Le parole del digitale che (forse) non conosci

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Dal marketing all’etica: i termini digital più curiosi

Ecco un piccolo ma variegato glossario dedicato ad alcuni aspetti curiosi e meno noti del mondo digital e social.

Astroturfing: Pratica che consiste nel simulare il sostegno popolare nei confronti di un prodotto, un marchio o un’idea, al fine di influenzare l’opinione pubblica e creare un’illusione di consenso (o dissenso) diffuso. Questa tecnica implica spesso la creazione di falsi feedback quali recensioni, commenti e post sui social media in apparenza pubblicati da individui neutrali, ma promossi in realtà da sponsor e organizzazioni con interessi ben precisi.

Bot: Programmi informatici automatizzati, progettati per interagire con gli utenti sulle piattaforme di social media. Grazie alla loro capacità di apprendimento, possono essere utili, ad esempio, a velocizzare il servizio clienti e rispondere alle domande degli utenti, ma talvolta vengono sfruttati per fini negativi come manipolare le opinioni o diffondere disinformazione.

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Cancel culture: Al centro di un acceso dibattito, soprattutto nel mondo anglosassone, il termine fa riferimento a un atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende a cui viene tolto sostegno e gradimento a causa di opinioni o comportamenti ritenuti offensivi.

Doxing: Il termine è una contrazione di “dropping docs”, ovvero “distribuire documenti”. Questa pratica consiste nel raccogliere informazioni personali di un utente e pubblicarle senza il suo consenso per scopi dannosi o intimidatori. Gli attacchi di doxing possono variare dai più banali, come l’iscrizione a un servizio e-mail, ai più pericolosi come minacce, molestie e furto di identità.

Ephemeral content: Dalle storie di Instagram, agli stati di Whatsapp passando per gli snap su Snapchat, questo termine indica contenuti disponibili solo per un breve periodo di tempo e destinati poi a scomparire.

Fomo marketing: Acronimo di Fear Of Missing Out, il termine indica il timore di essere esclusi da un’opportunità o un’esperienza. Questa forma di ansia è particolarmente diffusa nel mondo iperconnesso dei social network e viene sfruttata dal marketing digitale come leva per suscitare un forte senso d’urgenza e spingere le persone ad acquistare, condividere e interagire nel più breve tempo possibile.

Hacking etico: Contrariamente a quello comunemente inteso, l’hacking etico costituisce un’attività di sicurezza informatica assolutamente legale in cui gli esperti testano la robustezza dei sistemi, compresi i social network, al fine di risolvere eventuali problemi di sicurezza prima che possano essere sfruttati da hacker malintenzionati, tutelando così informazioni personali e dati sensibili degli utenti.

Live shopping: Trend del futuro o moderna televendita? Il live shopping è una forma di e-commerce in cui i venditori presentano in diretta i prodotti ai potenziali acquirenti i quali possono interagire, porre domande e acquistare durante la trasmissione.

Memestock: Quando le community online di millennial si riuniscono su un forum di reddit e coordinano operazioni di compravendita sono, ci crediate o no, in grado di influenzare l’andamento dei mercati finanziari. E così le azioni di determinate società possono diventare oggetto di speculazione grazie alla viralità di meme e discussioni sui social media, anziché basarsi sui fondamentali dell’azienda.

Nudging: Nell’ambito del digitale e dei social, l’espressione fa riferimento alla strategia utilizzata dalle piattaforme per cercare di incentivare gli utenti a trascorrere più tempo on-page, condividendo contenuti ed interagendo con altri profili, tramite l’utilizzo di “nudges” (colpetti) come notifiche, suggerimenti di amicizia o inviti a condividere contenuti.

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Oversharing: Eccessiva condivisione di sé stessi e della propria vita sui social media, spesso senza considerare le implicazioni sulla privacy e la sicurezza online. Questa tendenza può influenzare negativamente le relazioni personali e professionali, poiché i contenuti condivisi in modo eccessivo possono essere considerati inappropriati

Social Currency: Nel mondo del marketing, questo concetto si riferisce al valore sociale che una persona può ottenere attraverso la condivisione, offline ma soprattutto sui social media, di contenuti o informazioni relativi ad una marca e che possono aumentare la sua reputazione o il suo status sociale. La social currency rappresenta per i brand un’opportunità di generare valore al di là delle classiche campagne promozionali.





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