ironia e paure a confronto sul palco di Palazzo Ducale. “Il digitale ci aiuta, ma il contatto umano resta insostituibile”  – Lavocedigenova.it

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Un connubio insolito, un dialogo tra palcoscenico e tecnologia: Giacomo Poretti, il celebre attore comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, si confronterà questa sera con il tema dell’intelligenza artificiale in un evento unico nel suo genere. L’appuntamento è a Palazzo Ducale, nella Sala del Maggior Consiglio, per l’evento di apertura del percorso associativo 2025 di Compagnia delle Opere Liguria, dal titolo evocativo: “Il rischio del nuovo: Giacomo Poretti dialoga con l’Intelligenza Artificiale“.

L’evento, aperto a tutte le realtà imprenditoriali e del Terzo Settore del territorio, vedrà la partecipazione, oltre a Poretti, di due esperti di spicco: Emanuele Frontoni, professore ordinario di Informatica all’Università di Macerata, e Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Tuttavia, sarà proprio Giacomo Poretti a portare un punto di vista diverso, ironico e profondamente umano, su un tema così complesso e tecnico come quello dell’intelligenza artificiale.

Abbiamo raggiunto Poretti telefonicamente per capire il suo approccio all’evento. “Cercherò di affrontare il tema in maniera ironica, come è nel mio stile“, ha commentato. “Non penso che la tecnologia possa togliere umanità all’arte: se l’intelligenza artificiale dovesse ‘rubare il mestiere’ in termini di scrittura di testi, probabilmente avremmo qualcosa di già visto. Ne sono abbastanza sicuro. Ma credo che la cosa più importante, non solo per un comico ma a livello assoluto, siano le relazioni umane, il contatto, la fisicità”. Poretti ha riflettuto su come la tecnologia possa essere un utile supporto, ma non sostituire le relazioni umane. “Il digitale può aiutarci in un sacco di cose: io, ad esempio, sto guidando ora e se non avessi Waze o Google Maps, non saprei come arrivare a destinazione. Posso prenotare un treno o sapere che tempo farà domani, tutte cose utilissime. Ma il timore è che, affidandoci troppo a queste tecnologie, le relazioni umane possano scomparire. Mi inquieta un po’, anche se sono solo paure, niente di certo. Cercherò di raccontare queste cose in modo leggero, perché è vero che tutti siamo affascinati e se posso dirlo, anche un po’ rincitrulliti dalla tecnologia“.

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Poretti ha poi condiviso una metafora per descrivere la nostra attuale relazione con le innovazioni tecnologiche: “Mi sembra di essere nel mezzo di una tromba d’aria o di uno tsunami. Non so bene dove ci porterà tutto questo. D’altro canto, ci sono quelli che sono entusiasti, in particolare chi lavora nel business e vede opportunità attraverso l’intelligenza artificiale. Ma anche qui, ho qualche sospetto, più che certezze“.

Sul rapporto con la nostra città, che ospiterà l’evento di questa sera, Poretti rivela: “Sono stato tante volte a Genova: Mi è sempre piaciuto camminare di sera nei caruggi, specialmente quando facevamo spettacoli con Giovanni e Aldo. Ho un affetto particolare la Liguria, nonostante i liguri abbiano fama di essere un po’ malmostosi”, afferma ridendo. “Noi milanesi siamo affezionati alla Liguria, anche se veniamo spesso visti come quelli che vengono a rompere le scatole“. Con il suo solito senso dell’umorismo, Poretti ha aggiunto: “C’è sempre questo rapporto un po’ sadomasochista tra i milanesi e i liguri, che mi fa sorridere. Siamo un po’ vittime di questa relazione, ma alla fine ci vogliamo bene”.

Dall’altra parte del palco, l’evento vedrà la partecipazione del professor Emanuele Frontoni, che da vent’anni si occupa di questa tematica, fra l’Italia e la Svizzera, che offrirà un punto di vista tecnico e scientifico sull’intelligenza artificiale. “In questo momento la narrazione sull’intelligenza artificiale è molto distopica“, ha spiegato. “Circola molta paura, ma in realtà questi sistemi hanno dei limiti ben precisi e possono essere utili solo all’interno di una collaborazione tra esseri umani. L’intelligenza artificiale non deve essere vista come una minaccia, ma come uno strumento che può supportare l’evoluzione e la produttività delle imprese, a patto di esserne consapevoli. Altrimenti il rischio di ricadere nella paura o nella ricerca di un miracolo diventa troppo alto“.

Negli ultimi anni c’è stata una profonda evoluzione in questo ambito, grazie alla creatività e all’ingegno degli esseri umani – spiega ancora il professore – e questa evoluzione continuerà ancora. Uno degli aspetti più importanti dell’AI moderna è l’accesso democratico a questi strumenti, basti pensare a ChatGPT o a tutte quelle app che oggi utilizziamo quotidianamente: la loro diffusione ha reso l’AI accessibile a tutti, anche alle piccole e medie imprese che, forse più delle grandi aziende, ne hanno un forte bisogno“.

Ma come possono le imprese, in particolare quelle di piccole dimensioni, affrontare le incertezze legate all’introduzione di queste nuove tecnologie? La risposta del professor Frontoni è un invito all’azione: “Sperimentando! Le PMI dovrebbero impegnarsi, attivare all’interno delle loro strategie due o tre progetti pilota per capire come l’AI può essere utile al loro business. E noi, come ricercatori, possiamo aiutarli“.

Il 2025 sarà un anno cruciale“, conclude Frontoni. “Ci attendono scenari inediti e di grande cambiamento. Dobbiamo essere pronti ad affrontare il rischio del nuovo, non come un pericolo, ma come un’opportunità per crescere e innovare. Con questo evento vogliamo rilanciare il coraggio di rischiare di fronte al nuovo, proseguendo idealmente il percorso degli ultimi anni che ci ha portato ad affrontare la ‘umana e quotidiana rivoluzione’ necessaria per stare dentro il nostro tempo”.

CDO Liguria, che quest’anno celebra i suoi 25 anni di presenza sul territorio, si impegna a supportare le imprese in questo percorso di sperimentazione, mettendo a disposizione la sua esperienza e le sue competenze. L’evento di questa sera sarà l’occasione per presentare alcuni casi di successo di collaborazione tra imprese e ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale, a dimostrazione del fatto che l’innovazione tecnologica può essere un motore di crescita e sviluppo per il territorio.





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