Nel 2025, Toscana, Campania, Marche, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto saranno chiamate al voto per le elezioni regionali. In Toscana la legge elettorale esclude apparentamenti, inoltre prevede il ballottaggio, nel caso che nessuno dei candidati raggiunga il 40% dei consensi. Infine, al candidato che al primo turno raggiunge il 45% vengono attribuiti 24 seggi sui 40 disponibili; lo stesso candidato arrivando tra il 40% e il 45% otterrà 23 seggi.
Parlando di candidati presidenti, per la maggioranza che fa capo al Pd coadiuvato dai renziani la scelta cadrà sicuramente sul presidente uscente Eugenio Giani, il politico toscano più conosciuto e popolare. È anche molto benvoluto dalla gente e la sua politica, molto votata alla comunicazione e al presenzialismo, ne fa un ottimo influencer. Giani è così presente in tutti gli eventi del territorio che sembra avere il dono dell’ubiquità, e a Capodanno si è concesso pure un tuffo nell’Arno a favore di telecamera. Detto questo, però, anche tra i suoi compagni di partito la sua considerazione politica non è molto alta. Errori di gestione, mancate promesse, immobilismo amministrativo sono i temi che vedono arrancare la giunta regionale uscente e costituiscono i nervi scoperti per una contesa elettorale.
Sempre in Toscana si va consolidando la possibilità di vedere in lista Roberto Vannacci. E ancora in dubbio se il generale parteciperà con una sua compagine o con la Lega. Le cose non sono ancora chiare, in ogni caso Vannacci rivendica la sua appartenenza alla Lega anche se ha depositato un marchio per la sua lista. Tra i bene informati inoltre si fa strada anche l’idea che vorrebbe Vannacci candidato Presidente e nella Lega ci sperano. Al momento l’ipotesi è ancora in alto mare e favorito per l’investitura per ora è il sindaco di Pistoia, al secondo mandato, Alessandro Tomasi, meloniano della prima ora. Anche Marco Stella di Forza Italia, consigliere fiorentino di lungo corso, nutre delle speranze e propone primarie di coalizione. In ogni caso la candidatura è connessa con i negoziati per le campagne delle altre regioni in contesa.
Tra i tre, Tomasi è espressione del partito più forte e ha anche alle spalle un’ottima e fruttuosa esperienza di politica locale in una provincia decentrata. Vannacci invece sull’onda del successo personale nazionale potrebbe rivelarsi una scelta che spariglia le carte. Di sicuro, infatti, competere nel territorio toscano, nel campo politico della sinistra, porterebbe a una lotta impari tra Giani e chiunque altro. Anche se sussistono infatti abbondanti motivi per dubitare del buon governo della giunta uscente, le proposte degli sfidanti non riuscirebbero a spostare la quantità di consenso necessaria a un cambio di governo. Tra i sostenitori storici del centrodestra, qualcuno scuote la testa perché nota che il voto regionale è pragmatico, guarda le questioni locali e non può rientrare in un frame politico-ideologico. Evitare quindi il confronto sulle criticità espresse dalla vecchia gestione regionale costituirebbe un favore al presidente uscente. Personalmente non la vedo così: la candidatura di un “papa straniero” fuori dagli schemi come Vannacci potrebbe portare la contesa nel campo dell’opinione, dove Vannacci potrebbe sicuramente contendere la presidenza a Giani. La popolarità nazionale del generale, basata pure su argomenti che anche la sinistra sta riscoprendo, riverberata nella regione è molto superiore a quella del seppur valido Tomasi e potrebbe solleticare anche quelle frange di elettori indecisi, portandoli in silenzio verso un consenso diverso. Senza contare che la grande popolarità e trasversalità dei temi cari a Vannacci sarebbe molto più utile a tutta la lista.
A rendere Roberto Vannacci ottimo contendente alla carica regionale concorrono inoltre le indubbie capacità manageriali, di leadership e di gestione di risorse scarse, acquisite nella brillante carriera a contatto con organizzazioni internazionali. Il piglio anticonformista, e l’energia stessa della sua azione, ha lasciato attoniti i suoi avversari. La rapidità e la risolutezza con cui l’uomo ha ingaggiato l’attività politica la dice lunga sulla fiducia di cui è degno. Di sicuro un personaggio non convenzionale che potrebbe irrompere nel panorama regionale ponendosi al suo vertice con ottimi risultati.
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