Bologna, 24 gennaio 2025 – C’è l’avviso di vendita unitaria degli asset del Gruppo La Perla, che comprende lo storico marchio di lingerie e lo stabilimento produttivo bolognese. L’invito dunque è quello di presentare manifestazioni di interesse: per farsi avanti c’è tempo fino al 10 febbraio.
Le manifestazioni di interesse, che dovranno essere redatte in lingua italiana con traduzione in lingua inglese, dovranno pervenire entro e non oltre le 15 del 10 febbraio 2025. Le manifestazioni di interesse non sono vincolanti, ma con l’invito a presentarle si apre un periodo al termine del quale verrà pubblicato il bando di vendita vero e proprio.
Partito l’iter di vendita, ora si apre la partita per la tutela occupazionale delle lavoratrici. Le dipendenti di La Perla Manufacturing sono 175, mentre 43 persone sono in forza a La Perla Global Management Uk. La procedura di vendita prevede un perimetro ‘obbligatorio’ che comprende, oltre ai marchi, anche i complessi aziendali facenti capo a La Perla Manufacturing, quindi anche i contratti di lavoro subordinato. Tuttavia l’azienda è in amministrazione straordinaria e
l a normativa non prevede l’obbligo di riassumere tutte le lavoratrici. Per quanto riguarda La Perla Global Management Uk, l’invito parla dei suoi asset solo in termini di ‘opzione di acquisto’.In altre parole, mentre i marchi sono stati svincolati dalla capogruppo e seguiranno lo stabilimento bolognese, l’acquisto degli altri asset – know how e soprattutto contratti di lavoro –non è obbligatorio. La tutela per le lavoratrici dovrebbe derivare dal bando di vendita vero e proprio, dove verranno stabiliti dei meccanismi di valutazione dell’offerta che daranno peso non solo all’offerta economica ma anche al piano occupazionale presentato dalle parti interessate. D’altra parte i sindacati hanno ricevuto, a più riprese, rassicurazioni sul fatto che l’aspetto occupazionale sarebbe stato tenuto in forte considerazione. “Vedremo come risponderà l’imprenditoria del nostro Paese. Noi lavoreremo come abbiamo fatto finora”, spiega Stefania Pisani della Filctem Cgil, che con Mariangela Occhiali della Uiltec Uil ha seguito la vertenza della storica azienda bolognese fin dalle prime fasi. Parallelamente va avanti la partita degli ammortizzatori sociali. La cassa straordinaria per La Perla Manufacturing è stata prorogata, mentre quella per La Perla Global Management Uk scade domani.
Il 10 febbraio è fissato l’incontro al ministero del Lavoro per prorogare l’ammortizzatore e in quell’occasione si discuterà anche di altre possibili soluzioni.
Tra i possibili pretendenti da giorni circola il nome di Calzedonia. “Quella che era una delle crisi emblematiche del settore della moda, oggi può diventare il simbolo del rilancio industriale del comparto – dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso – con la cooperazione di tutti gli attori abbiamo segnato una svolta in questa vertenza, con l’obiettivo di tutelare allo stesso tempo sia un marchio storico del Made in Italia sia soprattutto i nostri lavoratori ai quali avevo assicurato il nostro impegno. Siamo sulla strada giusta“.
Per la prima volta, infatti, dopo mesi di lavoro, quattro procedure concorsuali diverse – tre con finalità liquidatoria, di cui una britannica, e una italiana, con finalità di ricerca di una soluzione industriale – si sono armonizzate sotto la regia del ministero per fornire una risposta industriale a uno dei principali marchi del Made in Italy, “valorizzando al contempo le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti”, si sottolinea sempre dal ministero.
La crisi del Gruppo La Perla è stata gestita dal ministero delle Imprese e del Made in Italy a partire dall’autunno del 2023, “in risposta alle forti preoccupazioni espresse dai lavoratori riguardo alla gestione finanziaria del gruppo allora proprietario. In pochi mesi, il rapido deterioramento della situazione economica ha portato tutte le unità del gruppo in stato di insolvenza”, ricorda il ministero.
La casa madre, basata a Londra e detentrice del marchio, operava fuori dall’Unione Europea, mentre il principale sito produttivo è in Italia, a Bologna, e questo ha complicato non poco il tutto. In questo contesto, a febbraio 2024, dalla collaborazione tra ministero delle Imprese e del Made in Italy e ministero del Lavoro, è stata garantita la cassa integrazione straordinaria per tutti i lavoratori delle società italiane de La Perla, evitando qualsiasi licenziamento. Poi, con l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, tutte le procedure concorsuali hanno lavorato, sotto la regia del ministero, per raggiungere un’intesa innovativa – la prima del genere dopo la Brexit – “finalizzata alla valorizzazione ottimale del Gruppo e a un coordinamento efficace tra tutte le parti coinvolte”.
A settembre 2024, dopo una serie di sessioni ad oltranza al ministero, è stato siglato un accordo che ha permesso a La Perla Manufacturing di riprendere la produzione di capi a marchio “La Perla” e di garantirne la commercializzazione sul mercato.
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