Muffa e docce ghiacciate: a Livorno scatta la protesta delle piscine

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LIVORNO. Acqua fredda in vasca e alle docce. Attaccapanni e panche che non bastano per tutti. Infiltrazioni dal tetto. Muffe che ricoprono il soffitto, porte dei bagni rotte, luci che mancano, scarsa cura degli ambienti verdi all’esterno. È il quadro che diversi utenti (ma anche inclementi fotografie) fanno delle piscine Camalich di via Allendi e Neri di via dei Pensieri.

Diverse lettere sono arrivate negli ultimi tempi alla nostra redazione, con numerose firme dei frequentatori delle due strutture. E il 22 gennaio è intervenuta anche “Buongiorno Livorno” dopo aver effettuato un sopralluogo verificando che le segnalazioni di cui anche la lista civica era già in possesso, rispondessero al vero. «Come segnalato da molti cittadini, ciò che abbiamo trovato all’interno della struttura è incredibile: un impianto comunale, gestito ormai da più di un anno attraverso l’accordo di cooperazione tra il Comune di Livorno e la Federazione Italiana Nuoto, risulta in condizioni gravemente indecenti», attacca Buongiorno. «Ci chiediamo se l’Amministrazione ha contezza della situazione, se ha un piano di manutenzione e se questo risulta già coperto con stanziamenti in bilancio. Ci chiediamo anche come la Fin possa accettare che gli impianti si trovino in tale stato e che atleti olimpionici possano allenarsi in tali condizioni».

Definite come un esempio di cattiva gestione, “Buongiorno Livorno” ha depositato una interpellanza che sarà discussa al più presto in Consiglio Comunale: «Per capire come risolvere al più presto questa incresciosa situazione». Le immagini degli spogliatoi con enormi macchie di muffa, si sommano come dicevamo alle proteste di numerose mamme che sostengono le difficoltà dei loro bimbi a vincere la bassa temperatura durante i corsi, alcuni che addirittura si rifiuterebbero di entrare in acqua o che se ne andrebbero dopo poco. Senza considerare che fare la doccia diventa quasi prova da spartani.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Interpellato dal Tirreno Stefano Franceschi, allenatore azzurro, ma anche direttore responsabile della gestione per conto della Federnuoto, replica: «Le temperature delle acque in vasca sono a norma di legge, perché per esempio, la vasca piccola da 25 dedicata ad attività corsuale e altre attività agonistiche, deve rientrare in una forbice tra i 24 e i 30 gradi e noi la teniamo a 28/28,5. Molto più calda, la si trova certamente alle terme. Chi fa corsi adulti di aquagym o nuoto libero, ha mancamenti perché troppo calda. Anzi, ho lettere e segnalazioni di chi ci accusa di sperperare denaro pubblico, sapendo che una parte della bolletta del gas per il riscaldamento, la paga la federazione e il restante, il Comune. Capisco gli anziani che possono avere una certa impressione quando ci svolgono ginnastica dolce. Ma la realtà è un’altra, termometri alla mano. Poi, c’è la vasca didattica, quella usata dai piccini che indossano i braccioli. Le temperature, che per legge regionale deve essere fra i 26 e i 32 gradi, qui, oscillano tra i 30,5 e i 31. Gli adulti che la usano per aerobica ed altro, accusano quasi malori».

Le vasche, per Franceschi, sembrano argomento esaurito. E le docce? «Argomento delicato – risponde Franceschi –, che riguarda gli spogliatoi di chi fruisce della vasca da 25 metri. Il problema risale ai lavori all’impianto eseguiti nel 2014. C’è la mandata di acqua fredda, quella di acqua calda, e il ricircolo che dovrebbe permettere di non aver mai interruzione del getto a una certa temperatura. Un ricircolo lontanissimo dalle caldaie, messo sopra il tetto con metri e metri di tubazione, che non ha mai funzionato. Può essere che uno si lavi senza problemi, e dopo poco, un altro si senta in Siberia».

Un problema che invece non sussiste per chi fa attività nella vasca più grande. Ieri mattina – racconta Franceschi – sono andati tecnici di una ditta alla ricerca di una soluzione: dovrà essere studiata una tempistica per non incidere tuttavia sulle normali attività quotidiane.

Sul resto Franceschi afferma: «Appendiabiti e stipetti li troviamo spesso danneggiati. Atti vandalici di qualcuno che si diverte. La maggior parte delle volte, strappati dal muro. I manutentori non hanno tregua. Provvedono sistematicamente a sistemare, ma può capitare che uno viene e non sa come fare ed ha ragione a lamentarsi. Magari il giorno dopo è tutto quanto ripristinato. Sulle muffe, per il momento daremo noi una tinteggiatura e l’antibatterico. Fra non molto credo si eliminerà il problema alla radice con prese d’aria che deve far realizzare il comune. Per anni questi impianti sono stati poco coccolati e alla fine i nodi vengono al pettine. Sono fiducioso. La Federazione crede molto su Livorno e certi attuali problemi potrebbero essere abbastanza presto risolti. Il 22 e 23 marzo si farà qui la manifestazione più importante prima degli italiani». 

Le parole di Salvetti

«Sabato 18 gennaio ho assistito alle finali giovanili di pallanuoto e in quell’occasione Stefano Franceschi mi ha mostrato il fenomeno legato all’umidità nelle doccie e negli spogliatoi. Abbiamo concordato un intervento che sarà effettuato in questo fine settimana per togliere l’effetto dovuto all’umidità e la tinteggiatura. Ma gli uffici comunali hanno già avviato l’iter per realizzare delle prese d’aria che l’impianto non ha mai avuto e che in passato non sono mai state realizzate per togliere alla radice le cause del problema». Così il sindaco Luca Salvetti – che ha anche la delega allo sport – commenta la situazione delle piscine. «Sulle altre situazioni evidenziate dai frequentatori non ci erano pervenute mai segnalazioni e con la Federazione cercheremo di eliminare la problematica – aggiunge –. Vorrei tuttavia ricordare le condizioni in cui versavano le piscine comunali nel 2019. In cinque anni di lavoro abbiamo completamente rilanciato le strutture attraverso l’accordo con la federnuoto, che vede adesso Livorno al centro di tutto un programma di grandi eventi. Sono stati investiti milioni di euro per la sistemazione di Bastia e Camalich, la manutenzione sia interna che sui tetti, deve essere continua perché si tratta di impianti non certo recenti. Al netto di questo, per giudizio di tecnici federali e atleti, le nostre strutture sono un fiore all’occhiello nel panorama nazionale». Salvetti, tiene da ultima la stoccata: «Tutte le preoccupazioni per lo svolgimento del nuoto libero o gli altri servizi una volta attivato l’accordo con Fin, si sono mostrate prive di fondamento. Le nostre piscine funzionano, i lavoratori che in passato avevano rischiato di perdere il posto, svolgono la loro attività con certezze e garanzie e il nuoto si svolge regolarmente , senza disagi per nessuno». 

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