La tassazione della permuta del terreno agricolo

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La tassazione della permuta del terreno agricolo – guida rapida

La disciplina fiscale della permuta di terreno agricolo richiede un’analisi approfondita delle diverse imposte applicabili all’operazione.

Proviamo a condividere qualche riflessione in modo specifico.

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Prima di tutto, nel caso di permuta di terreno agricolo, dal punto di vista civilistico siamo in presenza di un contratto con il quale le parti si obbligano reciprocamente a cedere l’una all’altra la proprietà di cose o altri diritti, come stabilito dall’art. 1552 del codice civile. La permuta viene quindi equiparata sotto questo punto di vista alla compravendita, con la peculiarità che il corrispettivo non è rappresentato da denaro ma da un altro bene.

Ai fini dell’imposizione fiscale, la permuta viene considerata come una doppia cessione, dove ciascuna parte è contemporaneamente cedente e acquirente, e questo comporta l’applicazione delle imposte su entrambi i trasferimenti.

Tra le numerose, a ricordarlo è anche la sentenza n. 77/2 del 5/9/2019 della Commissione tributaria di secondo grado di Trento, secondo cui

a norma dell’art. 11, comma 1, del D.P.R. 633/19872, al contratto di permuta dev’essere applicato il principio della c.d. tassazione separata, in virtù del fatto che la stessa non viene considerata come una sola operazione, bensì come più operazioni tra loro indipendenti. Ai fini fiscali, dunque, le operazioni permutative di beni configurano due distinte cessioni per le quali la tassazione è sul “valore nominale” dei beni trasferiti.

Imposta di registro

Per quanto riguarda l’imposta di registro, la permuta di terreno agricolo sconta l’imposta proporzionale del 15%, calcolata sul valore del bene che dà luogo all’applicazione della maggiore imposta (art. 43 DPR 131/1986). Se i beni permutati sono di valore diverso, l’imposta si applica sul valore del bene di maggior valore. Nel caso di conguaglio in denaro, l’imposta si applica anche su questo importo.

L’acquisto di terreni agricoli è dunque soggetto a un’imposta di registro del 15% sul prezzo d’acquisto (minimo 1.000€), più 100€ di imposte ipotecarie e catastali. L’aliquota è aumentata negli anni (era del 12% nel 2016) e supera quella standard del 9% sugli immobili per disincentivare acquisti speculativi.

Esistono però importanti agevolazioni: gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti beneficiano della “piccola proprietà contadina”, pagando solo l’1% sul prezzo, senza limiti dimensionali del terreno.

Dal 2014 sono inoltre state abolite altre agevolazioni fiscali sugli acquisti onerosi di immobili, incluse quelle per giovani agricoltori. L’agevolazione per il compendio unico vale ora solo per le donazioni. Dal 2017 è stata però reintrodotta l’agevolazione per l’acquisto di terreni montani da parte di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.

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Imposta sul valore aggiunto (IVA)

Ai fini IVA, la cessione di terreni non edificabili è esclusa dal campo di applicazione dell’imposta. Un terreno ceduto da un soggetto IVA è quindi soggetto all’imposta solo se edificabile.

La normativa esclude dalla definizione di “utilizzazione edificatoria” le opere realizzabili in zone agricole, comprese le residenze necessarie per la conduzione del fondo e le esigenze dell’imprenditore agricolo principale. Tali cessioni sono quindi equiparate alle transazioni tra privati e soggette a imposta di registro anziché IVA.

Imposte dirette

Per quanto concerne le imposte dirette, se il cedente è una persona fisica che non agisce nell’esercizio di impresa, la plusvalenza realizzata con la permuta è soggetta a tassazione solo se il terreno è stato acquistato o pervenuto da meno di cinque anni (art. 67 TUIR), con applicazione dell’imposta sostitutiva del 26%. La plusvalenza è determinata dalla differenza tra il valore normale del bene ricevuto e il costo di acquisto del terreno ceduto.

Imposte ipotecarie e catastali

Sono inoltre dovute le imposte ipotecarie e catastali, rispettivamente nella misura dell’1% e 1% del valore dichiarato o accertato del terreno.

Nel caso di permuta con conguaglio in denaro, questo viene considerato come parte del corrispettivo e quindi concorre alla formazione della base imponibile per tutte le imposte applicabili.

È importante sottolineare che, ai fini dell’accertamento del valore, l’Amministrazione finanziaria può verificare la congruità dei valori dichiarati rispetto ai valori di mercato, con possibilità di rettifica e applicazione delle relative sanzioni in caso di sottovalutazione.

Registrazione dell’atto di permuta

La registrazione dell’atto di permuta deve avvenire entro 20 giorni dalla stipula, con versamento delle relative imposte. L’atto deve essere redatto in forma pubblica o per scrittura privata autenticata, essendo soggetto a trascrizione.

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Per beneficiare di eventuali agevolazioni fiscali (come quelle previste per i coltivatori diretti o gli imprenditori agricoli professionali), è necessario che sussistano i requisiti soggettivi e oggettivi richiesti dalla normativa specifica e che questi vengano espressamente dichiarati nell’atto.

La corretta gestione fiscale della permuta richiede quindi un’attenta valutazione delle caratteristiche dell’operazione e dei soggetti coinvolti, al fine di determinare con precisione il carico fiscale complessivo e gli adempimenti necessari. Vediamo dunque il suo iter.

La permuta di un terreno agricolo: quali sono le sue fasi principali

La permuta di un terreno agricolo richiede lo svolgimento di alcune fasi fondamentali, la cui corretta esecuzione può influenzare positivamente il regolare svolgimento della procedura.

Proviamo a vedere insieme quali sono le principali.

Fase preliminare di valutazione

La permuta di terreni agricoli richiede innanzitutto una valutazione professionale che consideri la qualità del terreno, la sua destinazione colturale, l’accessibilità, la presenza di risorse idriche e la potenzialità produttiva. È fondamentale ottenere una perizia agronomica che determini il reale valore di mercato del terreno, considerando anche eventuali migliorie apportate al fondo.

Ricerca della controparte ideale

Il processo di ricerca deve focalizzarsi su proprietari di terreni agricoli con esigenze complementari, considerando fattori come la posizione geografica, l’estensione e le caratteristiche agronomiche dei terreni. La ricerca può avvalersi di intermediari specializzati nel settore agricolo o delle associazioni di categoria.

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Negoziazione e allineamento

Durante la fase di negoziazione, le parti discutono le caratteristiche dei rispettivi terreni, valutando aspetti come la produttività attuale e potenziale, la presenza di colture in atto, i diritti di irrigazione e gli eventuali vincoli ambientali o paesaggistici. Si definiscono anche eventuali conguagli monetari basati sulle differenze di valore tra i terreni.

Due diligence tecnica e legale sulla permuta

La verifica tecnica comprende l’analisi della classificazione catastale, dei diritti di passaggio, delle servitù esistenti e dei vincoli di natura ambientale o idrogeologica. Sul piano legale, occorre verificare la titolarità dei diritti, l’assenza di ipoteche e la regolarità dei contratti agricoli in essere, inclusi eventuali affitti o comodati.

Contratto preliminare di permuta

Il preliminare di permuta deve specificare la descrizione dettagliata dei terreni, i loro confini, le particelle catastali, gli eventuali fabbricati rurali presenti e le colture in atto. Vanno definite le modalità di subentro nei contratti agrari esistenti e la gestione del periodo transitorio fino al rogito.

Atto notarile

L’atto definitivo richiede particolare attenzione alla descrizione dei confini, alla verifica dei diritti di prelazione agraria e alla corretta identificazione catastale dei terreni. Il notaio verifica anche il rispetto della normativa in materia di compendio unico e minima unità colturale.

Adempimenti post-stipula

Dopo la firma dell’atto, occorre aggiornare le iscrizioni presso gli enti agricoli competenti, modificare le intestazioni dei diritti di irrigazione e comunicare le variazioni agli eventuali affittuari. È necessario anche aggiornare la documentazione PAC e i fascicoli aziendali.

Aspetti fiscali

La permuta di terreni agricoli gode di un regime fiscale specifico, con possibili agevolazioni per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. L’imposta di registro varia in base alla qualifica dell’acquirente e alla tipologia di terreno.

Consegna dei terreni

La fase finale prevede il passaggio effettivo del possesso dei terreni, con la redazione di un verbale che documenti lo stato delle colture, delle sistemazioni idraulico-agrarie e delle eventuali strutture presenti. Si definiscono anche le modalità di subentro nella gestione delle attività agricole in corso.

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La permuta immobiliare con conguaglio

Quando si realizza una permuta immobiliare con valori differenti tra le proprietà coinvolte, il meccanismo del conguaglio rappresenta lo strumento essenziale per bilanciare l’operazione. Questo processo richiede una particolare attenzione sia nella fase valutativa che in quella contrattuale, poiché influenza significativamente gli aspetti fiscali e legali della transazione.

La prima fase cruciale consiste nella determinazione accurata del valore degli immobili. Una valutazione professionale indipendente risulta fondamentale per stabilire il reale divario di valore tra le proprietà e, conseguentemente, l’ammontare del conguaglio necessario. La valutazione deve considerare molteplici fattori come lo stato di conservazione, la posizione, le caratteristiche intrinseche ed estrinseche degli immobili, nonché le attuali condizioni del mercato immobiliare locale.

Il conguaglio, definito come la somma monetaria che compensa la differenza di valore tra gli immobili permutati, deve essere dettagliatamente disciplinato già nella fase delle trattative preliminari. Le parti devono accordarsi non solo sull’importo, ma anche sulle modalità e tempistiche di pagamento, eventualmente prevedendo anche garanzie specifiche per il suo adempimento.

Nel contratto preliminare di permuta, la definizione del conguaglio assume un ruolo molto importante. È infatti richiesto che il documento debba specificare con precisione l’ammontare concordato, le modalità di versamento (se in un’unica soluzione o rateizzato), eventuali garanzie richieste e le conseguenze dell’inadempimento. La fase richiede dunque particolare attenzione nella redazione delle clausole contrattuali per prevenire future contestazioni.

L’atto notarile

L’atto notarile definitivo rappresenta il momento culminante dell’operazione, in cui il conguaglio viene formalizzato con tutte le sue specifiche. Il notaio verifica la correttezza delle pattuizioni e assicura che l’intero meccanismo rispetti le normative vigenti. In questa sede, particolare attenzione viene dedicata agli aspetti fiscali, poiché il conguaglio influenza il calcolo delle imposte dovute.

Dal punto di vista fiscale, infatti, la permuta con conguaglio presenta alcune peculiarità. La parte che riceve il conguaglio viene considerata venditrice per la quota corrispondente all’importo ricevuto, mentre chi lo versa assume la posizione di acquirente per la medesima quota. Questo aspetto influenza il calcolo delle imposte di registro, ipotecarie e catastali.

La determinazione del regime fiscale applicabile richiede un’analisi approfondita della natura degli immobili coinvolti e della qualifica delle parti. Se nell’operazione sono coinvolti soggetti IVA, potrebbero applicarsi regimi fiscali differenti per la quota oggetto di permuta pura e per quella corrispondente al conguaglio.

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È inoltre fondamentale considerare gli aspetti finanziari dell’operazione. Il pagamento del conguaglio può richiedere il ricorso a finanziamenti bancari, che devono essere coordinati con i tempi della permuta. In questi casi, è necessario prevedere nel contratto preliminare apposite clausole che subordinino l’efficacia dell’accordo all’effettiva erogazione del finanziamento.

La gestione del conguaglio richiede anche particolare attenzione nella fase di consegna degli immobili. Le parti devono concordare se il passaggio di proprietà e la consegna materiale degli immobili debbano avvenire contestualmente al pagamento del conguaglio o secondo tempistiche diverse, regolamentando accuratamente questi aspetti nel contratto.

Agevolazioni fiscali permuta terreno agricolo e loro perdita

L’acquisto di terreni agricoli da parte di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) beneficia di significative agevolazioni fiscali, note come piccola proprietà contadina (PPC), disciplinate dalla Legge 25/2010. La normativa prevede un trattamento fiscale vantaggioso, con l’applicazione di imposte di registro e ipotecaria in misura fissa, mentre l’imposta catastale è ridotta all’1%.

La concessione di queste agevolazioni è subordinata a precisi requisiti, che devono sussistere al momento dell’acquisto. Sul piano soggettivo, l’acquirente deve possedere la qualifica di coltivatore diretto o IAP. Sul piano oggettivo, il terreno deve mantenere la sua destinazione agricola secondo gli strumenti urbanistici vigenti.

Il legislatore ha previsto specifiche cause di decadenza dalle agevolazioni, mirando a prevenire utilizzi speculativi dei benefici fiscali. In particolare, l’alienazione del terreno o la cessazione della coltivazione entro il quinquennio dall’acquisto comportano la perdita dei benefici, con conseguente obbligo di versare la differenza d’imposta, le sanzioni e gli interessi.

Una questione particolarmente dibattuta riguarda il caso della permuta di terreni agricoli effettuata entro il quinquennio dall’acquisto agevolato. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2013 del 26 gennaio 2018, ha assunto una posizione rigorosa, stabilendo che anche la permuta determina la decadenza dalle agevolazioni. Secondo l’interpretazione della Suprema Corte, la permuta costituisce a tutti gli effetti un’alienazione, comportando il trasferimento volontario del diritto di proprietà e la conseguente fuoriuscita del bene dal patrimonio del coltivatore diretto.

Le critiche di dottrina e operatori di settore

L’interpretazione, supportata anche da circolari dell’Agenzia delle Entrate del 2008, ha sollevato numerose critiche nella dottrina e tra gli operatori del settore. I principali argomenti contrari si basano sulla peculiare natura giuridica della permuta e sulle finalità dell’istituto nel contesto agricolo.

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La permuta, infatti, si configura come uno scambio simultaneo di beni, dove non si verifica una mera dismissione del terreno, ma una sua sostituzione con un altro appezzamento. Nel caso specifico dei terreni agricoli, la permuta rappresenta spesso uno strumento funzionale alla ricomposizione fondiaria e al miglioramento dell’efficienza produttiva dell’azienda agricola.

Un elemento significativo a sostegno di questa tesi emerge dal trattamento della permuta in materia di prelazione agraria. La legislazione esclude espressamente il diritto di prelazione dei confinanti coltivatori diretti nel caso di permuta, riconoscendo la specificità di questa operazione rispetto alla vendita ordinaria. Questa differenziazione normativa suggerisce che la permuta non dovrebbe essere equiparata a una semplice alienazione anche ai fini delle agevolazioni fiscali.

La ratio delle agevolazioni PPC risiede nella volontà del legislatore di favorire lo sviluppo e il consolidamento delle imprese agricole professionali. La permuta, quando finalizzata all’accorpamento dei terreni o a una più razionale organizzazione dell’attività agricola, persegue proprio questi obiettivi. Alcune Commissioni Tributarie, in pronunce precedenti alla sentenza della Cassazione, avevano infatti riconosciuto la compatibilità della permuta con il mantenimento delle agevolazioni, valorizzando proprio questi aspetti funzionali.

Altri approfondimenti

Il tema assume particolare rilevanza pratica considerando che la ricomposizione fondiaria attraverso la permuta rappresenta spesso una necessità per le aziende agricole, specialmente in contesti di frammentazione della proprietà terriera. La perdita delle agevolazioni fiscali in questi casi potrebbe disincentivare operazioni economicamente efficienti e funzionali allo sviluppo del settore agricolo.

La questione meriterebbe un intervento legislativo chiarificatore che, nel rispetto delle finalità anti-speculative della normativa, riconosca la specificità della permuta quando questa è effettivamente finalizzata al miglioramento dell’attività agricola. Una possibile soluzione potrebbe essere l’introduzione di criteri oggettivi per valutare la finalità della permuta, distinguendo le operazioni funzionali alla ricomposizione fondiaria da quelle potenzialmente speculative.

In attesa di un eventuale intervento normativo, gli operatori del settore devono necessariamente confrontarsi con l’orientamento restrittivo della giurisprudenza di legittimità, valutando attentamente i rischi fiscali delle operazioni di permuta effettuate nel quinquennio dall’acquisto agevolato. Una particolare attenzione dovrà essere posta alla documentazione delle finalità dell’operazione e alla sua coerenza con gli obiettivi di sviluppo dell’attività agricola.

I vantaggi della permuta di un terreno agricolo

La permuta di terreni agricoli offre numerosi vantaggi economici, fiscali e operativi che la rendono spesso preferibile rispetto alla tradizionale compravendita.

Sul piano economico-finanziario, il principale vantaggio risiede nell’assenza di esborso monetario significativo, permettendo lo scambio diretto dei terreni senza necessità di ricorrere a finanziamenti bancari o impegnare liquidità aziendale. L’aspetto risulta particolarmente rilevante nel settore agricolo, dove spesso gli operatori dispongono di consistente patrimonio immobiliare ma di limitata liquidità immediata.

Dal punto di vista fiscale, la permuta presenta vantaggi sostanziali nella determinazione dell’imposizione. Le imposte vengono infatti calcolate sul valore del bene più elevato tra quelli scambiati, con un significativo risparmio rispetto alla doppia imposizione che si avrebbe nel caso di due distinte compravendite. Il meccanismo di calcolo si applica sia all’imposta di registro che alle imposte ipotecarie e catastali, generando un risparmio complessivo significativo.

La semplificazione procedurale rappresenta un altro vantaggio rilevante. La permuta richiede la stipula di un unico atto notarile, anziché due distinti contratti di compravendita, con conseguente dimezzamento dei costi notarili e delle spese accessorie. I costi dell’atto vengono tipicamente ripartiti tra le parti, ottimizzando ulteriormente l’aspetto economico dell’operazione.

Sul piano operativo, la permuta facilita la ricomposizione fondiaria e il miglioramento dell’efficienza aziendale. Consente infatti di razionalizzare la disposizione dei terreni, accorpando appezzamenti contigui o scambiando terreni distanti con altri più vicini al centro aziendale. Il processo di ottimizzazione territoriale può portare a significativi benefici in termini di riduzione dei costi di gestione, migliore organizzazione del lavoro e incremento della produttività.

Il superamento della frammentazione fondiaria

La permuta rappresenta anche uno strumento efficace per superare situazioni di frammentazione fondiaria, problema particolarmente sentito in molte zone agricole italiane. Attraverso opportune operazioni di permuta, è possibile creare unità produttive più ampie e meglio organizzate, contribuendo al miglioramento della competitività aziendale.

Dal punto di vista amministrativo, la permuta semplifica anche la gestione documentale e burocratica. La presenza di un unico atto semplifica non solo la fase di stipula ma anche tutti gli adempimenti successivi, dalle registrazioni catastali agli aggiornamenti presso gli enti agricoli, fino alla gestione dei fascicoli aziendali e delle pratiche PAC.

Infine, la permuta può rappresentare uno strumento strategico per la pianificazione aziendale a lungo termine, consentendo di riorganizzare il patrimonio fondiario in funzione degli obiettivi di sviluppo dell’impresa agricola, senza impattare significativamente sulla struttura finanziaria dell’azienda.

La forma del contratto di permuta del terreno agricolo

La forma del contratto di permuta di terreni agricoli richiede particolare attenzione data la natura immobiliare dei beni coinvolti. Il Codice Civile prevede che i contratti aventi per oggetto il trasferimento di beni immobili debbano essere stipulati per atto pubblico o scrittura privata autenticata, sotto pena di nullità.

L’atto di permuta deve contenere una descrizione dettagliata dei terreni oggetto dello scambio, comprensiva dei dati catastali, della superficie, dei confini e della destinazione d’uso. Particolare rilevanza assume l’indicazione della destinazione agricola dei terreni, che deve risultare dagli strumenti urbanistici vigenti e deve essere espressamente menzionata nell’atto.

Nel caso di eventuali conguagli in denaro, questi devono essere chiaramente specificati nell’atto, indicando l’importo, le modalità e i tempi di pagamento. La presenza di un conguaglio influenza anche il regime fiscale applicabile, poiché per la parte corrispondente al conguaglio l’operazione viene considerata come una compravendita.

L’atto deve inoltre contenere le dichiarazioni urbanistiche previste dalla legge, incluse le eventuali autorizzazioni necessarie per il trasferimento di terreni agricoli. Va prestata particolare attenzione alla verifica e menzione di eventuali vincoli esistenti sui terreni, come quelli paesaggistici, idrogeologici o relativi all’uso civico.

Nel caso in cui i terreni siano condotti da affittuari, l’atto deve dar conto del rispetto delle norme sulla prelazione agraria o della sua esclusione nel caso specifico della permuta. Vanno inoltre regolamentati gli aspetti relativi al subentro nei contratti agrari in essere.

L’intervento del notaio

La forma pubblica dell’atto richiede l’intervento del notaio, che verifica la legittimazione delle parti, la libertà dei beni da ipoteche o altri gravami, e la conformità dell’operazione alle norme vigenti. Il notaio cura anche la trascrizione dell’atto nei registri immobiliari e gli adempimenti fiscali conseguenti.

L’atto deve contenere anche le garanzie reciproche tra le parti per evizione e vizi, nonché le modalità di consegna dei terreni e il momento del passaggio del possesso. Nel caso di colture in atto, vanno disciplinate le modalità di gestione del periodo transitorio fino al raccolto.

La forma dell’atto deve inoltre prevedere l’allegazione della documentazione catastale aggiornata, delle certificazioni urbanistiche e di eventuali perizie tecniche o agronomiche che attestino il valore dei terreni scambiati. Nel caso di terreni soggetti a particolari vincoli o prescrizioni, vanno allegati anche i relativi documenti autorizzativi.

La chiarezza e completezza della forma contrattuale risulta fondamentale per prevenire future controversie e garantire la piena efficacia dello scambio, considerando anche le possibili implicazioni in termini di accesso a contributi agricoli e mantenimento delle agevolazioni fiscali eventualmente fruite.



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