Analisi – Nel disegnare l’assetto del nuovo Collegio dei Commissari, Ursula von der Leyen ha scelto Maroš Šefčovič per guidare la Politica Commerciale Comune e dirigere la neonata Direzione Generale “Trade and Economic Security”. Con una carriera ventennale e una presenza costante in ben tre mandati della Commissione europea, Šefčovič è destinato a diventare, nell’aprile 2027, il commissario sin qui più longevo.
EUROPA E COMMERCIO GLOBALE: LE SFIDE DI ŠEFČOVIČ
Maroš Šefčovič, protagonista di oltre un decennio di trasformazioni geopolitiche e istituzionali, si appresta a guidare la politica commerciale dell’Unione Europea in una fase di rinnovata complessità globale. Dal suo esordio quale Commissario europeo nel 2009, ha visto l’Unione Europea attraversare crisi epocali, dalla recessione finanziaria alle sfide poste dalla pandemia e dalla Brexit. Ora, con il suo nuovo incarico Šefčovič è chiamato a coniugare, sicurezza strategica, sicurezza economica ed una nuova centralità geopolitica per l’UE.
Infatti il Commissario, che riporta direttamente alla Presidente e in coordinamento con il Commissario europeo per il Mercato Unico, Stéphane Séjourné, dovrà non solo preservare l’integrità del mercato interno europeo, ma anche trasformare il contesto economico globale in un’opportunità per riaffermare la centralità dell’UE come attore geopolitico.
Un compito non da poco.
La rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti, con il probabile ritorno a politiche economiche marcatamente protezioniste, rappresenta un banco di prova cruciale per il nuovo Commissario. Tale prospettiva impone all’Europa di rafforzare la propria autonomia strategica senza compromettere i vantaggi della storica alleanza con gli USA e senza rinnegare il suo tradizionale credo nel libero mercato basato su regole.
In occasione della formale audizione di fronte al Parlamento europeo, Šefčovič ha preannunciato una strategia di rilancio di una “offerta di cooperazione” con gli USA anche attraverso il rafforzamento del Trade and Technology Council (TTC), un’iniziativa volta ad assicurare e sviluppare il dialogo e le relazioni con Washington. L’intento non è solo prevenire un’escalation di tensioni commerciali, ma anche esplorare aree di cooperazione che possano controbilanciare l’approccio protezionista statunitense, salvaguardando al contempo i settori più vulnerabili del tessuto industriale europeo.
Per il neocommissario la strada della costruzione della sicurezza economica europea passa anche attraverso il dialogo con la Cina, già definito come “un partner di negoziato con cui l’UE deve trovare un equilibrio di interessi, un concorrente economico che ambisce alla leadership tecnologica e un rivale sistemico che promuove modelli di governance alternativi”.
L’Europa, infatti, pur riconoscendo che la Cina è la seconda economia mondiale, non può permettersi di ignorare le pratiche commerciali che minano la competitività dell’industria europea. Al riguardo, Šefčovič, in occasione della sua audizione, ha comunicato la presenza di una delegazione commerciale europea a Pechino per negoziare un accordo in merito alla disputa sulle tariffe sulle auto elettriche. Ha così lanciato un segnale forte di concreta disponibilità a dialogare piuttosto che ad alimentare tensioni. Tuttavia, non ha esitato a ribadire la necessità di affrontare con determinazione le disuguaglianze nel trattamento delle imprese europee, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai mercati pubblici e il controllo delle sovvenzioni cinesi. Il suo impegno per un “level playing field” si traduce anche in nuove iniziative legislative, come la riforma delle dogane e l’istituzione di un’Autorità doganale europea, prevista per il 2026, che rafforzerà gli strumenti di protezione e controllo sugli investimenti esteri.
Il raggio d’azione del nuovo Commissario non si limita ai rapporti con le grandi potenze. Come evidenziato nella lettera indirizzata a Šefčovič dalla Presidente Ursula von der Leyen, l’attenzione deve concentrarsi anche su economie emergenti che stanno rapidamente diventando hub di sviluppo globale. Negoziati fondamentali, come quelli con i Paesi dell’America Latina e della regione Indo-Pacifica, assumono quindi un’importanza centrale per rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento europee e per costruire partenariati economici di lungo termine. Anche nazioni come India, Thailandia e Filippine emergono come significativi poli di crescita, offrendo all’UE l’occasione di ampliare il proprio raggio di influenza economica e geopolitica.
Fig. 1 – Il Commissario al Commercio Maroš Šefčovič
OLTRE LA POLITICA COMMERCIALE
È l’attuale contesto geopolitico a guidare la politica commerciale europea: la competizione tecnologica e la strumentalizzazione delle dipendenze economiche alimentano, infatti, nuove linee di frattura e l’acuirsi di crisi tra blocchi di Paesi.
In tale scenario, Maroš Šefčovič assume un ruolo cruciale nella ridefinizione della postura economica e strategica dell’Unione Europea. Il Commissario non sarà solo un custode della politica commerciale, ma un architetto di un approccio integrato che comprende sicurezza economica, sovranità tecnologica e resilienza produttiva e politica estera.
La lettera di mandato di Ursula von der Leyen sottolinea questa esigenza, richiamando l’importanza di difendere la leadership tecnologica europea, garantire capacità produttive resilienti agli shock e gestire in modo strategico le partnership globali. Strumenti come l’Anti-Coercion Instrument (ACI), concepito per contrastare atti di coercizione economica da parte di attori statali e non statali, e l’International Procurement Instrument (IPI), utilizzato per smantellare barriere discriminatorie nei mercati degli appalti pubblici, sono già parte del robusto arsenale dell’UE. Questi meccanismi potranno trovare nuovo slancio sotto la guida di Šefčovič, chiamato anche a formulare una nuova dottrina di sicurezza economica per tracciare un uso strategico e coordinato degli strumenti di difesa economica all’interno dell’Unione.
Ma l’incarico del nuovo Commissario va ben oltre le nuove frontiere del commercio dell’UE. Come il suo predecessore Valdis Dombrovskis, Šefčovič, investito anche della carica di Commissario per le Relazioni Interistituzionali e la Trasparenza, dovrà anche affrontare la sfida della coesione interna tra le istituzioni europee. La revisione dell’Accordo Quadro tra le istituzioni, il rafforzamento del dialogo politico e l’impegno verso una maggiore trasparenza sono aspetti essenziali per rendere l’architettura istituzionale dell’UE più reattiva, democratica ed inclusiva.
Questi obiettivi acquisiscono un peso strategico soprattutto in vista di un possibile futuro allargamento dell’Unione, che richiederà strutture decisionali ancora più agili ed efficienti.
Fig. 2 – Ursula von der Leyen al recente Forum di Davos
CONCLUSIONI
La centralità dei compiti affidati all’esperto Maroš Šefčovič è di tutta evidenza.
Nell’attuale scenario geopolitico il tradizionale settore del commercio si trova in primissimo piano, tra politica interna e politica estera dell’Unione. In particolare, la leva della politica commerciale è determinante nell’emergente contesto di competizione globale ed è, pertanto, il pilastro più importante da consolidare per garantire la sicurezza economica.
La cura della sicurezza economica richiede dunque un nuovo efficace quadro di relazioni interistituzionali dell’Unione e il governo strategico degli strumenti economici autonomi dell’UE. La nuova Unione Europea è soprattutto questo.
Filomena Ratto
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