Le comunità energetiche rinnovabili al centro del dibattito: il caso Fervores

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La creazione della Comunità energetica rinnovabile e solidale (Cers) Fervores, acronimo di Futuro energetico rinnovabile nelle Valli Orco e Soana, è stata raccontata ad Aosta nella serata di venerdì 24 gennaio 2025 dal suo presidente, il sindaco di Frassinetto, Marco Bonatto Marchello, che è anche presidente dell’Unione montana Valli Orco e Soana.

L’incontro è stato organizzato da Rete Civica, che sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) ha più volte discusso in Consiglio Valle: «sono quasi tre anni che noi seguiamo il tema – ha ricordato Chiara Minelli in apertura della serata – sia con delle iniziative consiliari, sia con una proposta di legge che abbiamo depositato e che poi è confluita nel disegno di legge della Giunta regionale. Dopo i diversi incontri che abbiamo organizzato in passato oggi ospitiamo un amministratore locale che insieme ad altri colleghi che sta portando avanti azioni concrete per lo sviluppo del movimento delle Cer. Marco Bonatto Marchello è sindaco di un piccolo Comune della città metropolitana di Torino di circa 260 abitanti, situato su un altopiano che che sta davanti alla Val Soana, a circa mille metri di altitudine ed opera in una realtà molto simile a quella della Valle d’Aosta e ci è sembrato che molti aspetti di questa di questa Cer solidale possano essere interessanti anche per noi».

Marco Bonatto Marchello, presidente della Cers Fervores, Chiara Minelli, consigliera regionale di Rete Civica e Massimiliano Kratter, portavoce di Europa Verde Valle d'Aosta
Marco Bonatto Marchello, presidente della Cers Fervores, Chiara Minelli, consigliera regionale di Rete Civica e Massimiliano Kratter, portavoce di Europa Verde Valle d’Aosta

«L’Unione europea ha posto obiettivi di transizione energetica importanti e sfidanti e che vanno verso l’uso massiccio delle fonti rinnovabili – ha spiegato la consigliere regionale di Rete Civica – e non siamo nell’America di Donald Trump, per quanto ci condizionerà rilanciando le trivellazioni, l’uso massiccio dei combustibili fossili ed addirittura il carbone, incurante delle conseguenze che questo avrà rispetto al clima ed verso la la salute, perché i due elementi sono strettamente connessi. Noi abbiamo una notevole produzione di energia pulita nella nostra regione attraverso l’uso delle acque, ma la risorsa idroelettrica è ampiamente utilizzata ed in alcuni casi anche eccessivamente e non in modo del tutto corretto. Il sole è ancora sottoutilizzato, con una produzione di energia elettrica da fotovoltaico in Valle d’Aosta si limita a poco più del 2% del totale . Il Piano energetico regionale è stato approvato circa un anno fa ed indica una potenzialità di produzione di energia da fotovoltaico di ben 400 MW tramite l’installazione di impianti sui tetti di edifici pubblici o privati, passando nel giro di sei anni dai 30 GWh del 2024 ai 200 GWh nel 2030, con un incremento del 600%. Inoltre, nel luglio 2024 è stato approvato dal Ministero dell’ambiente il Decreto aree idonee per gli impianti appunto da “Fer”, fonti di energia rinnovabile, che pone a tutte le Regioni degli obiettivi di incremento della potenza installata. In base a questo decreto la nostra regione, entro il 2030, dovrebbe incrementare di 328 MW la potenza installata rispetto a quella risultante al 31 dicembre 2020. Si tratta di un obiettivo che pone un ulteriore e notevole incremento di produzione di energia rinnovabile per il quale crediamo che non si debba puntare ancora su l’idroelettrico che ha ormai raggiunto un punto di saturazione».

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La Cers Fervores, che proprio nella giornata di giovedì 23 gennaio è stata iscritta nel Registro unico nazionale del Terzo settore della Regione Piemonte, dopo essere stata creata come Associazione non riconosciuta e poi trasformata in Fondazione, è nata nel dicembre 2022 dalla Green community Sinergie in Canavese, fondata dall’Unione Montana Valli Orco e Soana, insieme con i Comuni di Frassinetto, Ingria, Noasca, Pont Canavese, Ronco Canavese e Valprato Soana, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Sinergie.
In attesa delle normativa nazionale sulle forme di autoconsumo e condivisione dell’energia rinnovabile, l’Unità montana ha poi ottenuto, in partenariato ad altri Enti analoghi e il Comune di Cuorgné un finanziamento di 4,3 milioni di euro dal Pnrr per 19 progetti tra cui uno, da 160mila euro, rientrante nell’ambito dell’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti e per la produzione di energia da fonti rinnovabili locali con la realizzazione di Comunità energetiche sul territorio, decidendo quindi di strutturarsi come Cers multicabina e di farsi supportare dal Dipartimento energia del Politecnico di Torino per la definizione degli elementi tecnici ed economici, affidando anche una consulenza legale per cercare un nuovo soggetto giuridico, proprio in funzione della nuova normativa: «i nostri piccoli paesi devono saper fare comunità e cosa c’è di meglio di condividere l’energia ed essere solidali – ha sottolineato Marco Bonatto Marchello – dato che nel prossimo decennio la povertà energetica sarà una problema con il quale le persone dovranno confrontarsi. Tra presidenti delle Unioni montane e con il Comune di Cuorgné abbiamo creato una cabina di regia per definire il soggetto più calzante e quindi facendo partire l’iter per la Fondazione con 41 soci fondatori, tra cui 23 Comuni sui 27 che fanno parte della Green community, quattro unioni montane su cinque, il Gal Valli del Canavese ed il Consorzio socio-assistenziale, oltre a diverse associazioni di categoria che possono dialogare con i privati che, al momento, sono una trentina e ci hanno così permesso di poter diventare Fondazione».

Il pubblico presente all'incontro sulla Cers FervoresIl pubblico presente all'incontro sulla Cers Fervores
Il pubblico presente all’incontro sulla Cers Fervores

«Con i 160mila euro che avremo dal Pnrr costituiremo nella sede della nostra Unione montana un ufficio dedicato a Fervores – ha continuato il presidente della Cers canavesana – che rappresenterà le cinque cabine territoriali per una gestione multicabina, perché noi piccoli amministratori sappiamo che si può verificare un aumento delle spese correnti per nuove funzioni di competenza comunale e quindi un’unica cabina avrà una sola spesa di gestione per la sua control room. Abbiamo organizzato un Consiglio di amministrazione provvisorio e tramite il Politecnico di Torino avremo l’appoggio di una start-up di software ci darà un servizio che stiamo cercando di modellare per simulare su una piattaforma situazioni reali per poi andare a disciplinare la comunità. Abbiamo di tre titoli di spesa, il 25% per la gestione del CdA, di chi lavora alla Cers e per servizi e spese, mentre un 45% per costruire gli impianti fotovoltaici ed essere produttore, ma una grande attenzione sarà anche verso il consumatore perché fare comunità energetica è provare a stare insieme per questo grande obiettivo di energia futura derivata dalle fonti rinnovabili, tenendo in equilibrio nelle fasce orarie la produzione ed il consumo».

«Abbiamo vissuto diverse vicissitudini nel cambiamento delle bozze di normativa – ha lamentato Marco Bonatto Marchello – nella nostra Green community abbiamo alcuni impianti fotovoltaici che sono stati già finanziati con il Pnrr e non potranno quindi ottenere l’incentivazione della misura delle Comunità energetiche ma, in questo momento, non dobbiamo farci mettere in difficoltà dalle normative, ma impegnarci per sfruttare l’energia solare, anche perché incentivata e se riusciamo a mettere sul tavolo i progetti entro marzo o nella scadenza seguente possiamo fare la nostra parte su quello che è il bene futuro del mondo. Siamo un po’ sconvolti da quello che vediamo in questi giorni ma in questi tre anni io ho dedicato il mio tempo a tutto quello che era un valore green e nel nostro piccolo continueremo a farlo. Se il cittadino vede che il sindaco ci crede anche lui si interessa e come Pubblica Amministrazione andremo a stimolare l’uso di ex immobili industriali che avessero bonifiche da fare, cercando di portare imprenditori locali energivori così da aumentare la produzione e coprire poi il consumo privato».

«Io mi scontro quotidianamente con i giovani che abbandonano la montagna – ha rimarcato, come sindaco di Frassinetto – e ogni volta che io vedo una coppia che si trasferisce nel fondovalle è una freccia al cuore. Ho pensato a un progetto di pendolarismo gratuito, dando un’auto elettrica caricata con una ruota da mulino, per far sì che queste persone possano continuare a rimanere in montagna. Le Cer che non sono la panacea di tutti i mali ma vogliamo cogliere questa opportunità ed avere come quarto titolo di bilancio la solidarietà, un servizio ecosistemico ambientale così da pareggiare le disparità abitative».

Michel Martinet, presidente dell'Unité des Communes Mont Emilius, interviene all'incontro sulla Cers FervoresMichel Martinet, presidente dell'Unité des Communes Mont Emilius, interviene all'incontro sulla Cers Fervores
Michel Martinet, presidente dell’Unité des Communes Mont Emilius, interviene all’incontro sulla Cers Fervores

Nel corso dell’incontro Loris Sartore, assessore all’ambiente del Comune di Aosta, ha annunciato l’avvio di uno studio di prefattibilità di Cer valdostana insieme all’Unité des Communes Mont Emilius, finanziato dalla Regione, come previsto dalla legge regionale 15/2024: «siamo ancora alle battute iniziali, dobbiamo ancora stabilire una convenzione tra i Comuni per procedere con i passi successivi ed incaricare dei soggetti che faranno gli studi di approfondimento per la fattibilità – ha precisato – ragioneremo su una Cer multicabina che metterà insieme assieme le tre cabine primarie della Plaine, con una base di popolazione di circa 60mila abitanti, quasi mezza Valle d’Aosta. Speriamo di poter dare nei tempi necessari una risposta a tutti i cittadini che vorranno aderire come soci ordinari ma dobbiamo ancora stabilire quale sarà la forma giuridica, se ispirarci al modello di Fervores con i Comuni soci fondatori e poi allargando successivamente la base ad altri soggetti, dato che so che la Diocesi di Aosta è interessata e anche altri soggetti del terzo settore, oltre a diverse imprese. Sarà importante definire il giusto mix tra produttori-consumatori e semplici consumatori».

«C’è stata attenzione da parte dell’Amministrazione regionale verso questa iniziativa – ha rimarcato Michel Martinet, presidente dell’Unité – perché ha messo dei soldi a disposizione e ha fatto anche un intervento legislativo non indifferente per il Comune di Aosta affinché potesse beneficiare di questi fondi. Io spero veramente che si possa riuscire ad arrivare alla finalità con la quale gli Enti pubblici ed i Comuni si stanno impegnando in questa direzione, cercando di andare incontro alle esigenze delle famiglie, perché anche noi siamo cittadini prima che amministratori. La strada è lunga e ci stiamo confrontando, ma non è così semplice arrivare a una definizione, anche solamente per il tipo di gestione che si dovrà avere. Bisogna anche considerare le spese che ci saranno e non illudiamoci perché il risultato finale potrebbe non essere quello che magari ci si aspetta. Noi andiamo avanti tutti insieme con forza ma con i piedi di piombo per non far sì che poi un domani i cittadini si trovino un po’ spiazzati. La normativa è molto complessa e il risultato finale non è poi così scontato».

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