Sorpresa sull’asteroide Bennu: ospita tracce dei mattoni della vita

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Prosegue la missione Nasa che cerca di scoprire sempre più informazioni su Bennu, un asteroide che ha avuto origine nel sistema solare e che ospita tracce di elementi fondamentali per la vita come la conosciamo: «Rafforza l’ipotesi che le molecole fondamentali siano arrivate sulla Terra dallo spazio»

La missione della Nasa che vede protagonista l’asteroide Bennu, prosegue da anni, precisamente dal 2016. Ma solo ora giungono novità interessanti (anzi, «vitali») dall’oggetto. Da uno dei campioni prelevati infatti, dopo attenti esami, è emerso che l’asteroide ospita tutti i mattoncini fondamentali per la vita. Ma facciamo prima un «breve» passo indietro.  

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La missione

La sonda spaziale Osiris-Rex della Nasa è partita alla volta dell’asteroide Bennu ormai nel lontano 2016 e vi è approdata nel 2018. Ha prelevato dei campioni, giunti poi sul nostro pianeta, nello Utah, cinque anni più tardi, nel 2023. L’apertura del contenitore in cui vi erano conservati i preziosi campioni, databili a ben 4,5 miliardi di anni fa, è avvenuta non senza difficoltà




















































Sono molte le applicazioni utili che lo studio dei campioni potrebbero apportare alla conoscenza. Dalle origini del sistema solare, a come deviare eventuali minacce alla Terra avanzate da asteroidi come Bennu o anche più grandi, fino a comprendere sempre di più le origini della vita. E infatti le analisi hanno avvalorato una delle teorie più affascinanti sull’origine della vita sulla Terra.

Cosa ci dicono i campioni

Dagli studi su Bennu emergono dettagli importantissimi. L’asteroide è infatti «figlio» di un corpo molto più grande. All’epoca delle prime fasi di vita della nostra stella, il Sole, i vari corpi celesti si scontravano come «palle da biliardo» portando alla frammentazione di tanti oggetti, tra macerie e altri corpi celesti. Alcuni tra questi, proprio Bennu. I corpi da cui si è formato Bennu contenevano molta acqua, poi evaporata e che ha lasciato un deposito di salamoia salata. E qui la parte fondamentale: all’interno di questa salamoia sono state individuate migliaia di composti organici, tra cui 14 dei 20 amminoacidi presenti negli organismi terrestri, nonché tutte le basi nucleotidiche che compongono il nostro Dna e Rna. Ciò significa che le molecole di base della vita esistevano nel nostro sistema solare sin dall’inizio (come del resto i nostri atomi).

Una scoperta che avvalorerebbe la teoria della Panspermia naturale, secondo cui la vita nel nostro pianeta ha avuto origine proprio attraverso frammenti di asteroidi o comete che hanno impattato pianeti abitabili. Uno degli autori dello studio dei campioni e scienziato della Nasa, Daniel Glavin, ha affermato che la scoperta delle molecole organiche è «un rafforzamento» di queste idee. Infatti, «Questa prova conclusiva che così tanti elementi costitutivi molecolari della vita erano così diffusi nel primo sistema solare ha aumentato le possibilità che la vita potesse essere iniziata altrove, oltre la Terra»

Bennu non è il solo 

Nei campioni portati a Terra è stata anche rilevata un’abbondante presenza di ammoniaca volatile che è anche «un’ulteriore prova che l’asteroide si sia formato nelle fredde regioni esterne del nostro sistema solare». Ma Bennu non è l’unico asteroide su cui sono stati trovati elementi simili.  «Ora abbiamo i risultati di due missioni su corpi celesti primitivi ricchi di carbonio: Hayabusa2 sull’asteroide Ryugu e OSIRIS-REx su Bennu». La sonda giapponese Hayabusa2 ha infatti portato sulla Terra circa 5,5 grammi di materiale di asteroidi nel 2020. I campioni di entrambe queste missioni sono simili tra loro. Tuttavia, non è finita qui.

Gli scienziati infatti stanno già esaminando un campione molto più grande dell’asteroide che pesa circa sei grammi, da cui potrebbero essere rinvenute informazioni ancora più preziose. Gli scienziati starebbero cercando altre molecole organiche ancora invisibili che potrebbero essere presenti in quantità minori, come zuccheri, peptidi « e forse persino nucleotidi simili a quelli presenti nel DNA e nell’RNA». Per i prossimi anni, insomma, i campioni di Bennu ci parleranno ancora sulle origini della vita e dell’Universo, in attesa che le prossime missioni, ad esempio su Encelado, una luna di Saturno, un satellite naturale all’interno del quale è presente un oceano e che ospita le stesse «salamoie» presenti su Bennu.  

30 gennaio 2025

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