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Il mese di novembre, secondo il report periodico di Banca d’Italia ‘‘Banche e moneta: serie nazionali’’, ha evidenziato una persistente debolezza nei prestiti concessi alle imprese e una stagnazione nei prestiti diretti alle famiglie, con una crescita dei depositi che però non è riuscita a compensare la flessione segnata dal mercato del credito. Sebbene i tassi di interesse siano diminuiti per la maggior parte dei prestiti, la situazione complessiva del credito riflette un contesto economico ancora incerto, con segnali di una certa prudenza sia da parte delle banche che dei soggetti privati.
A novembre -1,1% di prestiti alle famiglie
Nel dettaglio, i prestiti al settore privato hanno mostrato una diminuzione dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2023, correggendo i dati in base alla metodologia armonizzata adottata all’interno dello SEBC (Sistema Europeo delle Banche Centrali). Il calo risulta più marcato rispetto alla contrazione dell’1% registrata a ottobre. Un’analisi più dettagliata rivela che i prestiti alle famiglie sono rimasti sostanzialmente invariati, mostrando una variazione nulla su base annua, dopo il lieve calo dello 0,2% di ottobre. D’altro canto, i prestiti alle società non finanziarie hanno continuato a diminuire, segnando un -3,6% tendenziale, in ulteriore peggioramento dal -3,1% di ottobre.
Crescita del +4,4% per i depositi
Per quanto riguarda il fronte dei depositi, il settore privato ha registrato una crescita del 4,4% su base annua, praticamente una tendenza quasi doppia rispetto al 2,5% segnato a ottobre. Nello stesso mese, secondo il rapporto di Via Nazionale, anche la raccolta obbligazionaria ha visto un aumento, seppur più contenuto, del 7,2% (rispetto al +9,6% del mese precedente).
I tassi sui mutui scendono al 3,71%
Intanto continua ad abbassarsi il costo dei mutui ipotecari. Per quanto riguarda i tassi di interesse sui prestiti, i dati di novembre mostrano infatti una lieve diminuzione rispetto al mese precedente. In particolare, il Tasso Annuale Effettivo Globale (TAEG) sui prestiti alle famiglie destinati all’acquisto di abitazioni, comprensivo delle spese accessorie, si è attestato al 3,71%, in calo dal 3,74% di ottobre. La percentuale di prestiti con un periodo di determinazione iniziale del tasso fino a un anno è rimasta stabile al 7%, come a ottobre. Per quanto riguarda il credito al consumo, il TAEG si è ridotto invece al 10,24%, dal 10,42%, segnalando un moderato calo dei costi per i consumatori.
Per le società non finanziarie, i tassi di interesse sui nuovi prestiti sono stati pari al 4,53%, registrando una riduzione rispetto al 4,70% del mese precedente. I prestiti di importo inferiore a 1 milione di euro hanno visto tassi di interesse medi del 5,07%, mentre quelli superiori a tale soglia sono stati contratti a tassi più bassi, pari al 4,15%. Infine, i tassi passivi sui depositi sono leggermente diminuiti, passando dallo 0,96% di ottobre allo 0,93% di novembre, confermando una tendenza di marginale abbassamento della remunerazione per i depositanti.
In attesa di una Bce più accomodante
La sostanziale rarefazione dell’attività sul mercato del credito, secondo gli esperti, potrebbe riflettere gran parte dell’attesa che il mercato ripone nella direzione ‘‘più accomodante’’ della politica monetaria della Bce. L’atteggiamento più prudente evidenziato dagli investitori, infatti, è stato più evidente dopo le parole pronunciate dall’autorevole Governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, il quale ha affermato che – alla luce della flessione registrata dall’inflazione (e se questa sarà confermata nei prossimi mesi) – la Bce potrebbe ridurre “entro la prossima estate” i saggi di riferimento (oggi al 3% quello sui depositi) fino a un livello vicino al 2%.
Aumenta il possesso dei titoli di Stato
Infine, per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane a novembre possedevano titoli di Stato italiani per 370,023 miliardi di euro, in aumento dai 357,975 miliardi di ottobre. Dal gennaio 2024 questo ammontare è salito del 6,39%. Si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle di Banca d’Italia allegate al bollettino, è rappresentato dai Btp: a novembre saliti a 265,25 miliardi dai 259,72 miliardi del mese precedente. Al secondo posto ci sono i Cct (85,19 miliardi contro 81,19 miliardi) e poi i Bot (7,71 miliardi contro 6,54 miliardi).
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