Il segretario regionale Dem dopo le critiche che gli hanno mosso i 101 annuncia azioni sui circoli. Per Matera scarica le responsabilità al segretario provinciale. Un merito: il risanamento dei conti del partito
Sembra il ruggito del coniglio quello che è uscito dalla bocca di Giovanni Lettieri e con cui lo stesso ha immaginato di dare una risposta alle istanze di rigenerazione portate avanti dai 101 firmatari del documento politico per il rinnovamento che, sostanzialmente, hanno così sfiduciato il segretario regionale. «Condivido le preoccupazioni e le istanze riportate nel documento a firma dei 101 iscritti. Le faccio mie e mi serviranno da impulso e carica per accelerare il lavoro che stiamo portando avanti e che era stato discusso e programmato nell’ultima Assemblea» scrive il segretario del Pd, quasi che non vo- glia comprendere fino in fondo le motivazioni dei firmatari. Quando un gruppo di iscritti decide di uscire fuori per proporre, non condividendo ciò che è stato fatto, una linea politica alternativa al segretario regionale significa che non esiste un luogo interno nel Partito per farlo. Se l’ex sindaco di Picerno non lo ha compreso, glielo spieghiamo noi.
CIRCOLI COMMISSARIATI
Alla richiesta di partecipazione, del resto, il segretario regionale risponde con il commissariamento dei circoli territoriali. «Rigenerazione e rinnovamento ma anche apertura verso i territori. Proprio in questa prospettiva, nelle prossime ore, usciranno i commissariamenti dei Circoli che vorremmo riattivare sul territorio per dare una spinta alla riorganizzazione del nostro partito. Da troppo tempo questi circoli erano fermi ed è necessario garantire la presenza del Pd in tutti i Comuni della Basilicata. Con quest’azione dobbiamo rimettere in campo il Partito Democratico e al tempo stesso dobbiamo anche riorganizzare il partito creando una sinergia fra i vari circoli come è stato fatto all’atto delle elezioni regionali con l’area Sud»: parole e musica di Giovanni Lettieri. Come dire: “Se volete partecipare per decidere, ora decido io e vi commissario”. Una risposta alquanto inusuale ad una do- manda di maggiore partecipazione. È evidente che Lettieri non ha compreso bene l’antifona, non riesce ad ascoltare la musica e, quindi, costruisce uno spartito tutto suo che, oltretutto, non è in grado di suonare.
L’EREDITÀ DEL PASSATO
Come ogni nuovo eletto che non riesce ad affrontare le situazioni che gli si pongono innanzi, Giovanni Lettieri prova a scaricare le responsabilità su “quelli di prima”. Una litania che ascoltiamo come scusa ad ogni cambio di gestione e che, nella migliore delle ipotesi, rivela una non conoscenza della macchina che si è deciso di guidare. Quando Lettieri dice «vorrei ricordare che ho ereditato un partito che era quasi collassato, pieno di debiti. Abbiamo dovuto licenziare i dipendenti, non vi erano risorse neanche per svolgere un’attività politica. Ad oggi possiamo dire che abbiamo pagato tutti i debiti e rimesso in moto il partito grazie anche all’encomiabile lavoro del nostro tesoriere», sembra un Guarente qualsiasi dopo pochi mesi dal suo insediamento. Ci piace l’approccio manageriale di chi parla di debiti da risanare e risorse da trovare ma, vorremmo ricordare al contestato leader dem che governare un partito politico non è un’attività ragionieristica e che la politica fonda la sua attività sulle idee più che sulla regolarità dei libri contabili.
MATERA ULTIMA SPIAGGIA
Come avevamo già evidenziato, le elezioni comunali di Matera sono l’ultima spiaggia per Lettieri sempre che sia ritenuto idoneo a traghettare il partito verso quelle amministrative. Il segretario dem ne sembra consapevole e, quindi, rilancia proprio per quella scadenza. Invita Cifarelli a rientrare nel partito e i militanti materani ad essere uniti nella sfida elettorale della Città dei Sassi. Una responsabilità che, però, l’eroico condottiero scarica sul segretario provinciale e sul suo esecutivo. In un’altalena funambolica tra il decido tutto e le responsabilità sono degli altri, il segretario Lettieri pensa di poterne uscire alla grande. Sic transit gloria mundi.
Di Massimo Dellapenna
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