Atalanta-Torino, le spigolature di Serina: il Var è tecnologia, ma a guardare c’è un uomo. Serve subito un difensore

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di
Pietro Serina

Serve razionalità: la tecnologia fa bene, ma c’è sempre un uomo che guarda e decide. Sei infortuni in cinque giorni: gita al Santuario di Caravaggio? E ora è necessario fare mercato

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Arbitro, Var e dintorni Viva la tecnologia, che aiuta gli arbitri a sbagliare meno. Sul fuorigioco è perfetta: si tirano delle linee, nulla è contestabile. E viva la razionalità, se aiuta a capire che non ci saranno mai interpretazioni solo oggettive: ogni volta che sarà un uomo a valutare un episodio, il giudizio sarà personale, quindi soggettivo. Oggi c’è il Var che aiuta l’arbitro, ci sono valutazioni favorevoli e altre contrarie. Però il Var o lo teniamo sempre, o non lo usiamo mai più (e torniamo all’oscurantismo). Partendo da qui, forse accettare le decisioni diventa meno difficile. Magari anche ricordandoci di quante volte è andata bene in questa stagione.

Conta chi decide o che sia presa la decisione giusta? E, qui, il tema mal posto da Gasperini: «Qui non si capisce se decide l’arbitro o il Var. O se arbitra il Var». Ragioniamo: ma è più importante chiedersi (e sapere) chi decide, oppure che la decisione abbia evitato un errore? Se arrivasse una fata vestita d’azzurro e con la bacchetta magica capace di non commettere errori, ci lamenteremmo? Viva le decisioni giuste, cosa importa chi le prende.




















































Numeri inutili, se Retegui combina guai «Ha fatto tutto l’Atalanta», commenta un collega piemontese scorrendo le statistiche finali. Non ha torto: 22-5 i tiri, 10-3 i tiri in porta, 65-35% il possesso palla, 7-0 gli angoli, 89%-75% la precisione dei passaggi. Ma solo tre-quattro palle gol per i nerazzurri, con Retegui simbolo della giornata-no: prima ha perso l’avversario sull’1-1 del Toro, poi ha malamente sbagliato il rigore che si era procurato. Se va così, hai voglia di dominare la partita.

MA DAI
Portiamoli a far benedire Martedì s’è infortunato Lookman, mercoledì Scalvini e Carnesecchi (che ha dato forfait nel prepartita), ieri fuori in tre in un giorno: Zappacosta al mattino, Kolasinac a metà primo tempo, Scamacca un minuto dopo essere entrato. Se in cinque giorni perdi sei giocatori è difficile reggere, visti i ritmi a cui si gioca. L’idea è di uno steward della tribuna: portiamoli a far benedire. Perché no: il Santuario di Caravaggio è a due passi da Zingonia.

PIEDE A MARTELLO
Entro lunedì sera un difensore: ne va del futuro Tanto clamore per il cambio della sesta punta del gruppo, fuori Zaniolo e dentro Maldini, e quasi nessun interesse per la prima necessità di questo momento: un difensore competitivo. Dopo la gara col Toro in pratica sono rimasti Toloi, Hien e Djimsiti (Kolasinac è ko per un problema muscolare). E gli impegni sono tanti e tali che il difensore in grado di fare subito il titolare è un obbligo. Se non arrivasse, potrebbe anche essere necessario ridimensionare gli obiettivi. Sarebbe un errore clamoroso.

LA PERLA
Bellanova re degli assist. Djimsiti-gol dopo mille giorni Non hai vinto, ma il gol è arrivato da uno specialista negli assist, Bellanova, e da un nerazzurro che non segnava in Serie A da mille giorni, Djimsiti. L’albanese ha ritrovato il gol due anni e mezzo dopo Spezia-Atalanta 1-3 dell’8 maggio 2022. Bellanova con l’angolo messo in porta da Djimsiti è salito a 13 assist nelle ultime due stagioni, primo in A dall’agosto 2023, alla pari con Leao e De Ketelaere. Chapeau.

Il calcio è di tutti, ma in modo differente: allo stadio si guarda, sul divano si vede.

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