Roma, 27 gennaio – Bastano pochi dati per restituire l’immagine nitida di ciò che sono, fanno e rappresentano le farmacie nel Paese: nelle 20.079 farmacie aperte sul territorio nazionale entrano ogni giorno 4 milioni di cittadini (con una media di 200 cittadini per farmacia) e almeno 800 mila chiedono consulenze sulla salute, ogni notte sono aperte nel Paese 1800 farmacie pronte, 300 delle quali nelle città capoluogo di provincia e 1500 sul territorio.
Sono i numeri salienti de La farmacia italiana 2024, il rapporto di Federfarma dedicato a “Un’impresa professionale a tutela della salute” realizzato in collaborazione con Cittadinanzattiva e reso disponibile sul sito del sindacato dei titolari di farmacia.
Dal report si ricavano altre significative notizie: l’aumento delle farmacie sul territorio, ad esempio, in buona parte determinato dalle assegnazione di nuove sedi seguita ai concorsi straordinari indetti dalle Regioni sulla base del Decreto Cresci Italia del 2012. Dal 1975 a oggi, il numero degli esercizi è aumentato del 40%, per una media farmacia/abitanti pari a 3300, in linea con la media europea (3,237). C’è dell’altro: mentre nei grandi Paesi europei le farmacie chiudono e calano di numero (nel 2023 meno 813 nel Regno Unito e meno 468 in Germania), in Italia aumentano e aprono nuovi esercizi (+ 63 lo scorso anno), anche nei centri abitati con poche centinaia di abitanti, dove le Regioni hanno sfruttato la possibilità, prevista dalla legge, di aprire farmacie in zone disagiate e mal collegate, indipendentemente dal numero di abitanti.
I dati sul personale delle farmacie
Interessanti i dati relativi al personale delle farmacie, dove lavorano 80mila farmacisti, 57mila dei quali collaboratori. Il settore occupa in totale 99mila persone, con un età media di 41 anni. Prevale nettamente il genere femminile (79% degli occupati). Il report Federfarma conferma, in qualche modo, il problema delle carenze di laureati che da qualche tempo affligge il settore, citando i dati del consorzio Almalaurea: se nel 2027 si laureavano più di 5000 farmacisti (5095), nel 2023 il numero è sceso a poco più di 4000. Una flessione importante, determinata da molte concause, prime su tutte le retribuzioni ritenute inadeguate, le impegnative condizioni di lavoro che interferiscono in modo importante con i regimi di vita privata e le scarse o nulle prospettive di carriera. Il calo di laureati da una parte e l’aumento del numero di farmacie dall’altra sono concorrono inevitabilmente a generare le criticità occupazionali di cui si è detto, con un disallineamento tra offerta e domanda di lavoro.
Ingressi in farmacia, in media sono 60 milioni al mese
Delle oltre 20mila farmacie italiane, circa un terzo opera in piccoli comuni: le farmacie rurali situate in comuni o centri abitati con meno di 5.000 abitanti sono infatti 7200, per un bacino di utenza di circa 10 milioni di cittadini italiani. Tanti sono, infatti, i nostri connazionali residenti in centri piccoli e molto piccoli.
In media, si registrano al mese 60 milioni di ingressi in farmacia per farmaci rimborsati dal Ssn o acquistati privatamente (fascia C, Otc, Sop). Il mese di dicembre – complici certamente le patologie della stagione invernale – è in media quello con il maggiore afflusso (67 milioni), mentre agosto registra l’afflusso minimo (54 milioni di ingressi). Il report conferma che la fascia oraria di maggiore affluenza in farmacia è quella serale, seguita dalle prime ore della giornata, mentre nel primo pomeriggio su registra il minor numero di ingressi. Al servizio notturno, a conferma della sua straordinarietà, ricorre il 2% di persone.
A proposito degli ingressi in farmacia, trova anche conferma la prevalenza (sia pure leggera) del genere femminile, soprattutto per la richiesta di farmaci di automedicazione. I dati rivelano che riguardano la suddivisione percentuale degli accessi per tipologia di farmaci richiesti dimostrano che la maggior parte degli ingressi dei cittadini delle Regioni del Sud
chiedono farmaci a carico del Ssn, con una punta massima in Basilicata con una
percentuale di accessi pari al 70%.
In calo le confezioni di farmaci vendute, 2,5 miliardi nel 2023 (-4%)
Ma il rapporto offre molte altre informazioni relative ad altri fondamentali aspetti della farmacia: dai rapporti con le associazioni di cittadini e pazienti alla partecipazione a campagne di responsabilità sociali, di screening e di comunicazione, dalle caratteristiche strutturali degli esercizi alla loro situazione economica, rispetto alla quale i dati riferiscono di un fatturato medio per farmacia pari a circa 1,2 milioni di euro, per il 56% circa proveniente dai farmaci con ricetta. Le confezioni di farmaci vendute in farmacia sono state 2,5 miliardi, con una flessione del – 4% rispetto all’anno precedente.
Le prospettive future
Ancora, il report passa in rassegna temi importanti come il costo del lavoro e reddito di impresa, il prezzo medio dei farmaci Ssn, l’incidenza dei farmaci a brevetto scaduto, la nuova remunerazione delle farmacie, il contributo di farmacie e farmacisti nella Ue alle campagne vaccinali, l’informatizzazione della rete delle farmacie, l’e-pharmacy, il processo di digitalizzazione delle ricette, la telemedicina, la distribuzione intermedia e altro ancora, per chiudere sulle prospettive future del servizio farmaceutico, individuate in prevalenza nella partecipazione alla presa in carico del paziente, specialmente cronico, nell’erogazione di alcune delle prestazioni che rientrano nel percorso diagnostico-terapeutico degli stessi pazienti e nel costituirsi e strutturarsi come punti di riferimento nella sorveglianza dell’andamento delle cure, anche attraverso un coinvolgimento diretto delle farmacie nel servizio di assistenza domiciliare.
comporta l’individuazione di un nuovo ruolo della farmacia stessa, basato su tre attività
fondamentali: la dispensazione del farmaco, la partecipazione alla presa in carico del paziente cronico e l’erogazione di servizi di primo e secondo livello (rivolti, cioè, rispettivamente alla popolazione generale e a singoli pazienti su prescrizione medica)” scrive Mario Cossolo nella sua presentazione al Rapporto. “Tale modello, incardinato nel sistema di assistenza territoriale delineato dal Dm 77/2022 e concretamente inserito nella rete di telemedicina e di assistenza ai pazienti cronici e anziani, potrà far diventare la farmacia un’unità sanitaria territoriale di base per l’assistenza a bacini di utenza di 3.000 abitanti (dato medio di abitanti serviti da una farmacia), garantendo così un effettivo approccio di prossimità del Ssn sul territorio”.
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