Ambrì – Sette gol gli uomini di Luca Cereda non li avevano mai segnati in stagione. Anzi, a esser precisi, non erano mai andati oltre le cinque segnature nei tempi regolamentari. Però, al momento giusto, i leventinesi ingranano appunto la settima per stendere l’Ajoie in quella che a tutti gli effetti era la partita da non perdere. Anzi, da vincere, e possibilmente entro il sessantesimo. Missione compiuta. Alla Gottardo Arena finisce 7-3 e finisce anche in festa, grazie a un terzo tempo che scaccia quello spettro che aleggiava minaccioso sulle teste dei biancoblù allo squillare della seconda sirena, con i giurassiani avanti di una rete.
Il merito, il più grande, di questo Ambrì Piotta è quello di non perdere la testa e non panicare. Nemmeno quando la situazione sembra scivolargli di mano, con i giurassiani a scappare avanti per la prima volta (e unica) della serata a fil di seconda pausa. Ed è appunto in quella pausa che avviene la metamorfosi della squadra di Cereda, che si ripresenta in pista col metaforico coltello fra i denti per ribaltare lo score e l’Ajoie tutto. Pim, pum e pam: quattro gol in quattro minuti e spiccioli e addirittura 5 sull’arco di tutto il terzo tempo, con la miseria di dieci tiri (!), per classare la pratica e godersi il prezioso successo che allontana un po’ di più le zone pericolose della classifica e avvicina quella dei play-in.
«Durante la seconda pausa ci siamo detti che al ritorno sul ghiaccio avremmo dovuto dare il massimo l’un per l’altro – sottolinea a fine partita Isacco Dotti, che lunedì ha spento 32 candeline –. Sapevamo di avere i mezzi per batterli, ma per riuscirci avremmo dovuto giocare come squadra. Nei primi due tempi, molto equilibrati, all’Ajoie sono fondamentalmente bastate tre occasioni per trovare altrettante reti. Ma le partite durano sessanta minuti…».
Poi, anche questo va detto, molto del suo ce lo mette l’Ajoie per perdere questa partita, con un’incredibile serie di concomitanze che alla fine presentano il conto. Come la penalità per troppi giocatori sul ghiaccio nel finale del primo tempo che frutta l’1-0 dei biancoblù. O l’autorete di Bozon per il momentaneo 2-1, per tacere dell’ingenuo sgambetto di Conz ai danni di Heim (che pochi secondi prima aveva siglato il 3-3) che sfocia nel 4-3. E, ancora, la doppia inferiorità numerica generata da un’altra penalità, stavolta per proteste, rimediata dall’estremo difensore dei giurassiani, ex biancoblù, e dall’errata chiamata del Coach’s Challenge tramutatasi nel 6-3.
Una girandola di reti che porta anche la firma di Pestoni: suo il pesante 5-3, che appunto gli arbitri confermano dopo essere stati invitati dalla panchina giurassiana a rivedere l’azione al video. «Il mio gol? Beh, anche se l’arbitro decide di annullare il gol, devi essere bravo a non perdere la testa – premette proprio il numero 18 dei leventinesi –. Fortunatamente, il gol del 5-3 è però stato confermato. Dopo il loro 2-2 abbiamo un po’ perso il filo del discorso, ma siamo stati bravi a ritrovarlo nel terzo tempo. Ora ci attende un weekend impegnativo, a Zugo e in casa contro il Losanna, ma giocando bene in difesa e a testa alta possiamo fare risultato: ora per noi ogni punto è fondamentale».
L’annotazione
Riprovaci ancora…
Per fortuna nel finale del primo tempo ci pensano DiDomenico e la panchina dell’Ajoie ad accendere la miccia di una partita che sembra non saperne di voler decollare. Quando a un paio di minuti dal termine della prima frazione i giurassiani si fanno pescare in 6 sul ghiaccio, Juvonen indugia qualche secondo di troppo nel lasciare posto a un giocatore supplementare di movimento per l’Ambrì Piotta. Ci pensa allora l’Ajoie a comunque regalare ai leventinesi qualche istante di penalità differita, commettendo… l’errore inverso al cambio per ritrovarsi per qualche secondo con 4 giocatori sul ghiaccio. Poi, quando la penalità diventa effettiva, DiDomenico trova il modo di battere per la prima volta Conz. Ma l’azione è viziata da un fuorigioco e gli arbitri, dopo il Coach’s Challenge chiesto dai giurassiani, lo annullano. E sempre dal bastone di DiDomenico meno di un minuto dopo parte pure il disco che supera nuovamente Conz (fors’anche con un tocco finale di Maillet). I direttori di gara vanno a rivedersi pure questa al video (per una presunta irregolarità di Landry), ma stavolta ne decretano la bontà, con DiDomenico che sulla panchina di riposo biancoblù tira un bel sospiro di sollievo.
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