Il prof. Veroux: “Organizzazione e visione di futuro indispensabili per guidare l’Università di Catania”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


Intervista al direttore di Chirurgia vascolare e del Centro trapianti del Policlinico, in corsa per diventare rettore: “Abbiamo una bassa capacità di attrazione internazionale, dobbiamo puntare ad avere il 10% di studenti stranieri”

CATANIA – Il professor Pierfrancesco Veroux, chirurgo cardiovascolare catanese, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia vascolare e del Centro trapianti dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco”, nonché direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia vascolare, ha scelto di candidarsi a rettore dell’Università di Catania alle prossime elezioni.

“L’impronta che vorrei dare sia alla mia candidatura che alla futura governance dell’ateneo ripercorre i passi della mia storia: quella di un medico che si è impegnato nel creare una struttura finalizzata a dare risposte precise. Negli anni, per svolgere al meglio questo ruolo, ho lavorato insieme alla direzione generale e agli organi di governo, strutturando percorsi efficaci, con l’abitudine di lavorare in grandi gruppi, rimanendo consapevole dell’importanza di ogni singola figura professionale e del suo ruolo per il funzionamento all’interno di un’organizzazione più ampia. Si tratta di un’organizzazione molto focalizzata, in grado di fornire risposte rapide ed efficaci”.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

La direzione del Centro Trapianti, per il professor Pierfrancesco Veroux, è arrivata quando il settore era ancora all’inizio a Catania. “La mia carriera in questo ruolo è cominciata quando l’attività era assolutamente di frontiera, negli anni Novanta, muovendo i primi passi nel campo della trapiantologia. Il Centro Trapianti era stato aperto dal professor Rodolico e dal professor Leone, che hanno avviato i primi passi in un campo medico assolutamente nuovo”. Veroux aspira a diventare rettore, come lo fu, da medico, anche Gaspare Rodolico.

“Chiaramente, il professor Rodolico, oltre alle sue immense capacità, possedeva una grande visione. Aveva uno sguardo verso il futuro che credo sia indispensabile per ricoprire il ruolo di rettore dell’Università di Catania. In questo ruolo si deve essere capaci di organizzare percorsi e una struttura che funzioni e che abbia una visione sul futuro, interpretando i cambiamenti con risposte pronte. Bisogna proiettare l’università verso una crescita importante”.

Veroux ha assistito allo sviluppo dei poli del Policlinico e cercherà di trasferire lo stesso approccio al suo sessennato. “Ho assistito alla crescita del Policlinico. Negli anni Novanta esisteva solo il Padiglione 1, dedicato alle chirurgie, ma da allora l’azienda è cresciuta progressivamente, sviluppandosi in poli di attività dove vengono concentrate varie aree di cura per il paziente. L’attrattività di un ateneo dipende da fattori legati all’università, ma anche al territorio. Qualcosa su cui dobbiamo sicuramente migliorare sono i servizi agli studenti. In questo momento non abbiamo un campus universitario adeguato, ma ci saranno spazi all’interno degli edifici che ospitavano il ‘Vittorio Emanuele’ a Catania e all’interno del ‘Tomaselli – Maurizio Ascoli’, che saranno trasformati in residenze e aule universitarie. Dovremo migliorare anche l’accoglienza e il benessere degli studenti, che oggi, forse, non è percepito. Servirà poi, come detto, la visione. Bisognerà interpretare le esigenze del territorio e rispondere con nuovi corsi e iniziative che centrino la domanda. Sarà fondamentale badare anche alla sostenibilità. La nostra università deve puntare a una didattica di qualità, valorizzando il proprio organico e la disponibilità di aule, sfruttando gli spazi didattici per organizzare corsi di livello che offrano reali opportunità di crescita”.

Un processo che coinvolgerà anche le sedi di Siracusa e Ragusa. “Il passo successivo è sicuramente quello di integrare la nostra università in entrambi i territori. Ancora oggi non percepiamo una crescita significativa del numero degli studenti, nonostante la presenza storica dell’ateneo e di corsi molto legati a quei territori. Non abbiamo ancora ottenuto la ‘risposta attesa’ dagli iscritti ragusani e siracusani. Ci lavoreremo”.

Il professor Pierfrancesco Veroux, da futuro rettore, punta ad attrarre studenti europei ed extraeuropei. “Un altro aspetto in cui siamo carenti è l’attrattività verso studenti provenienti dalla Comunità europea ed extraeuropea. Abbiamo una bassa capacità di attrazione internazionale e puntiamo a una presenza di studenti stranieri del 10 per cento. Vista la nostra posizione nel Mediterraneo, potremmo essere un punto di riferimento per le aree in cerca di sviluppo, formazione e conoscenza. Questo implica un maggior numero di corsi in lingua inglese, capaci di rispondere anche alla domanda di studio proveniente dall’estero”.

Infine, uno sguardo all’impatto delle università telematiche, una soluzione non preferita dal candidato per il prossimo sessennio accademico. “Sono molto attrattive per una parte della società, ma il nostro ruolo non è quello di seguire il loro modello. Piuttosto, dobbiamo continuare a mantenere un modello di didattica frontale e in presenza: lo riteniamo un valore aggiunto e un segno distintivo di qualità. Sarà difficile ritornare ai 55 mila iscritti del 2011: i tempi sono cambiati, i giovani sono sempre meno anche per via della denatalità, ma dobbiamo pensare alla nostra sostenibilità guardando alla qualità della didattica”.

Non ultima, una riflessione sull’operato del rettore Francesco Priolo. “Il nostro Magnifico ha preso l’università in un momento davvero critico e difficile per la comunità accademica. Il grande merito è stato restituire serenità all’Ateneo. Ci sono stati anche due anni di pandemia da Covid-19, durante i quali le riforme si sono dovute fermare. I primi 3-4 anni sono stati più una fase di gestione dell’emergenza che di programmazione. Oggi ci troviamo in un’università fuori dal guado, ma che necessita di un nuovo slancio, quello che lui avrebbe potuto imprimere ma che non ha potuto completare per le difficoltà affrontate”.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link