Manifestavano al grido di “Nessuno è clandestino”, ma per loro i “Ne*** sono come cani”. Ecco il vero volto dei militanti rossi del più violento centro sociale d’Italia
Sono quelli che dicono di scendere in piazza per un mondo nel quale “Nessuno è clandestino”. Che assalgono le Forze dell’Ordine con bombe carta e cartelli stradali. Che spaccano le vetrine con il volto travisato. Che bruciano i fantocci del Presidente del Consiglio e sventolano bandiere dei terroristi di Hamas. Che gridano al razzismo del governo. Ma i peggiori razzisti sono proprio loro. Per loro i ne*** vanno trattati come cani. Sfruttati finché fanno comodo da usare in qualche manifestazione violenta e poi picchiati e buttati fuori perché loro “non sono certo la Caritas”. Ecco il vero volto di Askatasuna, uno dei più violenti centri sociali in Italia.
Violenti picchiatori razzisti: ecco chi sono i rossi di Askatasuna
Durante il corteo organizzato per Ramy Elgaml hanno lanciato bombe carta contro un commissariato di Polizia e bottiglie di vetro e alcune transenne contro gli Agenti, ferendone cinque. Ma questo è solo l’ultimo episodio di estrema violenza del quale sono stati protagonisti i violenti rossi del centro sociale Askatasuna.
Dentro al centro sociale Askatasuna c’è “un’associazione per delinquere che ha la finalità di commettere reati con l’uso della violenza, per contrastare i portatori di ideologie diverse o quelli che il sodalizio ritiene essere avversari”. E pensare che il Sindaco del Partito democratico di Torino vorrebbe anche premiarli legalizzando la sede che hanno occupato abusivamente.
“Ne*** come cani”: ecco chi sono i peggiori razzisti
Mentre nelle piazze gridano al “razzismo di Stato” e professano un mondo nel quale “nessuno è clandestino”, nel loro centro sociale occupato – quando nessuno li vede e li sente – svelano il loro vero volto. E fa inorridire. Sono i peggiori razzisti.
“Un bel negr**** sano da prendere già fatto e finito da allevare come un bianco che sia già in grado di pisciare da solo, che è stato già svezzato e al massimo spendi un po’ di più a fargli un po’ di imprinting per cacciare via i complessi. Come i cani: sempre meglio prenderli educati da adulti che un cucciolo. Noi non siamo la Caritas: se non c’è un minimo di impegno, che cazzo ce li teniamo a fare?”, sono le parole utilizzate nei confronti dei migranti dal leader del centro sociale di Askatasuna.
Accerchiavano e picchiavano i migranti
“Quando sono arrivato davanti all’entrata del palazzo, alcuni ragazzi che stavano fuori mi hanno circondato, altri hanno aperto il portone da dentro e mi hanno aggredito usando anche tirapugni di ferro, colpendomi più volte al torace, alle gambe e alla testa con calci anche quando stavo a terra”.
Accerchiavano e picchiavano gli immigrati. Finché gli tornavano utili per le guerriglie urbane e le violenze contro le Forze dell’Ordine li sfruttavano, ma poi – una volta che non gli servivano più – li picchiavano e li buttavano fuori a calci. D’altronde, come dicono loro stessi nelle intercettazioni, mica “sono la Caritas”.
Gli inquirenti: “Militanti di Askatasuna mossi da indole razzista”
Per gli inquirenti, che hanno indagato sulle violenze commesse dal centro sociale di Askatasuna: “Le motivazioni antirazziste poste alla base della protesta sono smentite dalla radicata indole razzista dei militanti di Askatasuna emersa nel corso dei servizi tecnici, soprattutto nei riguardi delle persone di colore, più volte dileggiate e denigrate con epiteti discriminatori“.
Grazie alle intercettazioni della Digos gli investigatori hanno accertato, come svela l’inchiesta di Quarta Repubblica, che: “La solidarietà è solo apparente e del tutto strumentale ad ottenere il favore degli stranieri e il loro contributo nelle manifestazioni di lotta contro lo Stato e le istituzioni”.
La sinistra resterà muta?
La sinistra li ha sempre coccolati e difesi. Per loro sono sempre stati i “bravi ragazzi” dei centri sociali. Quando hanno assaltato le Forze dell’Ordine con bombe carta e sassaiole non hanno proferito una parola. Anzi, il Sindaco del Partito democratico di Torino voleva pure regalargli la sede del centro sociale che è occupato abusivamente.
Adesso avranno il coraggio di prendere le distanze da questi delinquenti violenti e razzisti oppure resteranno, ancora una volta, in religioso silenzio?
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