È nell’entroterra di questa porzione dell’Isola che si radica l’azienda Tenute Altavera, in una campagna piena di colori, di odori e di natura. È qui che si decide di acquistare un terreno e di provare a rincorrere quel sogno di vinificare. L’azienda, a conduzione familiare e di recente nascita, ha chiaro l’obiettivo: coltivare con modalità biologica e produrre il miglior Vermentino e Cannonau della zona. Valentina Pippobello, parte integrante di questo progetto, ci racconta come le idee sono diventate realtà e di quanto il futuro potrebbe essere più bello del presente.
Come nasce la storia delle tenute Altavera?
Nel 2016 mio padre acquista un terreno a Berchidda per trasformarlo in azienda agricola. Il desiderio è creare una vigna e produrre vino. Inizialmente l’azienda si sarebbe dovuta chiamare Altanera per via delle aquile che qui nidificano, ma purtroppo il nome era già registrato e così abbiamo optato per Altavera, in omaggio al nome di mia nonna. Da lì abbiamo iniziato a fare dei lavori e piantato oltre un ettaro di vigna Vermentinoe un po’ di alberi da frutto. Ne 2018 poi abbiamo piantato la seconda vigna di Cannonau Merlot e Sangiovese. Abbiamo anche 2 ettari di oliveto, anche se non sono ancora in produzione. Dal 2020 la vigna di Vermentino ha iniziato a produrre e c’è stata la prima vendemmia: abbiamo imbottigliato ed è iniziata l’avventura. Anche perché nella nostra famiglia nessuno aveva mai fatto questo lavoro, per cui abbiamo dovuto imparare tutto da zero.
Che territorio è quello della Gallura dove producete il vino?
È un terreno principalmente argilloso misto sabbioso, per cui molto ricco. Il nostro è un terreno collinoso e pianeggiante, ed è qui che si trova il Vermentino, ricco di sapori e profumi derivanti dal terreno. Inoltre, la vigna è orientata verso sud, prende tanto sole ma soprattutto riesce a prendere molto vento, il maestrale, predominante nella nostra zona e che riesce a creare un clima perfetto per questo vino. Anche se siamo 300 mt sopra il livello del mare, ci sono molte escursioni termiche, molta umidità, e proprio questo insieme tra esposizione del sole e maestrale, fa sì che le nostre vigne non vengano colpite dalle malattie. Quindi il terreno argilloso, il maestrale ed il sole sono componenti importanti e fondamentali per la riuscita dei nostri vini
Berchidda è famosa per il suo pregiato Vermentino, ma anche per un bellissimo Museo del Vino.
Ci sono mole cantine in zona specializzate nella produzione del Vermentino. Ma ognuno riesce sempre a tirar fuori una caratteristica distintiva oltre agli standard canonici: vini molto fruttati, con dei sentori riconducibili alle erbe aromatiche. Il nostro vino, per esempio, si distingue perché ricorda il sapore della frutta a polpa bianca come la pesca. Ogni anno, più cresce la vigna e più riusciamo a tirare fuori dal vino nuovi profumi e nuovi sapori: all’inizio potevamo distinguere l’ananas, ora il melone e la citata pesca bianca. Ma anche la mandorla amara. Quello che è importante è assistere ad un’evoluzione. Certamente il Vermentino è la qualità di vino più prodotta, ma sappiamo che anche il Cannonau è uno dei vitigni più coltivati in Sardegna.
Uno dei vostri motti come azienda è la passione per la terra. Non a caso avete scelto la modalità biologica per produrre vino.
È stato un percorso lungo, perché seguire il biologico non è facilissimo. Sicuramente è stato uno degli obiettivi che abbiamo avuto sin dall’inizio. Non usiamo né prodotti chimici né solfiti e pochissimi trattamenti a base di rame, accettati dal biologico.
È stato più facile o più difficile scegliere il biologico dal punto di vista qualitativo e dal punto di vista del mercato?
Le uniche difficoltà che abbiamo avuto sono state di ordine burocratico. È una scelta che ci ha facilitato da subito e nel mercato la richiesta è molto alta. Da quest’anno, finalmente, potremo inserire la dicitura di biologico nelle nostre etichette e per noi sarà per noi una bella spinta.
È una mentalità vostra o trova adesione nel vostro territorio?
Il biologico è una modalità molto usata perché giudicata un valore aggiunto.
Parliamo dei vostri vini: che caratteristiche hanno?
Per ora produciamo soltanto due vini che sono Donnavera, Il Vermentino di Gallura docg dedicato a nostra nonna. La sua produzione è iniziata nel 2020 e le sue caratteristiche distintive già citate, sono ricordare anche le erbe aromatiche come la salvia. L’altro vino è un blend di Cannonau, Merlot e Sangiovese e si chiama Don Serafino, dedicato a mio nonno. Vera e Serafino sono i nostri due prodotti di punta! Sono vini che vengono vinificati in acciaio, per cui anche il rosso rimane fresco. Quello che trovo molto interessante in questo vino è che la componente del Merlot gli conferisce un retrogusto affumicato, quasi fosse vinificato in barrique. Oltre tutto, il vino rosso arriva ad una fermentazione naturale senza l’aggiunta di solfiti, mentre così non è per il Vermentino che ne ha necessità.
Chi sono i vostri consumatori?
Abbiamo molti ristoratori sparsi fra Porto Cervo, San Pantaleo, Olbia. Stiamo lavorando molto per avere tra i nostri clienti anche i privati: dalla creazione di un sito internet, all’aggiunta di un e-shop per poter vendere online. Comunque, ci capita molto spesso di ricevere chiamate da parte di estimatori che hanno assaggiato il nostro vino chiedendoci di spedirlo.
Il 2025 vi vedrà ricercare nuovi prodotti o dedicare più attenzione a quelli esistenti?
Intanto, pianteremo altri due ettari di vigna, da valutare con quale tipo di vitigno. Abbiamo anche un altro ettaro di terreno da innestare con dei vitigni autoctoni e poi ci piacerebbe diversificare con delle bollicine, magari un rosé. Vorremmo anche costruire dei piccoli appartamenti per ospitare chi ha piacere di stare in mezzo alla natura, visto che la nostra azienda si trova in aperta campagna. Abbiamo anche in progetto di realizzare un horse-club attraverso cui dare la possibilità ai visitatori di fare delle passeggiate nei boschi. E sicuramente costruire la nostra cantina e vinificare da noi. Obiettivo principale è farci conoscere e valutare per essere apprezzati da più persone possibili. Spero di avere dei buoni risultati per dedicarmi esclusivamente alla conduzione di questa azienda. Ho seguito un corso di sommelier in funzione di superare l’esame: sto imparando che in questa attività c’è da studiare sotto tutti i punti di vista!
Berchidda è salita all’onore delle cronache per un vostro compaesano molto famoso, il trombettista jazz Paolo Fresu.
Il Time in Jazz è una manifestazione annuale che ha dato molta popolarità a Berchidda. L’evento porta qui tanti turisti e tutte le cantine della zona sono impegnate con degustazioni ed abbinamenti culinari. È davvero un bel paese, dove c’è coesione e molta collaborazione: ci tengono tutti a porre in primo piano il vino.
Dal punto di vista del cambiamento climatico, è un fattore che temete?
Sì, perché sta diventando ogni anno più tangibile. Il 2024 la nostra vigna ha sofferto un po’ il caldo e di conseguenza anche l’uva. Infatti, abbiamo avuto una raccolta inferiore, 20 quintali in meno. Speriamo che le previsioni su minore quantità verso migliore qualità siano veritiere. Possibile per i prossimi anni che dovremo prendere dei provvedimenti. Ho visto che ci sono vigne che hanno iniziato a piantare con una diversa direzione dei filari, oppure altre che preferiscono coprire le viti.
Un sogno che vuoi mettere sul piatto del 2025?
Partecipare ad un evento nel quale il mio vino venga valutato e giudicato con un ottimo punteggio!
Donal Cantonetti
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