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Dolore: dolore: Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a danno

tessutale effettivo o potenziale di un tessuto, oppure descritta come tale. IASP,1994. Il dolore è

composto da: una parte percettiva (attivazione dei nocicettori a livello di cutaneo, muscolo-scheletrico

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e viscerale), una parte esperienziale (lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione

spiacevole). Perché parlare di dolore: Aumento invecchiamento della popolazione, uno dei principali

problemi sanitari a livello mondiale, aumento della patologia oncologica, aumento delle patologie

cronico degenerative. In Europa sono 75 milioni di persone, ovvero il 19% della popolazione adulta, ad

essere interessate dal problema del dolore cronico. Si riporta, che il 41% dei pazienti con dolore cronico

dichiara di non aver ricevuto un adeguato controllo del dolore. Obbiettivi: diffondere la cultura

dell’attenzione al dolore/sofferenza della persona sensibilizzare il personale alla valutazione del dolore

per il suo adeguato controllo; facilitare un comportamento di appropriatezza clinica; garantire la

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continuità terapeutico-assistenziale; Rendere conforme la valutazione del dolore con l’uso di scale

validate; Garantire il trattamento adeguato che seguano protocolli basati sulle Evidenze; Promuovere

percorsi di integrazione ospedale-territorio.

Aspetti normativi: la cura del dolore è un diritto del cittadino: Art. 32 Cost. sancisce la tutela della

salute come: «Diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. La legge 38/2010 art. 1

viene riconosciuto il diritto di accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore. La legge 38/2010

art. 7 stabilisce il dolore come quinto parametro vitale da rilevare e monitorare, l’obbligo di riportare la

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rilevazione del dolore all’interno della cartella clinica le caratteristiche del dolore rilevato e della sua

evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il

risultato antalgico conseguito.

Codice deontologico: Art 34 L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la

sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari. Articolo 35 L’infermiere

presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita, riconoscendo

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l’importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale.

Articolo 36L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre limiti agli interventi che non siano

proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di

vita.

Anamnesi del dolore: Valutare la risposta alle terapie, Definire lo stato di malattia, Definire le

caratteristiche di personalità del paziente, Valutare l’intensità del dolore, Valutare il dolore in rapporto

alle attività quotidiane, Valutare l’interazione del dolore con altri sintomi. Percorso degli stimoli

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dolorifici: Gli stimoli algogeni (dolorifici, nocicettivi) sono percepiti come tali a livello della corteccia

cerebrale, dopo essere stati elaborati. Come tutti gli stimoli, anche quelli “dolorifici” passano prima il

midollo spinale, quindi al talamo, dove vengono integrati e smistati. na parte, la principale, giunge alla

corteccia somatoestesica primaria e crea la base della sensazione, è la parte della corteccia cerebrale

situata nella regione superiore della superficie mediale dei lobi frontali, sopra il corpo calloso, è la sede

della corteccia cerebrale ove vengono elaborati, a livello inconscio, i pericoli ed i problemi cui un

individuo è soggetto nel normale decorrere delle proprie esperienze. Può essere considerata come una

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sorta di sistema di allarme silenzioso: riconosce il conflitto in essere quando la risposta del soggetto è

inadeguata rispetto alla situazione. Il dolore, il senso di inadeguatezza, o “quello strano non so che” che

pervade la persona non è altro che un segnale che “c’è qualcosa che non va”. La corteccia cerebrale

produce questi segnali senza che l’individuo ne sia cosciente: si tratta di un meccanismo extra-

razionale, quello che in termini comuni si dice “sesto senso. Un’altra parte si porta nel sistema limbico,

dove la sensazione, confrontata con i ricordi (inconsci), influisce sul comportamento e sull’umore. Infine

questa via si interfaccia con la corteccia prefrontale, e la sensazione dolore assume sfumature

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comportamentali legate alla personalità. Dallo stimolo dannoso a carico dei tessuti e alla percezione

soggettiva di dolore si verificano quattro processi chimici e fisici estremamente complessi: 1. La

trasduzione: processo mediante il quale uno stimolo dannoso viene trasformato a livello delle fibre

periferiche, in impulso elettrico per esser riconosciuto dal cervello. 2. La trasmissione: il percorso

dell’impulso ora elettrico lungo i nervi sensitivi periferici verso il midollo spinale. Qui i neuroni

connettori spinali attivati raggiungono il talamo e arrivano fino alla corteccia. 3. La modulazone: è

un’attività neurologica in grado di controllare la trasmissione del dolore e alterare la percezione

soggettiva. 4. La percezione: quando il segnale arriva alla corteccia, viene riconosciuto, valutato

( natura intensità, localizzazione ), associato a esperienze personali precedenti, valori e convinzioni e

quindi interpretato soggettivamente come dolore.

In base alla durata: acuto, cronico, breakthrough pain (episodico). In base all’’eziopatogenesi:

nocicettivo, neuropatico, idiopatico. In base alla localizzazione: somatico superficiale proveniente dai

tegumenti o localizzato nello spazio e nel tempo, profondo proveniente da muscoli e articolazioni a

localizzazione spaziale non ben definita, viscerale dalle pareti delle cavità viscerali mai localizzabile;

può presentarsi come dolore riflesso o irradiato.

Classificazione del dolore eziopatogenesi: dolore nocicettivo > somatico: da attivazione dei nocicettori

nei tessuti molli ( cute, sottocute, muscoli ) e nel tessuto osseo; viscerale: da distensione,

compressione, invasione dei visceri. Dolore neuropatico > Dolore originato o causato da una lesione

primitiva o disfunzione del sistema nervoso. Dolore nocicettivo: Processo in base al quale uno stimolo

lesivo è percepito a livello periferico dai nocicettori e trasmesso al sistema nervoso centrale e, quindi,

inquadrato, potenziato o inibito e infine memorizzato. Il dolore nocicettivo può essere definito: dolore

somatico : se causato da lesione tessutale a carico del soma, quali pelle, muscoli, articolazioni. Meno

localizzato abbastanza circoscritto, relativamente sordo, aggravato dal movimento, spasmo muscolare

riflesso. Dolore viscerale : se causato da lesioni o alterazioni a carico degli organi interni, quali cuore,

intestino, pancreas. Inizialmente impreciso e mal localizzata percepito, successivamente dolore più

localizzato. Dolore neuropatico: Dolore associato a lesioni che interessano le vie nervose afferenti,

periferiche o centrali, che viene descritto come strano, urente o lancinante. E’ un dolore che dura a

lungo mal localizzato o segue un percorso preciso; L’intensità è variabile e viene avvertito per giorni,

settimane o persino mesi dopo che la causa del dolore è stata trattata e risolta (ex arto fantasma).

Classificazione del dolore: ACUTO avvisa l’individuo della lesione tissutale in corso ed è normalmente

localizzato, dura per alcuni giorni, tende a diminuire con la guarigione. CRONICO è duraturo, spesso

determinato dal persistere dello stimolo dannoso e/o da fenomeni di auto mantenimento, che

mantengono la stimolazione nocicettiva anche quanto la causa iniziale si è limitata. PROCEDURALE

accompagna molteplici indagini diagnostiche/terapeutiche. ONCOLOGICO causato dal tumore o dalle

procedure diagnostiche e nel trattamento della malattia. Nel dolore oncologico si distinguono, due

componenti: il dolore cronico (o persistente o di base) e il cosiddetto Dolore Episodico Intenso.

EPISODICO Aumento transitorio del dolore in un paziente con un dolore di base (moderato) controllato

da una terapia analgesica somministrata in modo continuativo.

Dolore acuto: Causato da un trauma, intervento o procedura, Presente da meno di 3 mesi, Intensità da

moderato a severo, Risposte del sistema simpatico: > FC/PA/FR – diaforesi – dilatazione pupillare,

Paziente riferisce il dolore, irrequieto, ansioso, Mostra atteggiamenti indicativi del dolore: aree di

sfregamento, aree dove porre spesso le mani, pianto, posizione antalgica. Dolore cronico: Da moderato

a severo, Prolungato, ricorrente o persistente da almeno 3 mesi, Segni vitali normali, Cute asciutta e

calda, Paziente depresso, introverso, Il paziente non parla del olore anche su domanda diretta. Dolore

episodico: Caratteristiche Cliniche, Insorgenza: ≤ a 3 minuti, Intensità: 6≤ NRS≤10, Durata: 20-30 min,

Ricorrenza episodi: 1-6/die. Dolore oncologico cronico: è la complessità legata alle interrelazioni

tumore/ospite ed agli esiti di trattamenti sovente tossici o mutilanti, sia componenti legate alla “fisicità”

dei sintomi sia componenti psicologiche, sociali e spirituali.

Soglia del dolore: punto nel quale sufficienti stimoli trasmessi raggiungono il cervello e vengono

percepiti come dolorosi. Minima esperienza di dolore che un soggetto può riconoscere. A parità di

condizioni tende ad essere la stessa tra persone sane.

Tolleranza: l’intensità di dolore che una persona riesce a sopportare può essere molto diversa da

persona a persona o anche nella persona in momenti diversi. La tolleranza è influenzata: Dalla

genetica, Dai comportamenti appresi, Dal genere ( maschili / femminili ), Età, Cultura, Esperienze

passate di dolore. La gestione del dolore è una componente fondamentale della qualità di vita. Dolore =

malattia: disabilità funzionale e motoria; rabbia e depressione; disturbi del sonno ansia, paura del

dolore. Il dolore non controllato diviene la principale preoccupazione, fino a trasformarsi da sintomo a

malattia. Poiché gli infermieri passano molto tempo con le persone affette da dolore, più di quanto non

facciano gli altri sanitari, devono conoscere le basi fisiologiche del dolore, le conseguenze fisiologiche e

psicologiche del dolore acuto e cronico e i metodi usati per trattare il dolore. Presupposto per il

raggiungimento di questi obiettivi è un cambiamento culturale che mette al centro la persona

coinvolgendola attivamente nel percorso di cura. Base dell’accertamento: Riconoscere la presenza di

dolore è la prima tappa dell’accertamento e alla base ci devono essere i seguenti elementi: Educare il

paziente e la famiglia a riferire il dolore. Credere al paziente rispetto a quello che riferisce sul dolore e

su quello che lo allevi





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