Indagine dossier, la competenza è della Procura di Roma

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 


La Procura di Roma prende le redini dell’indagine sui presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia, segnando un passaggio cruciale in un caso che ha già acceso il dibattito sulla competenza territoriale. La decisione del Tribunale del Riesame di Perugia stabilisce infatti che il fascicolo deve essere trasferito nella capitale. Ora è Roma ad avere la competenza per l’indagine dossier, passaggio che non sconvolge il Procuratore Cantone. In questo modo si apre un nuovo capitolo per i due principali indagati: il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e l’ex magistrato Antonio Laudati.

Una questione di competenza territoriale

L’indagine dossier era inizialmente condotta dalla Procura di Perugia, ma ora la competenza passa a Roma dopo che le difese degli imputati hanno presentato un’istanza per dichiarare l’incompetenza territoriale, chiedendo il trasferimento nella capitale. Al centro del dibattito c’è la posizione giuridica della Direzione Nazionale Antimafia il cui ruolo centrale e la sede romana sono stati elementi determinanti per la decisione.

La Cassazione aveva infatti già fornito un precedente chiarendo che per i magistrati della Dna, sia come indagati che come persone offese, le inchieste devono essere condotte nella capitale. La difesa di Laudati ha insistito sul fatto che la Procura di Perugia non fosse competente, sostenendo che la natura della Direzione Nazionale Antimafia richiede una giurisdizione unica e centralizzata.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La competenza per l’indagine dossier passa a Roma, il commento di Cantone

Il trasferimento del fascicolo a Roma era considerato un esito prevedibile, come confermato dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Quando ancora si era in attesa dell’esito del Tribunale del Riesame di Perugia, quest’ultimo aveva evidenziato come la Procura si stesse attenendo alle indicazioni giuridiche. Specificando però che ogni attività investigativa sarebbe rimasta in sospeso fino alla pronuncia definitiva del Tribunale.

Il dibattito sulla competenza territoriale ha assunto da subito connotati complessi, coinvolgendo non solo questioni tecniche ma anche riflessioni sul ruolo e sulle prerogative della Dna. La sentenza del Tribunale del Riesame rappresenta pertanto un precedente significativo per casi futuri.

Cosa implica il trasferimento del caso

Con il fascicolo sull’indagine dossier ora destinato alla Procura di Roma per competenza si apre una nuova fase dell’inchiesta. Il trasferimento non è solo un passaggio formale, ma riflette la volontà di uniformare la gestione delle indagini che coinvolgono strutture centrali come la Dna. Questo principio, stabilito dalla Cassazione, mira a garantire un approccio coerente e specializzato in casi di particolare rilevanza.

L’indagine riguarda accuse di accessi abusivi ai database della Dna, con implicazioni che potrebbero avere ripercussioni significative non solo sui due principali indagati ma anche sull’integrità delle istituzioni coinvolte. La Procura di Roma, dotata di competenze specifiche e di risorse adeguate, è quindi chiamata a esaminare ogni dettaglio con la massima attenzione. L’attesa si concentra adesso sulle prossime mosse della Procura di Roma. Si attendono sviluppi che potrebbero segnare un punto di svolta nell’inchiesta, ma nel frattempo le difese degli indagati rimangono vigili, pronte a contestare ogni eventuale irregolarità.

Nuovi sviluppi sull’indagine dossier di competenza di Roma

Gli ultimi aggiornamenti sull’indagine sui presunti dossieraggi e accessi abusivi alle banche dati della Direzione Nazionale Antimafia vedono tra gli indagati anche un membro dell’AISE, il servizio segreto italiano per l’estero. Quest’ultimo sarebbe coinvolto insieme al tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e all’ex magistrato Antonio Laudati. Le accuse si concentrano su accessi illegali a database riservati, con oltre 7.000 operazioni registrate e la raccolta di più di 33.000 file, contenenti informazioni su figure di spicco tra politici, imprenditori e personaggi pubblici.

Uno degli aspetti più controversi riguarda il legame tra Striano e il funzionario dell’AISE, che sembra emergere chiaramente da conversazioni intercettate. Striano, grazie alla sua posizione nell’ufficio delle Segnalazioni di Operazioni Sospette (SOS), avrebbe avuto accesso a dati sensibili, sfruttandoli per scopi ancora da chiarire completamente. Sebbene alcune informazioni siano state trasmesse alla stampa, gli inquirenti ipotizzano la presenza di mandanti e finalità più complesse che andrebbero oltre il semplice dossieraggio.

L’inchiesta iniziata nell’estate del 2023 ha già sollevato un acceso dibattito. Soprattutto dopo la pubblicazione di notizie riservate sul ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha dato origine all’esposto. Ora, con il fascicolo trasferito a Roma, si attendono ulteriori sviluppi che potrebbero definire meglio il quadro di una vicenda già ricca di colpi di scena.



Source link

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link