Montagna tra iperturismo e divieti: il dibattito in Francia

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L’accesso turistico alla natura: un diritto o un sopruso? Fra le pittoresche distese del Massiccio Centrale in Francia il dibattito è più che mai aperto. Sotto accusa sono alcuni popolari “circuits pedestres” nei quali il transito degli escursionisti nei terreni privati viene oggi considerato come un’arbitraria invasione. Alla quale non si possono contrapporre divieti senza che ne vada di mezzo il sistema economico locale 

Randonneurs Montagna tra iperturismo e divieti: il dibattito in Francia

Sentieri: quale diritto?

Lo impone in Italia anche il Codice civile. Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro. (Qui un interessante approfondimento di Unimont che può dare l’idea della complessità della legislazione legata alla sentieristica anche in Italia).

L’argomento è esploso in Francia sollevando le proteste delle associazioni ambientaliste. Mountain Wilderness è in prima linea tra quanti sostengono il diritto di “accesso alla natura” come si è sempre fatto lungo i sentieri del Massiccio Centrale, da decenni uno spazio naturale di libertà accessibile a tutti nel rispetto dei percorsi segnalati. 

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Oggi invece l’accesso è vietato nella località montana di Chastreix-Sancy. Interrotti sono gli storici collegamenti a piedi, in bicicletta, con gli sci, in slitta trainata da cani o a cavallo con le città di Tour d’Auvergne e Mont-Dore. E a risentirne è più che mai il fragile sistema economico locale, già colpito dalla mancanza di neve in inverno.

Chastreix-Sancy, fino ad oggi una lunga convivenza tra agricoltura e turismo

Arroccata sulle pendici occidentali del Puy de Sancy, Chastreix-Sancy è la più piccola delle tre stazioni di sport invernali del massiccio dei Monts Dore. Creata alla fine degli anni ’60 – soprattutto per compensare il declino dell’agricoltura – permette alle famiglie di praticare attività all’aria aperta in un ambiente affascinante, sia d’estate sia d’inverno. A sud, il comprensorio sciistico (7 impianti di risalita che servono 18 piste) occupa le piste del Puy de Chabane e del Mont Redon. A nord, i vasti altipiani consentono lo sci di fondo e le ciaspolate con racchette con una mezza dozzina di sentieri. Questo settore chiave per l’attività della stazione climatica non è tuttavia accessibile dal marzo 2024 ponendo fine a più di quarant’anni di convivenza tra agricoltori e operatori socio-professionali del turismo.

Eppure da tempo immemorabile in queste località i “circuiti pedestri” rappresentano vitali sostegni nell‘ordinaria offerta turistica. Non c’è paese che, attraverso cartelloni esposti con grande evidenza, non proponga ai turisti di passaggio la scelta di un “circuito” da praticare in giornata. In base alle difficoltà e alla lunghezza dei percorsi, questi itinerari ad anello sono contrassegnati, ciascuno, da un diverso colore. La segnaletica è ridotta al minimo. Dove nei bivi c’è il rischio di sbagliare e di perdersi, un segnale del colore giusto indica la direzione da prendere. 

Le traversate dei pascoli recintati sono permesse con alcune raccomandazioni e con la possibilità di superare le recinzioni con apposite scalette. Sono passaggi che a memoria di chi scrive si rivelano preziosi per fuggirsene a gambe levate qualora si venga presi di mira da un toro malintenzionato, deciso a trasformare l’escursione in una movimentata corrida. 

Risulta però che oggi a questo sistema quieto e pastorale si oppongano i nuovi proprietari in considerazione dell’ormai diffuso iperturismo, un assalto che mette in crisi l’attività agropastorale. Peccato che il divieto di attraversamento dei terreni pregiudichi l’attività di fornitori di servizi, siano essi ristoratori, strutture ricettive, agricoltori o produttori. “In un contesto di brutale cambiamento climatico”, si legge in un comunicato di Mountain Wilderness Francia, “mentre occorre fare i conti con l’assenza generalizzata di neve, una serie di infondati divieti è fonte di gravi conseguenze per il territorio” .

Dall’iperturismo ai divieti: un’economia che si morde la coda

Certificati dalla Federazione francese di escursionismo, i “circuiti” pedestri sono stati fin qui garantiti per qualità e rispetto dell’ambiente. Possono essere tracciati attraverso i pascoli o tra i vigneti, con splendide possibilità di guardare il mondo dall’alto.

In estate molte zone sono scarsamente frequentate. I pochi ciclisti, escursionisti e appassionati di mountain bike percorrono percorsi obbligati dove non disturbano le mucche nei pascoli estivi.

Ma niente da fare, di lì non si passa. E ciò anche se il terreno in questione è classificato “Nk” nel piano urbanistico locale, il che lo rende una “zona destinata ad accogliere sviluppi, costruzioni e attrezzature legate alle pratiche sportive, ricreative e turistiche, in particolare all’aperto e legate all’attività del sito”.

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Per porre un rimedio a questa situazione, i cittadini interessati hanno creato il collettivo “Touche pas à mon Sancy” (giù le mani dal mio Sancy) che riunisce l’associazione dei commercianti e dei prestatori di servizi di Chastreix ma anche privati, agricoltori, albergatori, noleggiatori di attrezzature, scuole di sci. Una petizione per salvare l’accesso alla natura di Chastreix-Sancy ha raccolto fino ad oggi più di 6.500 firme, ma le trattative sono in fase di stallo. 

In ogni caso è sempre possibile per il Comune istituire una servitù ai sensi dell’articolo 342-20 del codice del turismo, destinata a “garantire il passaggio, lo sviluppo e l’attrezzatura delle piste di sci alpino e dei siti nordici per ospitare attività ricreative sulla neve organizzate e non motorizzate”. Sempre che per legge venga riconosciuta la necessità di queste o di altre analoghe iniziative.

Importante è che per dare un futuro al turismo vengano adottate strategie consapevoli e rispettose e soprattutto si ponga un argine al dilagante iperturismo fonte di malesseri tutt’altro che passeggeri..

Roberto Serafin



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