Le pmi italiane continuano a puntare sulle operazioni M&A come leva strategica per l’espansione internazionale. È quanto emerge dalla ricerca “M&A: crossborder per l’internazionalizzazione – 2024” condotta da Grant Thornton insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore e curata dal prof. Sante Maiolica (nella foto), ceo di Grant Thornton FAS, e dal dott. Enrico Bovio, i cui risultati sono stati presentati anche da AIFI.
Dallo studio – che analizza il ruolo dell’M&A nel supporto dei processi di internazionalizzazione delle pmi italiane (con esclusione specifica delle grandi imprese) attraverso le operazioni verso l’estero – emerge un chiaro orientamento nei confronti dei mercati europei che va di pari passo ad un interesse crescente verso i Paesi emergenti.
Tra le principali evidenze, dall’analisi risulta che il 2024 si è chiuso con ben 48 operazioni di M&A effettuate dalle pmi italiane verso l’estero, segnando una forte crescita (+40%) rispetto al 2023.
Spagna e Regno Unito si confermano i Paesi target principali, contando ciascuno 8 operazioni totali.
In particolare, il Regno Unito risulta anche quest’anno il Paese di destinazione favorito dall’Italia (ora insieme alla Spagna), grazie soprattutto al fenomeno della Brexit che ha generato impatti positivi sulle dinamiche economiche e commerciali con il nostro Paese, da cui deriva un aumento delle operazioni M&A nei confronti delle aziende britanniche. La novità di quest’anno è la Spagna che, a pari livello con il Regno Unito, è la seconda destinazione di preferenza dell’Italia, grazie a diversi fattori che la rendono particolarmente “attrattiva” per le nostre pmi: in primis la vicinanza culturale, ma anche la presenza di settori industriali strategici, il contesto normativo-fiscale favorevole e il dinamismo economico post pandemia. Non da ultimo, la posizione privilegiata che la caratterizza rendendola un ponte con l’America Latina e il Nord Africa.
Gli altri Paesi europei con il maggior numero di operazioni di M&A sono Francia (7 operazioni) e Germania (6 operazioni), dati riconducibili alla tendenza di espandersi in mercati geograficamente e culturalmente vicini, e che quindi prevedono un percorso più facile di integrazione. Gli Stati Uniti (5 operazioni) si confermano il primo Paese extra UE in cui le PMI italiane hanno effettuato operazioni di M&A.
Le destinazioni coinvolte in misura minore, come Paesi Bassi, Bulgaria, Cile, Marocco e Singapore, caratterizzate da un numero limitato di operazioni, sono tuttavia indicative nel mostrare una crescente attenzione delle aziende italiane verso mercati emergenti o di nicchia.
I settori target
Per quanto riguarda i settori, da sottolineare un forte ritorno ai mercati tradizionali. Anche in questa edizione dell’analisi risulta che i settori di appartenenza delle imprese target equivalgono a quelli delle imprese acquirenti, suggerendo che le pmi proseguono il loro processo di consolidamento e aumento delle quote di mercato.
Il comparto dei macchinari (macchine e utensili, meccanica di precisione) è caratterizzato dal maggior numero di operazioni, nel 2024 pari a 11 totali, che conferma la tradizione italiana di eccellenza in questo ambito e il consolidamento della leadership tecnologica e produttiva. Paradossalmente, la crisi del settore ha reso attrattivo l’M&A internazionale per le aziende italiane in difficoltà che hanno intercettato, in queste operazioni, l’opportunità di mantenere i tassi di crescita che in passato avevano raggiunto grazie all’industria 4.0. Seguono, con 7 operazioni, i servizi alle imprese, che riflettono un crescente interesse verso le attività non industriali e la volontà di supportare le attività B2B attraverso soluzioni innovative e scalabili.
“Prevediamo che il fenomeno di crescita delle operazioni M&A verso l’estero a cui abbiamo assistito nel 2024 sarà mantenuto nel 2025 – commenta Sante Maiolica, ceo di Grant Thornton Financial Advisory Services – grazie ad un processo di internazionalizzazione che ricopre un ruolo sempre più centrale anche per le PMI italiane. Ci aspettiamo che questo trend proseguirà nei prossimi anni, spinto dalla crescente esplorazione dei mercati emergenti che riflette la maggiore apertura verso nuove opportunità di crescita”.
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