Musk non ha fatto il saluto romano. Il fascismo è un’ossessione

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Attenzione ad alzare il braccio destro. Qualcuno potrebbe accusarvi di fascismo. Pare incredibile, ma dopo due giorni non si parla d’altro: Elon Musk ha salutato la folla di sostenitori repubblicani con il braccio destro teso, all’arena Capital One, il 20 gennaio, nel giorno dell’inaugurazione dell’amministrazione Trump. Lo ha fatto due volte. In entrambi i casi, prima si è toccato il petto, all’altezza del cuore. Dunque è “evidente” che fosse un saluto nazista.


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Per essere nazisti, comunque, non basta un gesto. Il saluto ha senso, se si sta pronunciando un discorso intriso di valori nazionalsocialisti, come vediamo fare nei funerali dei nostalgici, nelle curve dello stadio di estrema destra, o nei piccoli partiti di estrema destra. Ma cosa stava dicendo Elon Musk, quando ha salutato i sostenitori suoi e di Trump? «Vorrei darvi il mio cuore» è il senso del gesto: prendersi simbolicamente il cuore e mimare il gesto del lancio. Ma cosa stava dicendo prima? «È grazie a voi che il futuro della civiltà è assicurato. Grazie a voi. Avremo finalmente città sicure. Città sicure, confini sicuri, spese oculate. Cose basilari. E le porteremo su Marte. Voglio dire, ve lo immaginate? Come sarà fantastico. Che gli astronauti americani piantino la bandiera su un altro pianeta per la prima volta?» E poi: «Sono molto eccitato per il futuro. Sarà molto eccitante. Come ha detto il Presidente, avremo un’età dell’oro. Sarà fantastico. E una delle cose fondamentali, uno dei valori più americani che amo, è l’ottimismo e la sensazione che il futuro sarà buono. Lo renderemo buono». Non manca chi ha ironizzato sui “fascisti su Marte”, il film ideato a fine anni Novanta dal genio comico di Corrado Guzzanti. Ma obiettivamente non c’è nulla di nazista (ma molto del sogno americano) nel discorso di Musk.


In America la campagna del terrore nazi è partita immediatamente dopo che le immagini sono state trasmesse. Tuttora è oggetto di dibattito. In Italia, i fact checker de L’Espresso e quelli di Bufale.net hanno immediatamente convenuto che non si trattasse di un saluto romano. Eppure la gazzarra è partita ugualmente, coinvolgendo le migliori firme del paese. Paolo Berizzi, de La Repubblica, scrive su X (il social network di Elon Musk): «80 anni dopo. Dalla liberazione dell’Europa dal nazifascismo al ritorno della Bestia». Segue foto di Musk col braccio teso. Roberto Saviano rincara la dose: « La fine di tutto questo sarà violenta (…). Prima di cadere però quanto orrore ancora? Quanto durerà l’agonia della democrazia? Che tu sia maledetto Musk». Annalisa Cuzzocrea, sempre de La Repubblica: «Saluti romani, persecuzioni e deportazioni annunciate, ambiente sventrato, annessioni di territori. Cosa potrà mai andare storto?». Carlo Verdelli, del Corriere della Sera, non è da meno: «Simbolo di un’altra era che Trump ha appena finito di sbriciolare, andrebbe rimossa dalle acque di New York e riposta in un museo. Per un minimo di coerenza. A perenne ricordo. C’era una volta in America». E il suo collega Beppe Severgnini: «Se sa quello che fa, è pericoloso. Se non sa quello che fa, è pericoloso».


La politica di sinistra non è da meno, con Ilaria Salis che paventa l’arrivo della dittatura nera: «Non è solo una posa provocatoria ma è l’espressione di una precisa agenda politica. È stato annunciato un programma di deportazione di milioni e milioni di persone». Anche l’europarlamentare di Avs, come la Cuzzocrea, confonde (deliberatamente?) “espulsione” degli immigrati illegali con “deportazione”, ottenendo un effetto scenico dirompente. Il Pd non è meno estremista nella sua interpretazione. Marco Furfaro, su X, pubblica questa dichiarazione: «Un colpo sul petto. Poi il saluto nazista. Inequivocabile: braccio destro teso. Un gesto, quello di stasera, che evoca morte, guerra, stermini. Un gesto che ha accompagnato eserciti che hanno invaso, occupato, sterminato anche in casa nostra. E siamo al primo giorno. Solo il primo giorno. Questa è la destra. Questi sono Musk e Trump. Questi sono i riferimenti internazionali del governo Meloni». L’eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo invoca subito il blocco di X, come un Brasile qualsiasi: «È un pericolo per la democrazia e l’Europa non può balbettare. Va applicato il Digital Services Act».


Ed ecco, dunque, che la sinistra ha qualcosa di cui parlare. Per i prossimi quattro anni, almeno. Non poteva credere che Musk le desse questa ghiotta occasione per risuscitare lo spettro del nazifascismo, l’unica paura che, a quanto pare, è in grado di riunificare tutte le litigiose anime della sinistra. Ma da cosa deriva la paura di Musk, in particolare? Che cosa ha impedito a tutti questi giornalisti, intellettuali e politici, di leggere il suo discorso e capire il senso del suo gesto? Il presidente argentino Javier Milei, amico personale dell’imprenditore di Space X, ha una sua idea chiara in merito: «Ha acquistato X con un atto che è stato considerato folle dal punto di vista commerciale, ma che sarà senza dubbio considerato uno dei suoi grandi contributi all’umanità, assumendo il controllo di una piattaforma che avrebbe dovuto essere un forum per il dibattito pubblico, ma che è stata programmata per cancellare qualsiasi discorso che non fosse quello egemonico dei woke. Ecco perché oggi tutti i progressisti internazionali stanno cavalcando il gesto innocente di Elon Musk per bollarlo come nazista».


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Evocare lo spettro del nazifascismo, sempre, comunque e in ogni momento, non è salutare per la memoria. Lo storico britannico Niall Ferguson lo scrive sul suo profilo X: « Nessuno studioso serio del Terzo Reich confonderebbe i gesti esuberanti di Musk con il saluto hitleriano. I politicanti che diffondono questa calunnia non sembrano ancora capire che, oltre a essere mendace, non fa cambiare idea a nessuno. Dovrebbero smettere di svalutare la moneta dell’analogia storica». Ferguson lo scrive a commento di un tweet di Antisemitism.org, un’associazione non profit per il monitoraggio dell’antisemitismo: «Quelli che non sono d’accordo con le politiche di Trump hanno tutto il diritto di criticare lui e la sua amministrazione. Tuttavia, le analogie con il nazismo alimentano una narrazione pericolosa e falsa. Inoltre, il loro uso dell’analogia, cavilloso e inautentico, diffama la memoria di coloro che sono morti nell’Olocausto per mano dei veri nazisti. Smettetela».


Anche perché, a furia di lanciare accuse di nazismo, in tanti ci credono e qualcuno può pensare di passare all’azione. Anche se Musk probabilmente non è preoccupato del fatto che il pupazzo che lo ritrae è stato appeso a testa in giù, in piazzale Loreto (luogo non scelto a caso) nella lontana Milano, anche negli Usa dopo il caricamento può seguire lo sparo. E dopo due attentati a Trump (di cui uno fallito per miracolo) c’è da aspettarsi di tutto.




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