Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
La storica «Magna Porcatio» orchestarata dall’ex presidente del consiglio regionale è l’occasione per stemperare le frizioni tra FdI e Lega: baci, abbracci e foto di rito. Le regionali? La Le
Agriturismo La Penisola nel Padovano, esterno giorno. Opportunamente ovattato dalla nebbia di inizio anno (elettorale), lo storico quartier generale dei «galaniani» brulica della crème politica del centrodestra, di ieri e di oggi. L’occasione è la storica Magna Porcatio orchestrata dall’evergreen Clodovaldo Ruffato (già presidente del consiglio regionale). E il protagonista, indiscusso, è lui: Giancarlo Galan.
L’ex doge (che massacra Zaia, “in quindici anni non ha fatto niente”) arriva accompagnato da Giovanna, la nuova compagna (schiva ed elegantissima in total black). «La conosco da 50 anni e mi è sempre piaciuta – spiega l’ex presidente parlando della compagna – ma lei era sposata con Paolo Colla (liberale, poi amministratore vicentino di Aim mancato nel 2017, ndr) e serissima. Poi, un paio d’anni fa, ci siamo ritrovati». Lui arriva con una giacca in lana cotta arancio fluo. Dispensa strette di mano e sorrisi nei capannelli che gli si formano spontaneamente intorno. Ci sono gli amici strettissimi, Luigi Rossi Luciani e Regina Bertipaglia, c’è l’inossidabile Renato Chisso, ma non mancano Marino Zorzato, Renzo Marangon e Fabio Gava, insomma, tre quarti di giunta Galan. Arrivano in elegante ritardo Flavio Tosi e Luca De Carlo. A salutare Galan nella saletta riservata vanno tutti, anche il coordinatore di FdI. E le photo opportunity si sprecano.
Non manca Antonio De Poli impegnatissimo a curare una più che solida rete di rapporti. Pare che a ottobre (se la data delle urne verrà confermata) stavolta l’Udc correrà con una propria lista in seno al centrodestra (5 anni fa confluì in FI). Spicca l’assenza, calcolata, di Alberto Stefani. Non è un anno come un altro e certe foto rischiano di essere poco conciliabili con la battaglia che la ritrovata Lega identitaria si è intestata. Non c’è neppure Mario Conte, altro papabile per il dopo Zaia. I due nomi girano di bocca in bocca, c’è chi ci aggiunge quello di Elisa De Berti, chi quello di Francesco Calzavara, assessore regionale al Bilancio molto stimato.
Al convivio ci sono (quasi) tutti. Elena Donazzan viene accolta con genuino giubilo bipartisan dai due ex compagni di giunta Roberto Marcato e Gianluca Forcolin. Mentre arrivano alla spicciolata Roberto Valente, segretario generale di palazzo Ferro Fini e una sfilza di consiglieri, su tutti Luciano Sandonà, ma anche il giovane sindaco di San Giorgio delle Pertiche, Daniele Canella (il lizza per un posto da consigliere), a tenere banco è soprattutto la «vecchia guardia».
Sguardo alle regionali
Ognuno ha la sua verità in tasca sul prato de La Penisola. Quella che va per la maggiore è la seguente: il centrodestra alla fine correrà unito ma la Lega che sta facendo la voce grossa con un piano audace in cui il rischio, però, è calcolato, riuscirà a strappare il candidato presidente. Non il vero controllo della macchina però, perché pur alzando a 10 il numero di assessori, FdI esigerà il vice e la maggioranza dei posti al tavolo. E Zaia non andrà fino in fondo scendendo in campo con una sua lista. A tavola Donazzan è fra Marcato e Tosi, clima rilassato, ma intanto Chisso gira al largo da Forcolin (causa ruggini azzurre nel Veneziano), quest’ultimo chiacchiera con un altro ex leghista, Fabrizio Boron, Elisa Venturini, FI, è una sfinge sorridente. Donazzan, serafica, suggerisce sia più saggio, fra l’ipotesi canonica di centrodestra unito, e «i toni che si alzano, diventando pericolosi», non lasciare la via vecchia per la nuova.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link