Arezzo, la guerra dell’acqua. Greenpeace: “E’ inquinata da Pfas”. Nuove Acque durissima: “Tutto falso, venite a fare le analisi con noi”

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La guerra dell’acqua. Greenpeace Italia rende pubblici i dati di “Acque Senza Veleni”, indagine indipendente sulla qualità idrica. Ha raccolto campioni in 235 città di tutte le Regioni e ieri ha presentato a Roma la prima mappa della contaminazione da Pfas. Cosa sono i Pfas? Composti chimici che resistono ai processi naturali di degradazione. Si trovano nei prodotti di uso domestico, negli articoli medicali, nelle placcature dei metalli, nelle lavorazioni del petrolio, nella carta oleorepellente. Ovunque. Se finiscono nelle falde acquifere, secondo studi recenti, sono dannosi per la salute: alterazioni a livello di fegato, tiroide, sistema immunitario e causa di alcune neoplasie. Secondo i dati di Greenpeace sono presenti nel 79% dei campioni e in Toscana livelli elevati si registrano ad Arezzo, Lucca e Prato. Quello di Arezzo è il dato più alto: 104 ng per litro. Nel report Greenpeace dedica un capitolo alle acque peggiori e lo intitola “Arezzo, Milano e Perugia sono le città più inquinate da Pfas”. Ma nello stesso capitolo alla parola Arezzo è richiamata la seguente nota: “Lo scorso 4 novembre, una volta ottenuti gli esiti analitici, Greenpeace ha informato gli enti pubblici competenti (Regione, Asl e Comune di Arezzo). Dopo uno scambio di informazioni il gestore Nuove Acque ha avviato una campagna di monitoraggio prelevando 7 campioni, sia in ingresso all’impianto di potabilizzazione che serve la città, quindi sull’acqua proveniente dall’invaso di Montedoglio, che in rete di distribuzione, incluso il punto di prelievo sul quale Greenpeace ha rinvenuto la presenza di Pfas. I risultati del monitoraggio straordinario condotto dal gestore, in conformità con gli esiti del 2020, hanno confermato una concentrazione di Pfas inferiore al limite di quantificazione in tutti i campioni. Il gestore ha quindi fornito informazioni rassicuranti che però necessitano di ulteriori approfondimenti in futuro”.

Immediata la replica di Nuove Acque che “apprende con sconcerto i dati forniti”. E conferma la nota stessa di Greenpeace: “Ha inviato a Comune e Asl i risultati di un suo prelievo, fatto presso un fontanello della città, dal quale sarebbero emersi risultati superiori al futuro limite normativo. Nuove Acque ha dapprima informato Asl e Comune che nei numerosi monitoraggi effettuati non erano mai state rilevate tali sostanze e che quindi, il dato fornito da Greenpeace, appariva del tutto anomalo. Ad ogni modo, sulla base del principio di massima tutela e trasparenza, ha svolto una campagna di monitoraggio straordinario, che ha previsto il campionamento e l’analisi presso laboratorio accreditato di vari punti di prelievo, incluso in quello oggetto di controllo da Greenpeace: l’esito ha confermato quanto rilevato da anni da Nuove Acque, ovvero che le sostanze perfluoroalchiliche non sono state rilevate. Di tale verifica e dei risultati comprovanti la non rilevabilità dei Pfas nel fontanello dell’acquedotto di Arezzo, nel mese di novembre 2024 sono stati informati Comune, Asl e Greenepace”. Non solo, Nuove Acque “nella certezza che i dati Greenpeace non siano corretti, si dichiara disponibile all’esecuzione degli “ulteriori approfondimenti” auspicati da Greenpeace, in collaborazione con le autorità preposte e Greenpeace stessa”.

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Interviene Marco Sacchetti, assessore comunale all’ambiente: “C’è amarezza per come è stata divulgata la notizia da Greenpeace. Rassicuriamo la cittadinanza: non c’è un problema Pfas ad Arezzo. È meritoria l’attività di indagine che è stata condotta da Greenpeace, ma siamo finiti alla ribalta senza motivo in quanto, come poi da loro stessi precisato in una piccola nota in calce allo stesso report. Infatti come dimostrato dai numerosi campionamenti effettuati dal gestore Nuove Acque fin dal 2022 le sostanze perfluoroalchiliche non sono state mai rilevate. E difficilmente potrebbe essere altrimenti considerando che la nostra acqua proviene da Montedoglio. Voglio pertanto ribadire che non sussistono problematiche di Pfas nelle acque ad uso potabile del nostro comune e suggerire a Greenpeace prima di pubblicare notizie che possono procurare allarme alla cittadinanza, di analizzare con chi gestisce il servizio l’effettiva entità della problematica”.

Queste invece le parole di Francesco Romizi, capogruppo di Arezzo 2020: “Apprendo con sconcerto quanto emerge dalle analisi di Greenpeace, anche perché conosco molto bene le problematiche legate all’inquinamento da Pfas. Rilevo, poi, che la società Nuove Acque ha fatto ulteriori analisi dalle quale emerge un quadro meno preoccupante. Tutto ciò, però, non deve farci stare tranquilli. Ho una mozione, promossa assieme al consigliere Menchetti, che chiede al sindaco proprio questa cosa. Che si proceda velocemente e con accuratezza e imparzialità a verificare lo stato di inquinamento da Pfas dell’acqua che usano i cittadini di Arezzo. Gli organi pubblici preposti si attivino subito. Mi rivolgo al sindaco, massima autorità sanitaria cittadina, che deve attivare Asl e Arpat e far fare le verifiche”.



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