Aumento delle rette nelle Residenze Protette: Regione e Aziende Sanitarie intervengano a tutela degli anziani più poveri

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31/01/2025

Comunicato
stampa

Aumento rette
nelle Residenze Protette: 
Regione e
Aziende Sanitarie intervengano a tutela degli anziani più poveri

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 L’articolo
apparso di recente sull’aumento delle rette da parte delle case di riposo di
Osimo, dà modo di tornare su di un argomento che sta particolarmente a cuore a
queste OO.SS., che da tempo stanno incalzando la Regione Marche ad assumere
decisioni certe, sulla
organizzazione e gestione delle strutture
residenziali nella nostra regione
, con particolare riferimento a quelle
definite Residenze protette e Case di Riposo che ospitano anziani sia
autosufficienti che non.

La
carenza di una metodologia definita di rilevazione del fabbisogno di posti
relativi a questo servizio indispensabile per chi purtroppo non ha più la possibilità
di invecchiare nella propria casa né di essere confortato dai propri cari, ha
prodotto da sempre una iniqua distribuzione territoriale delle strutture e
della loro capacità di ricevere ospiti, sull’intero territorio regionale, sia
in termini di autorizzazione, che di accreditamento e convenzionamento.              

Vale
la pena ricordare che l’inserimento di un anziano non autosufficiente in una
residenza è un LEA (Livello Essenziale di Assistenza)
e che Il decreto sui
LEA è molto chiaro: la retta è costituita da due voci, il 50 % quota sanitaria
a carico del Servizio Sanitario Regionale, il 50% a carico dell’ospite, e/o
comune ma così non è nelle Marche

Purtroppo
il costo dell’assistenza è rimasto fermo per anni a 67,02 € per anziani non
autosufficienti e 90 € per le demenze, assolutamente insufficienti a coprire i
costi reali dell’assistenza sia sul versante quantitativo che qualitativo.
Anche l’aumento della quota sanitaria deliberato dal 1° gennaio 2023 non è
stato considerato sufficiente dagli Enti gestori pubblici e privati che
continuano ad aumentare le rette a carico degli utenti.

Inoltre nelle Marche gli utenti non hanno mai pagato il 50 % del costo
complessivo ma molto di più
. Nelle
Marche le convenzioni che l’Azienda sanitaria stipula con gli Enti gestori
prevede una quota aggiuntiva a carico degli utenti, che non si riferisce solo
al pagamento di prestazioni a domanda individuale (il parrucchiere, il
podologo…), ma anche a voci generiche come manutenzione del giardino,
climatizzazione, certificazione ISO di qualità, e il minutaggio aggiuntivo di
infermieri ed operatrici sociosanitarie.

Il
continuo rincaro delle rette previsto dagli enti gestori non può assolutamente
conciliarsi con l’entità degli importi delle pensioni erogate nelle Marche,
che considerando anche le prestazioni assistenziali si assesta su una cifra
media lorda di 956 € mensili.

In
diverse situazioni le “prestazioni aggiuntive” determinano un costo che supera
la metà della retta pagata dall’ospite.

Le
AST e gli Enti Gestori hanno firmato le convenzioni (un contratto) che regola
anche il dovuto da parte dell’utente che sottoscrive la convenzione stessa. È evidente
che gli aumenti decisi da diversi Gestori significa il non rispetto dei termini
e i modi previsti dalla Convenzione.

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Procedura celere

 

Le Aziende Sanitarie Territoriali sono parte in causa e devono agire, perché venga rispettato quanto pattuito, senza
escludere la possibilità della risoluzione della convenzione stessa.

Ma
chiamata in causa è anche la Regione che deve definire il costo reale
dell’assistenza e limitare le quote aggiuntive alle richieste a domanda individuale
degli ospiti
.

Alla
Regione abbiamo più volte proposto che il Fondo di solidarietà previsto per
disabili e psichiatrici fosse utilizzato, adeguatamente finanziato, anche per
gli anziani non autosufficienti. Questo non è avvenuto, ma nella legge
di bilancio regionale sono previste risorse economiche per sostenere le rette
nelle residenze per anziani (4 milioni di € nel triennio 2025-27).

Pur
rappresentando un segnale di attenzione a questo tema, tali risorse sono
assolutamente insufficienti e sulla modalità di utilizzo chiediamo un confronto
allargandolo a rutto il tema della residenzialità (fabbisogno, tariffe…) che si
colleghi direttamente con l’attenzione alla casa come primo luogo di cura.

Importante
inoltre per SPI FNP e UILP è avviare quanto prima tutte le iniziative utili a promuovere
l’invecchiamento attivo della popolazione anziana marchigiana
, proprio per
prevenire la non autosufficienza e ridurre l’impatto che questa produce nei
suoi confronti. Allo stesso tempo chiediamo alla Regione un’attenzione
particolare alle condizioni di lavoro degli operatori impiegati nelle strutture
socio sanitarie regionali, anche nell’ottica di garantire la massima qualità
possibile dei servizi.

 Ancona, 30 gennaio 2025

 Le Segreterie regionali di SPI Cgil, FNP Cisl e UILP Uil

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