CREMONA – Per un pomeriggio la politica cremonese è ripiombata nell’incubo Covid, con le mascherine introvabili, i lockdown, i Dpcm, l’ospedale chiuso, l’arrivo della struttura da campo dei Samaritan’s Purse, le Rsa, le terapie intensive sature, il conto dei morti. E poi le vaccinazioni e le varianti del virus e l’uscita dal tunnel. È successo oggi nella sala dell’Amministrazione provinciale, che ha ospitato il Consiglio comunale in trasferta a causa dei lavori in corso nel Salone dei Quadri del Palazzo comunale. Una memoria che resta ancora forte e che ha spinto i consiglieri cremonesi, a stragrande maggioranza, a mandare un segnale al Governo, ma anche alla città: Cremona non dimentica e non può condividere la scelta di condonare le multe a chi durante la pandemia si è rifiutato di vaccinarsi.
Lo afferma la mozione presentata da Roberto Poli (Pd) approvata con 23 voti favorevoli e che sarà a inviata al Ministro della Salute «per rappresentare le forti preoccupazioni del territorio per questa scelta». La mozione ha unito il Consiglio, scompaginando gli schieramenti. In Fratelli d’Italia, infatti, il capogruppo Marco Olzi ha lasciato libertà di voto ed egli stesso si è espresso per il sì alla mozione. A favore, sebbene «un po’ a fatica», anche Chiara Capelletti. In FdI convinto sostenitore delle ragioni dei No Vax, invece, è Luca Fedeli: suo l’unico voto contrario.
Non ha partecipato al voto Carlalberto Ghidotti. Assenti Matteo Carotti e Rosaria Compagnone. Il neo consigliere di Forza Italia, Andrea Carassai, ha scelto l’astensione. Non pervenuta la posizione di ‘Novità a Cremona’: Alessandro Portesani e Cristiano Beltrami non sono intervenuti nel dibattito e al momento del voto sono usciti dall’Aula. Ma anche nello schieramento opposto sono emerse sensibilità diverse. Non tanto sulla questione vaccini, quanto sullo scontro politico relativo alle responsabilità.
Dopo essersi detta a favore dell’obbligo vaccinale «perché credo nella scienza» e «per quello che ho vissuto», Capelletti — dipendente dell’Ats Val Padana — infatti ha sottolineato: «Nessuno era preparato, né il centrodestra, né il centrosinistra. Qualunque governo avrebbe commesso errori. E questo vale anche per la Regione, la sinistra dunque deponga le armi contro Fontana». Fabiola Barcellari (Pd), infermiera in prima linea contro il Covid, non ha raccolto l’invito: «La Regione ci ha abbandonato». «E il Governo?» ha ribattuto Capelletti. Ma Barcellari ha gelato l’aula quando ha ricordato: «Hanno messo i malati di Covid nelle Rsa e nella casa di riposo dove era ospite mio padre sono morte 150 persone».
L’invito è stato invece colto dal presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti e dal sindaco Andrea Virgilio. «Non ho mai apprezzato — ha spiegato Pizzetti — le commissioni d’inchiesta usate come clave né le richieste di dimissioni a Speranza piuttosto che a Fontana». E anche il sindaco ha spiegato: «Non condivido le quattro mozioni di sfiducia avanzate dalla minoranza in Regione dentro una fase drammatica. Questo Paese — ha aggiunto — non investe sulla Sanità non da quando c’è questo Governo, ma da almeno 15 anni. I progressisti si interroghino».
Quella di Pizzetti era in qualche modo una replica a Fedeli che nel giustificare il provvedimento del Governo come teso a favorire «la riconciliazione sociale» dopo le «discriminazioni subite dai non vaccinati» ha concluso auspicando che «la Commissione d’inchiesta faccia giustizia». La tesi della coesione sociale è stata contestata da Andrea Segalini (Cremona sei tu!): «Si condonano individui a cui della società non è importato nulla». Il dibattito è stato contestato da Ghidotti, secondo cui è «una perdita di tempo» impegnare il Consiglio su questioni che «non hanno valenza operativa sulla città».
Una tesi contestata da Pizzetti: «Non siamo un Cda, ma il luogo della politica e della comunità. Una comunità che dal Covid è stata colpita duramente. Questa discussione non è una perdita di tempo, ma uno dei momenti più significativi per chi rappresenta la nostra città». Favorevole alla mozione anche Paola Tacchini (M5S) che ha sottolineato «l’importanza dei vaccini a cui molti devono la vita». E Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva) ha parlato di «provvedimento odioso». Carlo Giussani (Pd) ha ricordato le violenze e le aggressioni di cui si sono resi responsabili i No Vax.
Sì convinto anche da Maria Vittoria Ceraso: «Mandare un segnale al Governo è un dovere a cui nessuno di noi dovrebbe sottrarsi, cercando giustificazioni». Infine il sindaco ha concluso ricordando che «la comunità scientifica è stata chiara: i vaccini hanno ridotto drasticamente il numero di ricoveri e decessi. Chi sceglieva di non vaccinarsi non metteva a rischio solo se stesso, ma anche gli altri. Cosa diciamo a tutte le persone che hanno fatto la loro parte durante la pandemia? E cosa diciamo al futuro? Potremmo trovarci di nuovo ad affrontare un’emergenza sanitaria in futuro. E allora mi chiedo: chi rispetterà le regole, sapendo che poi magari arriva un condono?».
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