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Procedura celere
Ricordo benissimo la prima volta che vidi Radja Nainggolan in campo con la maglia della Roma. Arrivò nella sessione invernale di mercato, abbastanza in sordina, per sostituire temporaneamente Kevin Strootman al suo primo brutto infortunio. Era il 2014, costò 3 milioni con opzione di riscatto a 6.
Provai ad inquadrarlo ancora prima che toccasse palla, con quel modo di camminare felino e ciondolante. Mi chiesi: “Ma perché lo chiamano il ninja?” e poi mi risposi subito da solo: “Ah giusto… perché ha i tratti orientali”. Ovviamente la risposta era sbagliata e me ne resi conto nei successivi 5 anni. Dalla prima all’ultima partita che gli ho visto disputare in giallorosso non ha praticamente mai abbassato il suo rendimento, arrivava sul pallone dall’alto, dal basso, volava, scivolava, spariva e riappariva, combatteva, sembrava morto e risorgeva, era ovunque. Nainggolan infatti è DAVVERO un ninja. Il problema, abbiamo scoperto con il tempo, che la sua condotta fuori dal campo era quella di un personaggio di Paura e delirio a Las Vegas.
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Tutte le follie di Radja Nainggolan
Potevi incontrarlo in giro per la città di notte, in smart, che conversava senza problemi con chiunque. Di video è pieno e alcuni sono storici, come ad esempio quello in cui toppa un pronostico sul derby: “Te fidi?”. Ma lui tra un goccio e un tiro di sigaretta era lì a viversi la serata come un tuo ex compagno del liceo, di quelli che non frequenti più perché si spaccano in discoteca anche il martedì e non gli puoi stare dietro. Una volta ha confessato al Corriere della Sera che da ragazzo ha sofferto molto, lui e la sorella sono stati abbandonati dal padre da bambini e vivevano in condizioni precarie solo con la madre. Tutto ciò che ha ottenuto nella vita se lo è conquistato e non ha intenzione di rinunciare a nulla.
Luciano Spalletti una volta disse che Radja mette almeno 3-4 cose davanti al calcio e oggi forse sappiamo che non erano proprio 3-4, ma il concetto era chiaro. L’allenatore, a quanto si racconta, era arrivato a sedersi con una sedia davanti alla sua porta d’albergo per evitare che scappasse a fare chissà che pazzia.
Il capodanno del 2017 è forse la prima grande ed epica storia di “pazzia” fatta dal calciatore. Uno dei meme-calcio più potenti mai creati e ancora oggi vivi. Un po’ come il falconiere Juan Bernabè anche il centrocampista decise che valeva la pena essere molto franchi e trasparenti con il proprio pubblico. Fece una diretta Instagram “mbriaco fracico” che per chi non frequenta Trilussa significa “in uno stato di ebbrezza alcolica notevole”. I romanisti, e non solo loro, si svegliarono e pensarono di vedere il nuovo video dei Prodigy. Il ninja era vestito di nero e indossava occhiali argentati con delle borchie sporgenti, bestemmiava, rideva, fumava, beveva, sbiascicava formule incomprensibili, si aggirava su un campo di paddle nella notte, mentre in cielo esplodevano fuochi colorati. Un videoclip fichissimo, ma non era un videoclip.
Nel 2018, già all’Inter, denuncia ai carabinieri un furto di 150 mila euro. Si tratterebbe di una truffa e della clonazione di codici relativi ai suoi libretti degli assegni. Non proprio. Le forze dell’ordine scoprono molto presto che invece ci sono assegni firmati dal calciatore per coprire grosse perdite accumulate a Montecarlo in una singola serata di agosto.
Difficile stilare una lista completa di tutti i casini che ha combinato, sembra di leggere la biografia di Jim Morrison. Ad Anversa, squadra della sua città natale, gli tolgono la patente per guida in stato d’ebbrezza, poi lo arrestano per guida con patente falsa, poi lo sospendono per aver fumato una sigaretta elettronica in panchina. In panchina!
Oggi il ninja è di nuovo su tutti i giornali d’Italia e d’Europa, ma questa volta, se possibile, la faccenda sembra essere davvero seria. In Belgio, insieme ad altre 15 persone è stato arrestato per traffico internazionale di cocaina. Gli agenti hanno sequestrato 2,7 chili di coca, due giubbotti antiproiettile e armi, 370 mila euro in contanti, gioielli e orologi di lusso, due dei quali con un valore stimato di 360 mila euro ciascuno, centinaia di monete d’oro per un valore complessivo di 116 mila euro, diversi oggetti di lusso e 14 veicoli. Il legale del calciatore ha negato ogni suo coinvolgimento: “È menzionato nel fascicolo. Ma parliamoci chiaro: non è stato ancora accusato. Solo perché il mio cliente deve rispondere a determinate domande non significa che abbia qualcosa a che fare con questa faccenda” e poi “La polizia ha interrogato molto adeguatamente il mio cliente. Ha collaborato e ha risposto alle domande. Mi aspetto che torni in campo a Lokeren il prima possibile”.
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