L’effetto Trump sulle infrastrutture green americane

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Home > Policy > Policy Mondo > Trump blocca investimenti in infrastrutture green per 300 miliardi di dollari negli USA

Le politiche energetiche del Presidente degli Stati Uniti guardano ai combustibili fossili non certo alle rinnovabili. Bloccati centinaia di miliardi di finanziamenti pubblici a progetti green. Dal World Economic Forum si dicono ottimisti sul percorso dell’elettrificazione, anche in America, che avrà bisogno del più ampio mix di risorse disponibili.

Trump a tutto gas

La transizione energetica degli Stati Uniti potrebbe finire qui, o quasi. Le politiche annunciate dal Presidente Donald Trump vanno in tutt’altra direzione. L’energia pulita non è un asset per il nuovo inquilino della Casa Bianca, ma una pura “fissazione ideologica”, che grazie a lui è finalmente finita.

Gli Stati Uniti possono fare un sacco di soldi con l’energia, ha detto il giorno del suo insediamento, è giunto il tempo di lasciare mano libera ai cercatori di petrolio, gas naturale e carbone. Sostanzialmente, secondo Trump l’unica via per fare di nuovo grande l’America è spingere forte sui combustibili fossili: “Drill, baby, drill!.

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Prova ne è la dichiarazione di emergenza energetica nazionale.

Ovviament,e questa impostazione ‘fossile’ non poteva che avere una ripercussione immediata su tutto il mercato americano dell’energia pulita, con le sue tecnologie e infrastrutture.

Secondo il Financial Times, infatti, ci sono a rischio blocco più di 300 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture di energia pulita. Un danno enorme per le imprese della filiera green.

Si tratta di risorse finanziarie federali. Per fare un esempio: si potrebbero congelare ben 50 miliardi di dollari dell’Inflation Reduction Act e della legge bipartisan sulle infrastrutture che erano già stati indirizzati in diversi progetti.

Dilaga la sfiducia

Oppure, aziende come la DTE Energy del Michigan potrebbe vedersi negare all’ultimo momento un prestito di 9 miliardi di dollari, mentre la PacificCorp dell’Oregon allo stesso modo non vedrebbe arrivare i 3,5 miliardi di dollari richiesti.

La politica energetica di Trump potrebbe mettere a rischio oltre 25GW di progetti eolici offshore, con ricadute su società come la multinazionale danese Orsted (che ha annunciato la svalutazione dei suoi progetti negli USA per 1,7 miliardi di dollari).

Presto grandi compagnie europee potrebbero ritirare tutti i loro investimenti in energia pulita negli Stati Uniti a causa di una inevitabile instabilità del mercato d’oltreoceano.

In una parola, la sfiducia potrebbe iniziare a regnare nel mercato americano e non solo delle energie pulite.

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L’era dell’elettrificazione è iniziata e non si fermerà

Nel mentre Trump firmava ordini esecutivi a raffica a Washington, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, in Svizzera, a Davos, si teneva il World Economic Forum, dove diversi manager delle più grandi aziende attive anche sul mercato delle tecnologie energetiche dicevano la loro su quanto accadeva in America.

Joe Kaeser, presidente del consiglio di sorveglianza di Siemens Energy, si è detto non preoccupato più di tanto: “Dobbiamo vedere cosa c’è dietro tutti gli ordini esecutivi e le politiche annunciati da Trump”, aggiungendo, “credo che l’era dell’elettrificazione sia appena iniziata. Che si tratti di turbine a gas, vento, energia solare o altro, abbiamo tutto e alla fine sono i clienti a decidere. Non è la Casa Bianca a comprare ma i clienti”.

Sulla stressa linea di pensiero Ignacio Galán, presidente esecutivo di Iberdrola: “Stiamo vedendo che probabilmente siamo nel momento migliore per l’elettrificazione”.

Il punto è che la crescente domanda globale di data center, di veicoli a basse emissioni e di applicazioni di raffreddamento e riscaldamento, non fa altro che accelerare il percorso dell’elettrificazione dei consumi.

Su cui alla fine sono le autorità statali a decidere”, ha sottolineato Galan, riferendosi sempre agli USA e ridimensionando il ruolo di Trump.

Da ricordare che ovviamente elettrificare non vuol dire automaticamente decarbonizzare. L’energia elettrica necessaria ad alimentare i consumi proviene da diverse fonti, nel migliore dei casi da quelle rinnovabili, ma in tutto il mondo anche da carbone, gas, petrolio e centrali nucleari.



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