Stupisce il grido allo scandalo del centro-destra eporediese sul contenuto del bando per la gestione degli spazi del Movicentro di Ivrea. “Sembra ritagliato sullo ZAC!”, è la denuncia che arriva dai tavoli della minoranza consiliare.
In realtà, l’attuale amministrazione più che aver ritagliato sullo ZAC! il bando, l’ha confezionato in modo tale da confermare l’idea originaria di uso e destinazione di quegli spazi sviluppatasi in seguito al fallimento dell’insediamento di alcune realtà commerciali chiuse in breve tempo. Dopo anni di abbandono e dopo i tentativi di gestire quel Movicentro come uno spazio qualsiasi, infatti, nel 2014 la giunta Della Pepa 2 pensò che si dovesse tentare un esperimento: assegnare la gestione del Movicentro ad un soggetto che realizzasse un “progetto di socialità e rigenerazione urbana” per farne un luogo multifunzionale e policulturale.
Il nuovo bando chiede quindi “Progettazione e realizzazione di attività riconducibili ad attività culturali, ricreative, sociali e formative aggregative e/o di servizio alla cittadinanza, di valorizzazione dei prodotti e dell’economia locale che potranno avere natura anche economica/commerciale ai soli fini del raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario del progetto e della gestione dell’immobile”. Cioè, quanto vi è adesso. Perché, quando una cosa funziona dopo un lungo lavoro e impegno, l’aggiorni, la ritocchi, ma non la sfasci, non la butti all’aria. È una logica responsabile, non conservatrice.
La trasformazione in positivo di quell’errore urbanistico che è stato il Movicentro così congegnato, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti, se la si vuole vedere. Si è passati da area abbandonata e di degrado a esempio di vitalità urbana e socialità possibile. Uno spazio con percorsi di inclusione, protagonismo giovanile, economia solidale, un luogo di collaborazione, aperto alla città, dove sperimentare percorsi di socialità, confronto e riflessione.
Solo chi deve fare ad ogni costo opposizione politica non riconosce la validità dell’esperimento che è ormai un punto di riferimento consolidato per tanta parte della città e del territorio.
Il nuovo bando dunque non è ritagliato sullo ZAC!, ma su quella idea che fece nascere lo ZAC!
Volendo fare delle critiche al nuovo bando, piuttosto evidenzio due punti di novità discutibili. Il primo è l’introduzione della possibilità di richiedere da 100 a 200 euro per l’utilizzo dell’atrio. Questo contrasta con la vocazione attuale di quello spazio, dedicato alla promozione della partecipazione e dell’inclusione sociale. Un luogo aperto a tutti, dove associazioni e cittadini hanno potuto organizzare iniziative senza dover affrontare barriere economiche. In una città già carente di spazi accessibili a tutti, questa decisione rischia di escludere dal dibattito pubblico e dalle attività culturali proprio coloro che hanno meno risorse.
Il secondo punto non condivisibile è la richiesta al futuro gestore di istituire un servizio di sorveglianza per “migliorare la sicurezza dell’immobile in concessione e dell’area adiacente a mezzo di personale qualificato”. Cosa si intende per “personale qualificato”. Guardie private?
Chiedere al gestore degli spazi del Movicentro di fare anche il guardiano è in netto contrasto con la filosofia originaria del progetto, che prevede un luogo aperto e inclusivo. Il futuro gestore dovrebbe essere un facilitatore, non un controllore. Invece di puntare sulla sorveglianza, sarebbe più utile investire in mediatori culturali, educatori di strada e altre figure professionali in grado di creare un ambiente sicuro e accogliente per tutti.
Questo punto sembra in realtà una concessione ai detrattori dello ZAC! Il tema della sicurezza urbana è infatti un altro grimaldello usato dal centro-destra per scardinare la gestione ZAC! del Movicentro. Il problema della micro-criminalità, delle baby gang, esiste, ma – e lo sanno anche i detrattori dello ZAC! – non riguarda solo il Movicentro, solo Ivrea, ma è un problema diffuso in tutto il paese. Va affrontato certo, ma non va usato strumentalmente per cancellare esperienze positive come quella dello ZAC! solo perché non vicine alla tua idea di città e società.
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