Paesi UE ad un passo dal ritorno al gas russo, i mal di pancia del caro bollette e del green deal, in Italia +280% il costo di elettricità e gas a Mgw/h, Germania e Ungheria gli apripista – RETROSCENA

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L’Unione Europea e l’Italia si trovano di fronte a un dilemma strategico, e secondo le informazioni del Giornale d’Italia, starebbero riflettendo sulla possibilità di tornare ad importare gas russo.

Nei giorni scorsi anche alcuni Stati membri, tra cui Germania e Ungheria, si sono mostrati favorevoli a un possibile accordo per il ritorno del gas russo attraverso i gasdotti, con l’obiettivo di contenere i costi energetici e favorire un compromesso con Mosca che possa portare alla pace in Ucraina.

Le attuali quotazioni infatti, seppure lontane dai picchi di oltre 300 € raggiunti due anni fa in concomitanza con l’invasione russa dell’Ucraina, sono più che doppie rispetto al febbraio 2021, prima cioè dell’attacco russo.

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L’aumento simmetrico dei prezzi di gas e elettricità per Mgw/h dall’invasione russa dell’Ucraina

Al 1 febbraio 2025 il prezzo del gas è attorno ai 53€ Mgw/h, molto lontano da 16 € dello stesso periodo dell’anno nel 2021, un anno prima dell’invasione russa. Anche il prezzo dell’energia elettrica è schizzato alle stelle, passando dai 54.05 € Mgw/h del 31 gennaio 2021 ai 151.38 € Mgw/h del 31 gennaio 2025. Un aumento sottolineato anche da Emanuele Orsini, presidente di Confindustria: in Italia, il costo dell’energia era di 142 €/MWh, contro i 99 € della Francia, gli 86 € della Germania e i 70 € della Spagna”. I prezzi di gas e elettricità sembrano crescere simmetricamente dal gennaio 2021 al gennaio 2025.

Date

Prezzo gas Mgw/h

Prezzo elettricità Mgw/h

31 Gennaio 2021

 

19.2 €

 

54.05 €

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31 gennaio 2022

82.6 €

228.2 €

31 gennaio 2023

57.3 €

169.5 €

31 gennaio 2024

Conto e carta

difficile da pignorare

 

29.3 €

89.2 €

31 gennaio 2025

53.6 €

151.3 €

 

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L’Europa non ha mai voluto imporre sanzioni al gas russo poiché gli stati membri non sarebbe in grado di affrancarsi totalmente dalla preziosa risorsa naturale di cui la Russia è ricca. 

Con lo scoppio della guerra in Ucraina molti Paesi hanno però optato per una diversificazione delle forniture, riducendo quelle via gasdotto e aumentando quelle di gas naturale liquefatto via mare fino al 22% del totale nel 2024, che però è fino a cinque volte più costoso perché acquistato da Usa e Algeria. Questa è una delle cause principali dell’esplosione delle bollette in un contesto in cui l’Europa ha spinto moltissimo sullo sviluppo ed utilizzo di fonti di energie rinnovabili attraverso il Green Deal. Il gnl per altro va rigassificato, operazione per cui l’Italia ha dovuto acquistare due navi rigassificatrici gestite da Snam al costo di 700 milioni di euro.

La Golan Tundra, la rigassificatrice di stanza a Piombino è stata anche contestata dagli ambientalisti, mentre la BW Singapore si trova al largo delle coste di Ravenna.

Alcuni Paesi europei starebbero valutando il ritorno al gas russo

Una dipendenza energetica che potrebbe aumentare e passare attraverso altri canali visto che dal dal 1° gennaio 2025 il gas russo ha smesso arrivare in Europa attraverso l’Ucraina a causa del mancato rinnovo dell’accordo di transito tra l’ucraina Naftogaz e la russa Gazprom. L’Europa però in questo momento ha gli stoccaggi quasi pieni, con circa il 18% del gas importato dall’UE che arriva dalla Russia.

Secondo una ricerca di Goldman Sachs infatti il prezzo del gas potrebbe arrivare fino a 84 € per megawattora: ““I prezzi europei del gas sono aumentati del 14% nelle ultime due settimane fino a 50 € a megawattora questa settimana, il livello più alto da oltre un anno. Mentre la notizia chiave di questa settimana nel settore del gas naturale è stata lo stop dei flussi residui di gas russo attraverso l’Ucraina, a nostro avviso il principale fattore di tensioni per il gas in Europa quest’inverno saranno le temperature più fredde della media, previste per le prossime due settimane, insieme alla bassa produzione di energia eolica in Norvegia con le conseguenti interruzioni”.

Germania e Ungheria gli apripista

Tuttavia, la prospettiva di tornare a importare gas russo ha sollevato reazioni contrastanti, con diversi Paesi dell’Europa orientale e settentrionale che considerano la Russia come un rischio per la sicurezza europea e la dipendenza dal gas temendo una nuova dipendenza dal Cremlino. In Germania in particolare una parte del governo sembra guardare con nostalgia ai rapporti energetici con Mosca, mentre l’Ungheria di Viktor Orbán è stata accusata di allinearsi agli interessi del Cremlino. I Paesi baltici e la Polonia invece spingono per una linea più dura, sperando in un cambio di rotta tedesco dopo le prossime elezioni.

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La Commissione Europea, sotto la guida di Ursula von der Leyen, mantiene una posizione di fermezza e sta lavorando a un piano che sarà presentato a marzo per eliminare definitivamente il gas russo dal sistema energetico dell’UE. Malgrado i progressi fatti nella riduzione delle importazioni via gasdotto, il gas naturale liquefatto russo continua a entrare in Europa, senza essere incluso nelle nuove sanzioni previste per il terzo anniversario della guerra in Ucraina.

Queste divisioni emergono anche in altri ambiti: il prossimo vertice a Bruxelles vedrà i leader europei confrontarsi su come rafforzare le capacità difensive del continente, tra proposte di tagli alla spesa sociale e resistenze da parte di Stati meno esposti alla minaccia russa. La questione del gas si inserisce in un quadro più ampio di incertezza, dove le scelte economiche ed energetiche si intrecciano con il destino geopolitico dell’Europa.

La genialata della guerra contro la Russia, Draghi: “Volete la pace o i condizionatori?”

A tre anni dall’invasione russa in Ucraina e con i prezzi dell’energia alle stelle è lecito domandarsi quali siano state le conseguenze delle sanzioni europee alla Russia. Il 6 aprile 2022, quando i prezzi di gas e elettricità toccavano dei record, l’allora presidente del consiglio Mario Draghi chiedeva agli Italiani:  “Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre“. 

Il Giornale d’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ma sembra ormai evidenti come il nostro Paese avrebbe dovuto aprire un tavolo diplomatico e mantenere i rapporti con la Russia che ci ha liberato dal nazismo durante la seconda guerra mondiale. Era infatti molto importante tenere aperto un tavolo per gestire gli equilibri tra l’Europa, l’America e la Russia. Ma così non è stato e dopo quella famosa frase, di cose ne sono successe tante. A partire proprio dal gas.





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