payback
27 Gennaio 2025
In merito alla questione del Payback per i dispositivi medici, l’Emilia Romagna è la prima Regione a muoversi contro le aziende del biomedicale, ignorando la sospensiva del Tar. La Regione, infatti, sottolinea che prosegue l’azione comune nei confronti del Governo
In merito alla questione del Payback per i dispositivi medici, l’Emilia Romagna è la prima Regione a muoversi contro le aziende del biomedicale, ignorando la sospensiva del Tar. La Regione in una nota, infatti, sottolinea che “prosegue l’azione comune nei confronti del Governo per una soluzione condivisa che attenui l’impatto sulle imprese. Ma non essendo arrivata la soluzione richiesta dall’Esecutivo nazionale, e per non infrangere i termini di legge, la Regione deve intanto inviare alle imprese la richiesta di pagamento”. Così l’Emilia-Romagna ha spiegato in una nota le ragioni per cui “devono partire gli avvisi” alle aziende.
“Una decisione autolesionistica, giustificata attraverso motivazioni pretestuose come ‘atto dovuto’, finalizzate a prevenire eventuali contestazioni per danni erariali.” dichiara Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI Sanità, associazione che rappresenta le principali realtà del medtech italiano.
“Le aziende del nostro comparto sono tutt’altro che al sicuro, a partire da quelle del distretto di Mirandola, fiore all’occhiello della produttività biomedicale emiliana, primo in Italia e secondo in Europa. Con un colpo di scena, l’ultimo giorno del proprio mandato, la direzione regionale della Sanità ha infatti inviato decine di PEC con intimazioni di pagamento e preavvisi di compensazione alle nostre imprese”, prosegue Broya de Lucia.
“Una scelta quantomeno azzardata”, aggiunge il prof. avv. Giampaolo Austa del legal team di Conflavoro PMI Sanità, sottolineando come questa mossa sia “un’evidente elusione delle sospensive cautelari emanate dal TAR a favore della maggior parte delle aziende coinvolte”. E avverte: “Se la Regione Emilia Romagna decidesse di procedere con le compensazioni, sarà la magistratura penale a valutare le responsabilità per la violazione delle sospensive. Abbiamo già predisposto una diffida per le aziende che rappresentiamo e siamo pronti a difenderle fino in fondo”.
“Questo payback – conclude Broya de Lucia – è una sorta di mega patrimoniale retroattiva ideata dal governo Renzi e rischia di infliggere un colpo mortale alla maggior parte delle imprese italiane che riforniscono le strutture ospedaliere, con la perdita di migliaia di posti di lavoro e gravi danni per la salute dei cittadini. Serve trovare un equilibrio che tuteli il tessuto del medtech e salvaguardi la produttività regionale. La Regione risponda alla nostra richiesta urgente di incontro o si ritroverà sommersa da centinaia di cause”.
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