Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
La transizione elettrica dell’Ue è stata più rapida di quanto si potesse sperare, ma i progressi fatti finora potrebbero essere a rischio
L’anno scorso, per la prima volta, il solare ha fornito più energia del carbone ai Paesi dell’Unione europea. Un punto di svolta nella transizione energetica.
Il solare ha generato l’undici percento dell’elettricità nel 2024, mentre il carbone è sceso sotto il dieci percento.
L’aumento delle rinnovabili è stato accelerato dal Green Deal
L’annuale European Electricity Review, redatto dal gruppo di scienziati Ember, evidenzia una “profonda trasformazione” del settore energetico negli ultimi cinque anni. Si sono fatti passi enormi verso l’energia pulita.
“L’Ue inizia a vedere un futuro in cui i combustibili fossili non sono più necessari“, afferma Chris Rosslowe, analista e autore principale del rapporto.
“All’inizio del Green Deal europeo nel 2019, pochi pensavano che la transizione energetica dell’Ue potesse essere così rapida; l’eolico e il solare stanno spingendo il carbone ai minimi e ridimensionando anche il peso del gas“.
Quanta elettricità dell’Ue proviene da combustibili fossili e rinnovabili?
Sembra che vada verso il tramonto l’era del carbone, che nell’ultimo decennio è sceso dal secondo al sesto posto tra le fonti di energia elettrica dell’Unione.
Ci sono altre buone notizie: la produzione di gas è diminuita per il quinto anno consecutivo e l’eolico (17 percento) ha generato più elettricità del gas (16 percento) per il secondo anno consecutivo.
La produzione da fonti fossili è al minimo storico e fornisce il 29 percento dell’elettricità dell’Ue nel 2024. Dieci punti in meno rispetto al 39 percento di prima del Green Deal, che è stato il vero punto di svolta.
Nel frattempo, la forte crescita del solare, unita alla ripresa dell’idroelettrico, ha portato la produzione di energia rinnovabile in Europa al 47 percento del totale nel 2024. Nel 2019 eravamo fermi al 34 percento.
Le rinnovabili ci rendono meno dipendenti da Paesi terzi
“L’Ue si sta avvicinando a un futuro di energia eolica e solare autoprodotta”, afferma Beatrice Petrovich, analista senior di Ember.
“Questo nuovo sistema energetico ridurrà la vulnerabilità dei Paesi europei alle fluttuazioni dei prezzi dei combustibili fossili, permetterà di affrontare meglio la crisi climatica e fornirà energia a prezzi accessibili a famiglie e imprese”.
Con questa nuova politica energetica, l’Unione ha importato in cinque anni 92 miliardi di metri cubi di gas e 55 milioni di tonnellate di carbone in meno. Questa mossa ha permesso ai contribuenti dirisparmiare 59 miliardi di euro.
Solare: nessuno è in controtendenza in Europa
Lo scorso anno la flotta solare dell’Ue è cresciuta di 66 gigawatt (Gw), con 450mila pannelli installati in media ogni giorno. Ciò ha permesso di aumentare la produzione da questa fonte del 22 percento rispetto al 2023.
Nessun Paese è in controtendenza: più della metà dei Paesi non usa il carbone nel suo mix energetico o ne dipende per produrre meno del cinque per cento della sua energia.
Sedici Paesi europei hanno generato più del dieci percento della loro elettricità dal solare nel 2024. I pannelli da balcone hanno avuto un grande successo in Germania, così come quelli agricoli.
I Paesi più virtuosi: al primo posto l’Ungheria
L’anno scorso i primi tre Paesi per quota di energia solare sono stati l’Ungheria (25 percento), la Grecia (22 percento) e la Spagna (21 percento).
Nazioni con un alto numero di pannelli potrebbero cominciare a produrre più energia di quella che consumano. Nei Paesi Bassi e in Ungheria, per 70 giorni dell’anno passato, nelle ore di massima produzione il solare ha soddisfatto più dell’80 percento della domanda.
“L’Ungheria ha registrato un aumento forte della produzione, in gran parte grazie a incentivi per ampliare il numero di pannelli installati. Dopo due anni, però, si sta iniziando a disinvestire su questi incentivi“, spiega il dottor Petrovich.
“Il Paese avrà bisogno di migliorare l’accumulo d’energia e di potenziare la rete per continuare sulla strada intrapresa finora”.
L’energia eolica in difficoltà
“Sebbene negli ultimi cinque anni la transizione elettrica dell’UE sia stata più rapida di quanto ci si aspettasse, non è detto che non ci possa essere un’inversione di tendenza“, afferma Rosslowe.
“Bisogna prima di tutto incentivare l’eolico, che al momento ha degli obiettivi che sono difficili da raggiungere se non si accelera la costruzione di nuovi impianti”.
L’Aie e WindEurope prevedono una crescita media annua di 19-22 Gw di energia eolica tra il 2025 e il 2030. Ma per raggiungere gli obiettivi dell’Ue e realizzare i piani nazionali per il 2030 sarebbero necessari in media 34 Gw, secondo il rapporto.
Un settore in cui gli investimenti e la costruzione di nuovi impianti vanno a rilento è quello dell’eolico offshore. I ritardi nella realizzazione di molti progetti hanno costretto diversi governi a ridimensionare i loro piani ambiziosi per il 2030.
La transizione ecologica è possibile
“Tuttavia”, aggiunge Rosslowe, “i risultati degli ultimi cinque anni dovrebbero motivarci: con una volontà e un impegno costante, possiamo raggiungere un futuro energetico più sicuro”.
“Ora abbiamo bisogno di una maggiore flessibilità per garantire che il sistema energetico si adatti alle nuove realtà: più accumulo e più elettrificazione intelligente nel riscaldamento, nei trasporti e nelle industrie”, afferma Walburga Hemetsberger, CEO di SolarPower Europe.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link