Trump, congelamento dei finanziamenti: ONG ucraine in crisi

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Il congelamento dei finanziamenti statunitensi di 90 giorni stabilito da Trump ha provocato la crisi delle ONG Ucraine e della loro attività umanitaria, che vede l’improvvisa mancanza di fondi da parte del suo più grande sostenitore.

Il congelamento dei finanziamenti: l’ennesimo abbandono di vite umane

Non solo guerra, morte e devastazione. L’Ucraina si deve preparare ad affrontare un ulteriore ostacolo, con le decisioni messe in atto dalla nuova amministrazione di Trump: le organizzazioni del settore umanitario infatti, comprese quelle salvavita, vanno incontro a un improvviso congelamento di 90 giorni da parte dei finanziamenti statunitensi. Motivo della sospensione è valutare ogni singolo fondo bloccato, e la sua conformità agli interessi nazionali degli Stati Uniti. 

La notizia, annunciata lo scorso mercoledì dal Dipartimento di Stato Americano, non ha visto alcun impedimento nella sua formalizzazione, nonostante molti alti diplomatici abbiano richiesto una deroga di esenzione dell’Ucraina dal congelamento.

Lo Stato ucraino si ritrova nel panico vedendo sfumare tali finanziamenti, che reggevano gran parte del sostegno militare della Nazione. 

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ONG costrette a chiudere, lasciare persone indifese e senza aiuti in un Paese devastato, in cui il supporto umanitario risulta oggi una necessità, oltre che un diritto, per ogni singolo cittadino.

Nonostante il congelamento non riguarderà solamente l’Ucraina, gli ucraini saranno inevitabilmente quelli più colpiti dalla mancanza di fondi, anche se solo per un breve periodo. Assistiamo a una chiusura totale del settore che salva le vite in un Paese colpito dalla morte, ora più che mai. Voltare le spalle all’esistenza di un’intera Nazione già allo stremo: il blocco di fondi non è altro che questo. 

L’USAID rimane in silenzio

Dopo la scoperta dei tagli allo Stato, le ONG ucraine hanno immediatamente chiesto spiegazioni all’USAID (The United States Agency for International Development), senza però ricevere risposte chiare. La tensione è ormai estrema, le conseguenze disastrose: il Paese ucraino risulta infatti essere il maggior beneficiario dei finanziamenti allo sviluppo degli Stati Uniti, che tramite l’USAID hanno fornito ben 35 miliardi di euro a Kiev dall’inizio del conflitto russo-ucraino.

Con l’improvviso abbandono di tale finanziamento, le ONG tirano fuori la voce, esplicitando la loro impossibilità nel prepararsi a un cambio così improvviso e radicale. Il tempo è finito, e non c’è modo di trovare un immediato sostituto per i fondi negati.

Nessuna via di scampo per le ONG colpite

I finanziamenti interessano l’intero settore umanitario, senza alcuna esclusione. Già sono in molte quelle costrette a chiudere diverse sedi lungo il territorio: l’organizzazione Veteran Hub, nota per il supporto psicologico e sociale ai veterani ucraini, è stata costretta a sbarrare i cancelli del suo centro a Vinnytsia, sospendendo in questo modo ogni supporto fisico e telefonico per la salute mentale dei pazienti.

Anche i media non sono stati esentati: la negazione di fondi non solo incide sulla sicurezza, ma anche sull’informazione della comunità. L’agenzia NikVesti, situata a soli 50 chilometri dal fronte e fondamentale nella distribuzione di giubbotti anti-proiettili ai giornalisti, ha visto una radicale riduzione delle sovvenzioni adoperate per garantire sicurezza ai giornalisti e assicurare l’informazione alla popolazione. Avvisi indispensabili a cui viene tolta la voce, provocando un silenzio che richiama la morte. In questo modo, alla popolazione sarà negata la possibilità di sapere dove poter trovare del cibo, dell’acqua, e dove passare per evitare le mine.

L’attivazione immediata dell’Ucraina

La Nazione ha deciso di agire contro l’abbandono: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha subito affermato l’immediata attivazione di finanziamenti per progetti umanitari, in modo da garantire sicurezza alla popolazione nel minor tempo possibile. I principali destinatari dei fondi raccolti saranno i bambini, i veterani e le infrastrutture principali. 

Il momento è critico, ma l’Ucraina reagisce per tentare di salvare la sua popolazione. Garantire sicurezza allo Stato è indispensabile, soprattutto in una terra in cui caos e dolore regnano ormai da tempo. Chiudere gli occhi e fingere che tutto vada bene non è più concepibile. Loro sono lì, da soli, e hanno bisogno di aiuto: voltare le spalle negando i finanziamenti significa strappare loro la speranza di sopravvivere.

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Ginevra Montenovo

 



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