delle proposte emendative, in considerazione della complessità e delle sfaccettature del testo del provvedimento in esame. Osserva, infine, con riguardo ai contenuti degli articoli 6, 7, 8 e 9 – relativi alla partecipazione finanziaria – che tale forma di partecipazione dei lavoratori non è esplicitamente menzionata dall’articolo 46 della Costituzione, ma rappresenta solo una delle possibili forme di collaborazione dei lavoratori alla governance d’impresa.

Lorenzo MALAGOLA (FDI), relatore per la XI Commissione, in risposta a quanto osservato dai colleghi testé intervenuti, osserva che sebbene gli articoli 6, 7, 8 e 9 siano tutti collocati al Capo III della proposta di legge in esame, relativo alla partecipazione economica e finanziaria dei lavoratori, la votazione delle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 prima di quelle riguardanti gli articoli 6 e 7 risulta opportuna in quanto consentirebbe, a suo avviso, di valutare la formulazione degli articoli 6 e 7, anche alla luce dell’eventuale soppressione degli articoli 8 e 9.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), replicando alle osservazioni dei relatori, chiede agli stessi se intendano effettivamente sopprimere gli articoli 8 e 9.

Walter RIZZETTO, presidente, anche alla luce delle considerazioni dei relatori, chiarisce che la votazione delle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 sia da considerarsi propedeutica all’esame degli articoli 6 e 7 del provvedimento in esame.
Invita, pertanto, i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite agli articoli 8 e 9 della proposta di legge.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, esprime parere favorevole sull’emendamento Tucci 8.6, nonché sull’emendamento Mari 8.2, a condizione che venga riformulato in identico testo rispetto all’emendamento Tucci 8.6. Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Fenu 8.3, 8.4 e 8.5, nonché sull’emendamento Faraone 8.1.
Esprime, infine, parere favorevole sull’emendamento Mari 9.1, a condizione che venga riformulato in identico testo rispetto all’emendamento Tucci 8.6.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime parere conforme a quello dei relatori.
Francesco MARI (AVS) non accoglie le proposte di riformulazione dei suoi emendamenti 8.2 e 9.1, formulate dai relatori.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Mari 8.2 e 9.1.
Le Commissioni approvano l’emendamento Tucci 8.6 (vedi allegato).

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Walter RIZZETTO, presidente, avverte che a seguito dell’approvazione dell’emendamento Tucci 8.6, risulta assorbito l’emendamento Mari 8.2 e preclusi gli emendamenti Fenu 8.3, 8.4 e 8.5 e Faraone 8.1; risulta inoltre assorbito l’emendamento Mari 9.1.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sull’ordine dei lavori, sottolinea che in seguito all’approvazione dell’emendamento Tucci 8.6, soppressivo degli articoli 8 e 9 del provvedimento, il testo in esame risulta sostanzialmente impoverito, allontanandosi, dunque, sempre più – come già testé ricordato – dal testo originario.

Walter RIZZETTO, presidente, invita i relatori e la rappresentante del Governo a formulare i rispettivi pareri relativi alle proposte emendative riferite all’articolo 10 della proposta di legge, avvertendo che gli emendamenti Caparvi 10.11 e Tenerini 10.12 sono stati ritirati dai rispettivi proponenti.

Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, onorevole Malagola, esprime parere contrario sui subemendamenti Guerra 0.10.100.4, 0.10.100.2, 0.10.100.3, 0.10.100.5 e 0.10.100.7. Raccomanda, quindi, l’approvazione dell’emendamento 10.100 dei relatori.
Esprime, infine, parere contrario sulle proposte emendative Guerra 10.5 e Barzotti 10.7, sugli identici emendamenti Carotenuto 10.9 e Mari 10.2, sull’emendamento Aiello 10.8, sugli identici emendamenti Scotto 10.6 e Tucci 10.10, nonché sulle proposte emendative Mari 10.3 e 10.4.
La sottosegretaria Lucia ALBANO esprime pareri conformi a quelli testé espressi dai relatori.

Maria Cecilia GUERRA (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento a sua prima firma 0.10.100.4, valuta negativamente la posizione dei relatori emersa durante l’odierna seduta.
Afferma che il Partito Democratico tiene particolarmente alla partecipazione dei lavoratori all’organizzazione dei processi produttivi, ambito già profondamente inciso dalla contrattazione collettiva a livello aziendale. A questo proposito, segnala che il coinvolgimento paritetico delle parti, ad oggi, è necessario al fine di ottenere benefici e sgravi fiscali. Pertanto, ritiene che la posizione dei relatori rappresenti un evidente passo indietro, poiché valorizza la decisione unilaterale del datore di lavoro sull’attivazione, o meno, di una forma di partecipazione organizzativa dei lavoratori.
Illustrando nel dettaglio il proprio subemendamento, ribadisce che occorre una vera e propria sede di confronto a livello aziendale, altrimenti la partecipazione rischia di restare una bandiera svuotata di significato, un mero titolo senza alcuna sostanza concreta.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.10.100.4.

Arturo SCOTTO (PD-IDP), intervenendo sul subemendamento Guerra 0.10.100.2, di cui è cofirmatario, concorda con la collega Guerra circa la necessità che la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione dei processi produttivi sia obbligatoria.
Ricorda che la CISL ha sempre sostenuto il primato della contrattazione collettiva, anche, come il Presidente ricorderà, in occasione del dibattito sul salario minimo. Segnala che l’articolo 10 della proposta di legge in esame, nella sua formulazione originaria, prevedeva un riferimento esplicito alla contrattazione collettiva, riferimento che sarebbe espunto qualora venisse approvato l’emendamento dei relatori, i quali così predispongono un assetto verticale dei rapporti d’impresa, improntati all’unilateralità dalla parte datoriale. Pertanto, teme che persino la CISL farà fatica a riconoscersi nel testo emendato.
Ricorda come la Commissione Lavoro abbia ricevuto, invece, riscontri assai positivi circa la partecipazione organizzativa dei lavoratori. Cita, a tal proposito, l’audizione dei rappresentanti dei lavoratori e dell’azienda automobilistica Lamborghini, nell’ambito dell’esame della proposta di legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, quale esempio di rapporto aziendale virtuoso, disciplinato non dalla legge ma dall’accordo collettivo.
Concludendo, chiede cosa resti della partecipazione organizzativa, qualora la si espunga dall’articolo 10, che già non prevede più elementi di obbligatorietà.
Le Commissioni respingono il subemendamento Guerra 0.0.100.2.

Walter RIZZETTO, presidente, in considerazione dell’imminente ripresa dei lavori dell’Assemblea, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.

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ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 434 del 16 gennaio 2025, a pagina 26, seconda colonna, trentasettesima riga, dopo le parole: «0.17.100.1. Del Barba, Faraone.» inserire, alla riga successiva, la seguente: «(Irricevibile)».

 



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