Lombardia, parte la sperimentazione della vaccinazione anti-pneumococco in farmacia

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Roma, 23 gennaio – Parte in Lombardia la sperimentazione del vaccino anti-pneumococcico in farmacia. A partire da ieri, le Ats Brianza e Valpadana, comprendenti le province di Monza, Lecco, Mantova e Cremona, saranno coinvolte in un progetto sperimentale della durata di sei mesi che permetterà ai cittadini di effettuare la vaccinazione anti-pneumococcica nelle farmacie del territorio. La campagna di prevenzione, rivolta in questa fase ai cittadini residenti d’età compresa tra i 65 e i 72 anni, si pone l’obiettivo di incrementare il tasso di adesione alla vaccinazione, ancora troppo bassa rispetto al 75% fissato dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025.

Il progetto sperimentale fa seguito ad una delibera della Giunta regionale lombarda, nell’ambito di un precedente accordo con Federfarma per la vaccinazione antinfluenzale in farmacia. “La sanità di prossimità deve essere interpretata anche – e forse soprattutto – in chiave di prevenzione e questo non potrà che contribuire a innalzare il livello delle risposte sanitarie, oltre che alla sostenibilità della spesa” ha affermato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (nella foto), nel corso del convegno di presentazione del progetto, tenutosi martedì 21 gennaio nella sede della Regione per iniziativa della rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief. 

L’evento ha permesso di aprire un confronto tra rappresentanti delle istituzioni regionali, mondo clinico, associazioni di pazienti ed esponenti delle professioni che erogano servizi sanitari sul territorio in ordine alle potenzialità della vaccinazione anti-pneumococcica erogata sul territorio in termini di prevenzione e di sviluppo delle cure di prossimità. Ma si è inevitabilmente discusso anche dell’importanza dell’importante ruolo di servizio che la farmacia può svolgere nel percorso di prevenzione vaccinale: la capillarità delle farmacie infatti permette di ampliare il raggio della medicina di prossimità e le vaccinazioni sul territorio.

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“Vorrei esprimere l’auspicio che la logica e l’approccio che hanno ispirato questo progetto-pilota possano trovare un’applicazione estesa non solo a tutta la nostra Regione”  ha affermato Emanuele Monti, presidente della IX Commissione permanente Sostenibilità sociale, casa e famiglia della Regione Lombardia “ma rappresentare anche un esempio positivo e produttivo, meritevole di essere replicato su scala nazionale. Non dimentichiamo che il Piano nazionale di prevenzione Vaccinale 2023-2025, prevede la vaccinazione anti-pneumococcica con l’obiettivo di copertura per le persone al di sopra dei 65 anni pari al 75 per cento”.

Il dibattito si è mantenuto all’interno del perimetro tracciato dalla Missione 6 del Pnrr, finalizzata appunto a sviluppare la sanità di prossimità allineando i servizi del sistema sanitario ai bisogni della comunità edei pazienti, rafforzando le strutture e i servizi sanitari di prossimità. E al riguardo l’assessore al Bilancio e Finanza della Regione Lombardia Marco Alparone (nella foto) ha voluto sottolineare la perfetta coerenza della sperimentazione avviata nelle due Ats lombarde con gli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, “proprio perché concepito anche nell’intento di rafforzare la cultura della prevenzione grazie ad un approccio integrato, prossimale e capillare che, come tale, rende più agevole l’accesso alla vaccinazione, oltre a produrre positivi risultati non solo sul piano sanitario ma anche in termini di sostenibilità economico-finanziaria del sistema.  Occorre uscire dalla logica dei singoli silos con un approccio olistico per la generazione di valore in termini di salute dell’individuo e dei conti pubblici”.

La sperimentazione della vaccinazione anti.pneumococcica sul territorio – che ha alle spalle le importanti esperienze in materia vaccinale condotte dalle farmacie – ha uno dei suoi punti di forza nella semplificazione degli aspetti logistici legati a una più agevole accessibilità grazie alla distribuzionedi prossimità assicurata dalle farmacie di comunità, fattore fondamentale per favorire l’accesso alla prevenzione vaccinale e alla conseguente riduzione dell’incidenza e della mortalità legate all’insorgenza della malattia pneumococcica, oltre che  contributo alla riduzione delle liste di attesa nei centri vaccinali e negli ambulatori. Tutti aspetti positivi sottolineati dagli interventi di Michele Brait, direttore Generale della Ats Brianza e da Ida Maria Ada Ramponi, già direttore generale della Ats Valpadana.

“In tutta la regione ci sono 3.059 strutture, di cui mille nelle zone di campagna” ha spiegato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia (nella foto).Si tratta di una grande rete che fa della prevenzione la sua bandiera. D’altra parte, ricordiamo bene quanto le farmaciesiano state importanti durante la pandemia da Covid 19. Ecco, da oggi i pazienti potranno chiedere anche la somministrazione del vaccino anti-pneumococcico”.

Concetti ripresi dal presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani Andrea Mandelli, che ha voluto sottolineare “il rapporto di stima e di fiducia” che i cittadini instaurano con i professionisti delle farmacie. Mandelli ha anche ricordato che i tassi di copertura vaccinale sono ancora inadeguati, specie nelle categorie più fragili di pazienti, affermando che “la prossimità dei farmacisti può certamente rappresentare un elemento di incoraggiamento e facilitazione per aumentare l’adesione a questo importante strumento di prevenzione”. In conclusione, il presidente della federazione professionale dei farmacisti ha voluto leggere il progetto pilota della vaccinazione anti-pneumococcica come una conferma della “volontà delle istituzioni regionali di puntare sulla prossimità dei farmacisti per rendere la sanità più accessibile ai cittadini lombardi che con le campagne antinfluenzali e anti-Covid hanno dimostrato di apprezzare il servizio offerto dai farmacisti”.

A riassumere i moltii e diversi motivi per cui le farmacie rappresentano uno snodo fondamentale per il sistema salute è stato Carlo Signorelli, docente di Igiene e salute pubblica presso l’Università Salute-Vita San Raffaele. “Parliamo di strutture che hanno tre pregi fondamentali. La prima sta nella grande fiducia che la popolazione, soprattutto quella più anziana che aderisce di meno alle campagne vaccinali, nutre nei confronti dei farmacisti. L’altra caratteristica è quella degli orari di apertura, che sono decisamente più estesi rispetto a quelli dei comuni centri vaccinali o dei medici di famiglia. Infine, sono tantissime su tutto il territorio: questo, in particolare, favorisce la sanità di prossimità”.

Una volta terminata la fase di sperimentazione, l’obiettivo è quello di estendere il modello in altre province lombarde, per allargare poi la rete anche a livello nazionale. L’altro passo sarà coinvolgere una fascia più ampia della popolazione, raccomandando il vaccino non solo a pazienti fragili e anziani, ma anche ai più giovani.



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