PRATO. L’aggressione subita qualche giorno fa da una donna di 52 anni e dal figlio nel quartiere del Soccorso, dopo un banale incidente stradale, è diventata prevedibilmente occasione di polemica tra destra e sinistra.
«Un fatto inaccettabile che evidenzia, ancora una volta, come la situazione in alcune aree della città stia sfuggendo di mano – tuona il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci – Mentre il sottopasso del Soccorso rimane solo un’idea su carta e i cittadini aspettano opere promesse da decenni, il quartiere continua a sprofondare in isolamento, illegalità e insicurezza. Non bastano i rendering e le promesse per riqualificare il quartiere: servono interventi reali e immediati. Questo episodio è il frutto di una mancata gestione delle politiche migratorie, che devono essere riportate sotto controllo per evitare la creazione di zone urbane in cui il rispetto delle regole e della convivenza civile diventa impossibile. È evidente che le politiche ideologizzate della sinistra sull’immigrazione stanno portando a conseguenze sempre più preoccupanti per il tessuto sociale della città. La chiusura della campagna elettorale di Ilaria Bugetti con Elly Schlein nel parco del Soccorso, che voleva rappresentare un segno di speranza e rinascita, oggi appare come il simbolo del fallimento politico e dell’abbandono di un quartiere intero. Prato non merita tutto questo e i cittadini hanno bisogno di risposte concrete e immediate. Ho presentato un’interrogazione per fare chiarezza sull’accaduto e chiedere all’Amministrazione di fornire risposte precise e interventi concreti per garantire la sicurezza dei cittadini e restituire legalità al quartiere del Soccorso. Prato merita di tornare a essere una città sicura e vivibile per tutti, con politiche chiare e azioni decise che mettano al centro il benessere dei suoi cittadini».
A stretto giro di posta arriva la risposta del Partito democratico, che inizia con le stesse identiche parole ma arriva a conclusioni diametralmente opposte. «L’episodio di violenza avvenuto al Soccorso è grave e inaccettabile – dice la consigliera comunale del Pd Francesca Faggi – La nostra vicinanza va alle vittime di questa aggressione. Ma la strumentalizzazione politica non aiuta a risolvere i problemi del quartiere. Ricordo al consigliere Cocci che la sicurezza è una competenza dello Stato, non del Comune ed è curioso che il consigliere addossi responsabilità dei problemi di ordine pubblico al Comune e non all’assenza di un piano e di risorse per la sicurezza urbana, da parte del governo. Nonostante questo, l’amministrazione sta facendo la sua parte. Negli ultimi due anni abbiamo costruito un presidio territoriale grazie alle associazioni di volontariato. Un modello che ha funzionato e che ora vogliamo rafforzare con i nuovi vigili di quartiere. Non saranno solo figure deterrenti, ma punti di riferimento per difendere il decoro urbano e costruire un quartiere più sicuro. Il Soccorso è uno dei quartieri più densamente popolati e multietnici della città. È un luogo complesso. Un laboratorio di convivenza fondamentale per il futuro di Prato. Per questo abbiamo scelto di chiudere qui la campagna elettorale. Non un gesto simbolico, ma la conferma di un impegno concreto per il quartiere. Il nostro progetto guarda oltre la sola sicurezza. Vogliamo creare un sistema integrato di spazi pubblici e aree verdi, luoghi di aggregazione che renderanno il quartiere più vivo e sicuro. Un esempio è la riqualificazione di via Marx attraverso il ripensamento degli spazi dell’attuale parcheggio, con la creazione di nuove funzioni. Stiamo lavorando attraverso la coprogrogettazione con associazioni e terzo settore per potenziare i servizi di inclusione sociale ed educazione, supportare e integrare tutte quelle realtà che concretamente da anni si occupano di questo territorio. La sicurezza nasce anche da qui: dalla capacità di costruire comunità, creare opportunità, favorire l’incontro tra le persone. Il Soccorso non è un quartiere da abbandonare ma da valorizzare e non si può pensare di farlo senza un confronto costante con tutte le realtà. Non servono polemiche sterili ma un lavoro paziente di rigenerazione urbana e sociale. È quello che stiamo facendo, con un progetto chiaro e condiviso con chi vive e anima ogni giorno questo territorio».
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