Omicidio Pierina Paganelli, la Cassazione accoglie il ricorso di scarcerazione di Louis Dassilva con rinvio al Tribunale del Riesame

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di
Enea Conti

L’unico indagato per l’omicidio, ora in carcere a Rimini su mandato della Procura ha vinto il ricorso presentato in Cassazione in attesa anche dell’incidente probatorio nel quale tornerà nel condominio del delitto

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A decidere se una nuova e clamorosa svolta cambierà il corso delle indagini sul delitto di Pierina Paganelli sarà il Tribunale del Riesame di Bologna. Quello che è certo è che la difesa di Louis Dassilva, l’unico indagato per l’omicidio, ora in carcere a Rimini su mandato della Procura, ha vinto il ricorso presentato in Cassazione: i legali Andrea Guidi e Riario Fabbri avevano chiesto la scarcerazione del 34enne senegalese, che però resta in cella perché la Suprema Corte ha accolto le osservazioni mosse dai due avvocati ma ha rinviato la decisione finale ai giudici bolognesi.

L’omicidio di Pierina Paganelli e il carcere per Dassilva

Guidi e Fabbri avevano evidenziato al cospetto della Cassazione una mancanza di motivazioni da parte del tribunale del Riesame all’epoca della sentenza che confermava la misura cautelare per Dassilva. Sarebbero risultati non trasmessi alcuni documenti video della cam3, una delle videocamere di sorveglianza della farmacia antistante al civico 31 di via del Ciclamino, la palazzina dove vivevano sia Dassilva che Pierina Paganelli, che fu uccisa nel sottoscala vicino ai box garage di ritorno da un gruppo di preghiera dei testimoni di Geova. 




















































Secondo la Procura il dispositivo avrebbe ripreso Dassilva mentre rincasava la sera dell’omicidio, probabilmente dopo aver gettato via l’ipotetico coltello con cui avrebbe commesso il delitto. Ma per la difesa dell’indagato dall’analisi dettagliata dei fotogramma si potrebbe provare che la sera del 3 ottobre 2023 alle 22.17 l’uomo che si vede nei fotogrammi della cam3 potrebbe essere un condomino e non il loro assistito.

L’attesa per l’incidente probatorio nel condominio del delitto

Una tesi non casuale. La premessa è che le immagini sono in bianco e nero e poco nitide. Il condomino in questione, tuttavia aveva spiegato agli inquirenti e di sua spontanea volontà, di essersi riconosciuto nel filmato, salvo poi ritrattare o comunque non esserne certo, per poi riconfermare di essere passato nel campo visivo della videocamera alle 22.17 del 3 ottobre. Questi video sono ora al centro di un incidente probatorio che sarà messo in scena nei prossimi giorni: davanti alla telecamera di via del Ciclamino sfileranno sia Dassilva che il condomino. La Procura è certa che l’esperimento confermerà la tesi degli inquirenti, la difesa è certa del contrario.

L’agguato nel sottoscala e le lunghe indagini

Vanno poi richiamati alla memoria anche altre evidenze emerse nell’ultima parte dello scorso anno, ad più di dodici mesi dall’assassinio della 78enne: non è stata trovata alcuna traccia del dna di Dassilva sulla scena del crimine. La certezza è Pierina Paganelli cadde vittima di un agguato nel sottoscala del condominio in cui viveva e che fu colpita a morte con 29 coltellate. 

Era di ritorno da un gruppo di preghiera dei testimoni di Geova e quella sera in via del Ciclamino erano presenti tutti i suoi vicini di casa: Manuela Bianchi, la nuora che avrebbe rinvenuto il cadavere la mattina del 4 ottobre, Louis Dassilva amante della Bianchi, la moglie Valeria Bartolucci e il fratello di Manuela, Loris, ospite a cena della sorella.

La prova del video

Dalle indagini è emerso che i rapporti tra Pierina Paganelli, la nuora, il fratello e Dassilva erano parecchio tesi per svariati motivi, tra cui la relazione extraconiugale di Manuela Bianchi con il 34enne senegalese. 

La prova «video» costituisce la pietra angolare su cui si basa l’indagine su Dassilva, oltre che al movente relativo alla relazione extraconiugale. Pierina Paganelli fu uccisa alle 22.12 del 3 ottobre del 2023. Ed è stato accertato che Dassilva era connesso alla piattaforma di Netflix fino a pochi minuti prima del delitto mentre il suo telefono risultava essere stato messo in pausa dalle 21.55 fino alle 22.38.

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