[Napoli] Solidarietà agli operai TEMI-GLI e ai compagni Si Cobas colpiti dalla repressione • Partito dei CARC

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Da due mesi prosegue la lotta dei cinquanta facchini GLS contro il licenziamento disposto dalla TEMI, di proprietà del gruppo Tavassi che detiene il marchio GLS in provincia di Napoli. Il motivo del licenziamento è la punizione per aver denunciato le condizioni di lavoro cui erano costretti: pagati 6 euro l’ora con turni fino alle 14 ore al giorno, in condizioni contrattuali e di sicurezza precarie.

Questo gruppo di operai da mesi, guidato dal Si Cobas, ha messo in campo scioperi e iniziative di blocco ai cancelli GLS in tutta la provincia di Napoli, che hanno messo in seria difficoltà l’azienda e sono via via diventati un problema di ordine pubblico. Quest’attività ha portato all’organizzazione di diversi tavoli istituzionali che l’azienda ha disertato. Per TEMI i dissidenti vanno puniti e non si deve fare un passo indietro, la Prefettura convoca tavoli che non ottengono alcunché. Il solito teatrino in una società in cui è l’economia a dirigere la politica e in cui, al di là di delle sceneggiate, lo Stato è strumento di oppressione della borghesia contro la classe operaia che non ha altra arma se non quella di organizzarsi, coordinarsi e imporre le misure necessarie costruendo e facendo valere rapporti forze in linea con i propri interessi. È quello che gli operai TEMI-GLS stanno danneggiando per milioni di euro il gruppo Tavassi che è sempre più in difficoltà e cerca di suonare la carica.

È per questo che negli ultimi giorni l’attacco repressivo ai danni degli operai TEMI-GLS, dei sindacalisti del Si Cobas e dei solidali si è fatto più accesso e la maschera della collaborazione tra padroni e forze dell’ordine è caduta. I picchetti operai sono stati repressi a manganellate dalla polizia, fatti oggetti di aggressioni da parte di padroncini mobilitati da Tavassi fino all’installazione di barricate di bancali “anti-sciopero” erette da TEMI sulla strada d’accesso al magazzino di Gianturco (senza che gli venisse portata alcuna accusa di blocco stradale ovviamente). Il 29 gennaio durante il picchetto allo stabilimento GLS di Gianturco il coordinatore del Si Cobas Peppe D’Alesio è stato fermato e portato diverse ore in Questure. Il 31 gennaio la coordinatrice Si Cobas Mimì Ercolano è stata aggredita dalla polizia privata di TEMI e costretta a cure mediche ospedaliere.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Agli operai e ai compagni va la nostra più piena, complice e convinta solidarietà. Inoltre è importante che tutte le organizzazioni del movimento di resistenza delle masse popolari – a partire dagli altri organismi e coordinamenti contro il ddl1660 come la Rete A Pieno Regime – esprimano la propria solidarietà e schieramento di classe al fianco di tutti i compagni colpiti dalla repressione.

La resistenza delle masse popolari avanza e si fa sempre più pressante la necessità di non limitarsi a difenderci ma di passare all’attacco. A fronte degli attacchi repressivi passare all’attacco vuol dire innanzitutto alimentare più coscientemente la costruzione di un ampio fronte che raccoglie tutte le forze, gli organismi e i singoli che hanno motivo di e interesse a contrastare tutti i tentativi di restringimento degli spazi di iniziativa politica, che coincidono con i tentativi di smantellare, un passo alla volta, i diritti democratici conquistati nel nostro paese grazie alle dure lotte della classe operaia e delle masse popolari guidate dal movimento comunista.

Passare all’attacco vuol dire che a fronte degli ulteriori attacchi che verranno le masse popolari devono rispondere organizzandosi e coordinandosi di più e meglio per violarli, renderli inattuabili e rendere la vita impossibile al governo. Se mettono le zone rosse bisogna violarle. Se vietano i cortei bisogna manifestare lo stesso come fatto lo scorso 5 ottobre a Roma. Se censurano l’informazione bisogna portare ovunque e con ogni mezzo la verità. Che tutto il vento della repressione seminato da questo governo si trasformi nella tempesta che lo travolgerà.

Passare all’attacco, infine, significa dare alle mobilitazioni, alle proteste e alle rivendicazioni uno sbocco politico unitario. Con la lotta e le mobilitazioni occorre rendere ingestibile il paese al governo Meloni fino a cacciarlo. Con la lotta e le mobilitazioni occorre impedire che al suo posto si installi un altro governo delle Larghe Intese, diverso dal precedente solo all’apparenza (ad esempio un governo del Pd e dei suoi cespugli), e imporre un governo di emergenza popolare formato da persone che godono della fiducia dei lavoratori e delle masse popolari, che agisce su mandato delle organizzazioni operaie e popolari e che dà forza di legge alle loro principali rivendicazioni.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende