Alunni disabili e tagli all’assistenza educativa: a Livorno un’assemblea cittadina per protestare

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LIVORNO  Verso un’assemblea cittadina contro i tagli all’assistenza educativa. Le voci della protesta sindacale in città sono forti: alle scuole superiori è a rischio il diritto allo studio per gli studenti fragili da una parte, e il licenziamento degli addetti educatori dall’altra. E questo perché la mannaia sulle risorse è inesorabile. Dal governo centrale i soldi non arrivano alla Regione e da qui nessuna risorsa nelle casse della Provincia che ha il compito di finanziare il servizio.

«I tagli sono stati pesantissimi: mancano  ben 1.200.000 euro rispetto alle necessità documentate e certificate da scuole ed Asl. Ciò significa che alla fine di febbraio l’assistenza educativa rischia di fermarsi», protestano da Usb e Unicobas.

Rincara il quadro con ulteriori dettagli la Cgil. «Rispetto allo scorso anno scolastico registriamo un taglio di circa il 50% delle risorse economiche necessarie ad attuare il Piano educativo individualizzato in favore degli alunni disabili: 1,6 milioni di euro a fronte del 1.9 milioni di euro stanziati per il 2023-2024 e dei 2.8 milioni di euro necessari a soddisfare il Pei dell’attuale anno scolastico. Tutto ciò a fronte invece di un incremento da 271 a 361 degli alunni disabili che necessitano di assistenza da parte degli educatori professionali». E le istituzioni preposte? Giocano allo scaricabarile. «La cosa ancor più grave è che negli ultimi mesi da parte del Ministero, della Regione e della Provincia stiamo assistendo ad uno scarico di responsabilità inaccettabile: nessuno vuole assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo.

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La competenza è della Provincia che, grazie alla riforma Del Rio, non ha possibilità di integrare i fondi insufficienti che riceve da Ministero e Regione con il proprio bilancio. Rimane il fatto che adesso è il momento delle scelte: le ore che l’Asl attribuisce insieme alle scuole sono contraibili a seconda dei finanziamenti per quell’anno? Il diritto all’educativa e l’aiuto alla mobilità sono diritti fondamentali ed inderogabili. Non si può tagliare sempre sulla pelle dei più fragili».

Usb e Unicobas

Mercoledì 5 febbraio Usb e Unicobas convocano alle 21 ai locali di Thisintegra, una assemblea cittadina per affrontare la gravissima situazione dell’assistenza educativa nelle scuole superiori di Livorno.

«Si tratta di un servizio svolto dagli educatori, personale specializzato di supporto all’autonomia e alla comunicazione che, insieme ai docenti di sostegno, garantisce il diritto allo studio degli alunni disabili che frequentano la scuola pubblica. Un servizio indispensabile che tuttavia, per inaccettabili esigenze di risparmio, è appaltato a cooperative e quindi reso debole e frammentario.
Quest’anno le risorse sono state praticamente dimezzate», spiegano la cornice.

E ancora: «La situazione riguarda anche altre province, ma a Livorno è particolarmente grave. Ad essere colpiti sono il diritto alla piena inclusione scolastica degli studenti più fragili e il diritto al lavoro di numerose educatrici ed educatori che in molti casi vanno incontro a licenziamento». La mobilitazione è in corso.  Da tempo. «Dall’autunno gli educatori, sostenuti da noi – vanno avanti –  hanno avviato una mobilitazione, anche coordinati con altre province, chiedere con forza ulteriori risorse. Ci sono stati presidi in città e in regione, iniziative di informazione e di lotta. I vari incontri con le istituzioni, Regione e Provincia, non sono stati risolutivi: abbiamo assistito a un inaccettabile scaricabarile di responsabilità, e al disinteresse persino per l’attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori. Nell’ultimo incontro dello scorso 21 gennaio entrambi gli enti hanno ribadito che non ci saranno ulteriori assegnazioni di fondi».

Come procedono le scuole

E’ sempre Usb e Unicobas a fare il punto su cosa avviene a scuola. «Intanto le scuole procedono in ordine sparso e i dirigenti scolastici utilizzano le risorse assegnate in modo discrezionale, erogando col contagocce le ore di assistenza e determinando situazioni in cui gli studenti non possono usufruire dell’assistenza necessaria e i lavoratori operano in situazioni limite, spesso decontrattualizzate e sottoposte a una perenne precarietà. Su tutto questo lo spettro incombente dei licenziamenti e della cessazione dell’assistenza agli studenti in situazione di disabilità». E scatta l’appello a tutta la cittadinanza. Alle associazioni. Alle organizzazioni. «Questa deve diventare una vertenza cittadina: basta negare i diritti degli studenti disabili,  basta precarietà per i lavoratori».

La Cgil protesta e chiede soluzioni

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«La situazione relativa all’educativa scolastica nelle scuole superiori della provincia di Livorno è drammatica», esordiscono dalla Cgil.

E si punta il dito anche sui singoli presidi: «Ad aggravare la situazione c’è il fatto che la gestione del servizio di educativa scolastica non viene applicata nelle scuole in modo uniforme, ma dipende dalle scelte dei singoli dirigenti scolastici. L’autonomia scolastica non può essere la facile scusa sotto cui mascherare un triage scolastico dove si decide a chi dare e chi togliere ore in base ad una gravità decisa arbitrariamente, spesso in sordina rispetto alla comunicazione alle famiglie».

Ed ecco cosa viene nelle scuole. «Non si devono usare i docenti di sostegno per sostituire gli educatori e neppure viceversa. Le conseguenze negative di tutti questi aspetti sono pesantissime sia per gli alunni disabili che necessitano assistenza sia per le rispettive famiglie: un grave colpo ai danni del diritto allo studio».

Nella coop Fast tra sforzi e disagi

E’ sempre la Cgil a raccontare i dettagli di un taglio che colpisce tanti. «Gli stessi educatori professionali sono sempre più vittime di condizioni di lavoro inaccettabili: segnaliamo ad esempio che la cooperativa Fast che ha in appalto il servizio di educativa scolastica per il Comune di Livorno applica una flessibilità estrema, non prevista dal ccnl di riferimento – ecco cosa succede –  Il risultato è che la scuola sta diventando purtroppo uno strumento di sfruttamento dei lavoratori».

Violato il diritto allo studio

Sul piatto i dirigenti scolastici da una parte. La Provincia dall’altra. «I dirigenti scolastici non dovrebbero gestire la contabilità oraria degli educatori. Le verifiche semmai dovrebbero essere effettuale da personale tecnico della Provincia. E qualora manchi il personale tecnico l’ente territoriale si incarichi di assumerlo», puntualizzano dalla Cgil. Ma così non è. «L’attuazione dei Pei non può variare in funzione delle risorse economiche messe a disposizione: in gioco c’è il diritto allo studio degli alunni disabili. L’auspicio è che al più presto siano convocati intorno a un tavolo Regione, Provincia, organizzazioni sindacali e dirigenti scolastici. Provincia e Regione sostengano la rivendicazione di garantire parità di diritti e di salario alle lavoratrici e ai lavoratori interessati dal servizio per toglierli dalla condizione di precarietà perenne e costruire un percorso che porti a condizioni di lavoro dignitose e stabili», chiudono.

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