Firenze, 28 gennaio 2025 – (di Emanuele Baldi) Lunedì mattina, debutto feriale per la Vacs dopo i cin cin del dì di festa. Piazza della Libertà – martoriata per mesi dai cantieri – ritrova d’incanto la quadra e l’equilibrio (roba che neanche la Fiorentina a Roma con la Lazio), viali di velluto con semafori sincronizzati fino alla Fortezza da Basso, viale Redi preso di tacco, Novoli sgombra.
Andiamo al sodo: accendiamo il motore davanti al Parterre alle 10. Sospiro: “Ci vorranno 40 minuti buoni per arrivare a Peretola”. Alle 10 e 19 parcheggiamo davanti all’aeroporto.
Il confronto dei tempi di percorrenza: in auto 19 minuti, con Sirio undici minuti in più
Diciannove minuti spaccati, anzi diciotto che il posteggio davanti allo scalo richiede un attimo di concentrazione. La collega, a bordo di Sirio, ci raggiunge nel giro di una decina di minuti. Macchina batte (per ora) tram. Due considerazioni, ci diciamo, prima di gridare al miracolo: “E’ lunedì mattina e molte attività osservano il turno di chiusura settimanale e all’ora della partenza i ragazzi sono già a lezione da un pezzo. In più non piove”. Ciò detto il tempo impiegato per attraversare mezza città, a una velocità di crociera mai sopra i 40 orari, è sorprendente. Tuttavia, questa la riflessione, “ci ricrederemo certo alla fase 2 del test ovvero quella nella fase più calda della viabilità, in orario di rientro dal lavoro”. Previsione sbagliata ma ci arriviamo fra poco.
Dicevamo partenza alle 10. Prima impressione: la corsia riservata alle auto, accanto a quella dei bus, che provengono da viale Lavagnini è pressoché sgombra. Un po’ più intasate le due che corrono di fronte al cinema Principe. Ingraniamo la prima con il rosso, una manciata di secondi, uno scarto sulla destra per evitare le altre auto ferme al semaforo e siamo in viale Lavagnini. Sono trascorsi 3 minuti, ne serviranno altri 5 scarsi per arrivare alla Fortezza e scendere nel tunnel. All’imbocco del viale Redi guardiamo l’orologio: 10,10. In teoria siamo nel punto più tosto. Ma anche qui nessun ingorgo. Un paio di rossi o tre sul viale Guidoni rallentano un po’ il nostro test ma poi si scorre fino a Peretola.
Tardo pomeriggio, riproviamo. “Ora sì che non basteranno nemmeno 40 minuti”. Motore acceso alle 18,23 sempre davanti al Parterre. Subito rosso. “C’era da immaginarselo”. Poi però il viale Lavagnini viene ’bevuto’ in meno di tre minuti (sempre rigorosamente sotto i 50 orari). Ingorgo alla Fortezza, ma trascurabile. Per arrivare in viale Redi impieghiamo altri 5 minuti, più altri 3 per percorrerlo. Arriviamo di nuovo in viale Guidoni. Sono le 18 e 34, un minuto dopo siamo davanti al tribunale. Parcheggiamo a Peretola che l’orologio dice 18,41. Diciotto minuti, uno in meno che al mattino. Il ritorno? Un po’ più macchinoso, specie tra Belfiore e Fortezza, ma torniamo comunque in piazza della Libertà in poco più di venti minuti. La nuova sincronizzazione dei semafori curata da Firenze Smart è promossa in pieno.
E quindi? Firenze è il nuovo paradiso degli automobilisti? Ma non scherziamo. Ora le grane sono più a sud. mentre a nord si scorre la riduzione a due corsie del viale Giovine Italia poco prima della Zecca Vecchia innesca un ingorgone che ’a rimbalzo’ paralizza piazza Beccaria. Giornata da incubo anche per Gavinana ieri. I guai insomma, d’ora in poi, saranno per i fiorentini che fanno rotta verso sud.
Sirio ci impiega mezz’ora
(di Teresa Scarcella) “Scusi un’informazione: ferma a Lavagnini-Fortezza vero? È una vita che mi muovo con i mezzi pubblici, ma devo ancora prendere confidenza con la nuova tratta”. Chi parla è una signora di mezza età, fiorentina, tra le poche con la ’C’ aspirata incontrata ieri sul tram. Il suo dubbio è più che lecito, visto che le nuove fermate sono state attivate solo tre giorni fa. “La tramvia è comoda, quantomeno ti solleva dall’ardua ricerca del parcheggio”. Come biasimarla?
È lunedì mattina. La città, non tutta, è tornata lentamente al lavoro dopo il weekend ed è l’esordio feriale della nuova linea di Sirio. Poco prima delle 10, alla fermata in piazza della Libertà, ci sono tre persone in attesa. Non è orario di punta. Si sale sul vagone giusto in tempo prima della chiusura delle porte e alle 10 in punto il rumore ferroso delle rotaie avvisa della partenza. All’interno ci sono più o meno trenta persone (la capienza massima è di 272, di cui 50 sedute e 4 posti per chi è con disabilità). Età e nazionalità varia: i fiorentini di nascita si contano sulle dita di una mano, quelli d’adozione vincono a tavolino. Compagni di viaggio per modo di dire, perché tutti, o quasi, hanno gli occhi fissi sugli smartphone. I pochi menti alzati sono di chi ha la musica nelle orecchie e gli sguardi persi nei pensieri, al di là dei finestrini. Nessuno parla. Le uniche voci sono quelle di un gruppetto di turisti, parlano in spagnolo. Intanto il tram arriva a Lavagnini-Fortezza, la signora di prima scende e salgono altri passeggeri: per quelli che di loro sono diretti a San Marco Università il viaggio è gratis.
Alla stazione i vagoni si riempiono, anche se non a tal punto da sentirsi sardine. Tanti giovani, l’età media si abbassa. La maggior parte scende alla fermata Belfiore, di fronte al The social hub, e a Novoli. Il resto prosegue la corsa verso Peretola, tra chi ha un volo di lì a poco e chi andrà ad aspettare al varco degli arrivi. Valigie tra le gambe e zaini in spalla. Sono le 10.30 in punto quando le porte si aprono e il tram si svuota. Mezz’ora precisa, senza intoppi né lunghe soste ai semafori. Si scende a cuor leggero: in perfetto orario, senza impazzire dietro ai parcheggi e in pace con l’ambiente.
Altro giro, altra corsa. Si ritorna in città. Partenza alle 11.06 con circa sei persone a bordo. Anche questa volta le fermate più frequentate si confermano le tre di Novoli. Sulla via del ritorno c’è più chiacchiericcio, complici gli studenti che salgono a San Donato-Università. Parlano tra loro e al telefono, mentre la radio di un passeggero a tutto volume fa da sottofondo. Una ragazza si scatta un selfie con una scatola nelle mani, è senza dubbio un progetto di scienze di cui va fiera. Stazione Alamanni, poi Valfonda e il tram può proseguire decisamente alleggerito. Si rimane in pochi “intimi”, ma questo non rilassa l’animo di una signora, salita sul tram con una busta di plastica alla mano sinistra, quella che usa per tenersi. Dal finestrino si intravede piazza della Libertà. Ci siamo, sono le 11.36. Mezz’ora precisa, come all’andata.
Non avranno detto la stessa cosa i passeggeri che ieri sera, poco prima delle 18, sono rimasti fermi per una manciata di minuti in via la Marmora. Dello stop l’azienda non ne sa nulla, nessuna segnalazione di guasti o disagi, quindi deve essere stato rapido e indolore. Niente di che.
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