Credito, sulle imprese sarde quasi mezzo miliardo di extracosti bancari

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Sulle imprese sarde quasi mezzo miliardo di extracosti bancari. E per le piccole attività l’impatto del caro-tassi più elevato d’Italia: 11,98%. Meloni e Serra (Confartigianato Sardegna): “La stretta creditizia frena sviluppo e investimenti soprattutto nel green e digitale con una marginalità ormai inesistente. Necessario ragionamento comune tra aziende e Banche”.

Il caro-tassi e la stretta creditizia, nell’ultimo biennio, hanno travolto le imprese sarde con 483milioni di euro di maggiori oneri bancari.

È, infatti, la Sardegna la regione italiana dove prestiti alle piccole imprese costano di più. Con un TAE (tasso annuo effettivo) dell’11,98% registrato a giugno 2024, l’Isola apre la poco invidiabile classifica dei territori in cui i finanziamenti alle attività produttive di ridotte dimensioni sono quasi proibitivi. Al secondo posto la Calabria con l’11,43% mentre la Provincia di Bolzano è la meno cara con l’8,08%, contro una media nazionale del 9,15%, Va meglio alle aziende sarde medio-grandi il cui tasso arriva al 7,65%, contro un tasso nazionale medio del 6,33%.

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A questo si aggiunge la frenata dei prestiti alle piccole aziende crollati, tra giugno e settembre scorsi del 4,9% e del 3,4% per il totale delle imprese attive. Sul totale delle imprese artigiane la frenata è stata del 9,9%.

È questo, in sintesi, ciò che emerge dal rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, analizzando i dati della Banca d’Italia tra giugno 2022 e settembre 2024, ha rilevato come il tasso di interesse bancario attivo (TAE) pagato dal totale delle realtà isolane nel settembre scorso si sia attestato al 7,85%, in calo rispetto all’8,07% rilevato tre mesi prima. La media nazionale, in discesa anche questa, è passata dal 6,52% di giugno 2024 al 6,44% di settembre. L’Isola, per questo, occupa il terzo posto per costo del denaro per le attività produttive in Italia: prima la Calabria con 8,11%, ultima l’Emilia con 5,98%.

Tra i vari settori, nelle costruzioni il TAE applicato alle imprese sarde è dell’8,51% (terzo posto dopo la Calabria con 9,63% e Valle d’Aosta con il 9,34% e una media nazionale del 7,42%); in questo settore si registra una frenata dei prestiti calati del 6,3% rispetto all’anno passato. Nei servizi per le attività isolane il tasso è dell’8,39% (Sardegna al quarto posto dopo Calabria con l’8,87% e una media nazionale del 6.58%); nel manifatturiero esteso anche qui Isola al quarto posto con un TAE al 6,72% (primo posto Molise al 7,20% e media nazionale al 6,05%).

Il lento, anzi lentissimo, riassorbirsi della bolla causata dall’extra-costo bancario mette ancora in difficoltà le attività produttive dell’Isola – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegnanonostante la Banca Centrale Europea abbia cominciato a ridurre i tassi, gli effetti tangibili sono ancora poco quantificabili”. “Nonostante le aziende abbiano reagito con vigore, dobbiamo ancora registrare la preoccupazione sia degli imprenditori, che hanno bisogno del credito per investire e crescere, sia dei cittadini, che hanno necessità di finanziamenti per pagare il mutuo e affrontare la vita di tutti i giorni – continua Meloni – la stretta ha rallentato le scelte di investimento delle imprese, frenando le transizioni green e digitale”.

Il mezzo miliardo di euro di extracosto per il credito alle realtà isolane, è una cifra colossale che pesa maggiormente laddove le aziende sono più impegnate negli investimenti per crescere – prosegue il Presidente – è un tema su cui non si presta sufficiente attenzione ma che rischia di frenare lo sviluppo delle nostre imprese”. “La marginalità è contratta all’osso e quindi anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività come le evoluzioni di processo, l’acquisto di nuovi macchinari, la rivoluzione degli spazi di lavoro – aggiunge Meloni tutto questo costa e le Pmi non possono permetterselo e quindi riducono drasticamente la loro capacità di stare sul mercato e di esprimere tutto il loro valore”. “Non ci stancheremo mai di ripeterlo come sia necessario, ridare ossigeno e possibilità di finanziamento a tutte le realtà che vogliono investire che stanno lottando per uscire definitivamente da situazioni complesse. Banche e imprese devono ragionare insieme e nella stessa direzione, per cercare strade alternative a un calo ancora troppo lento dei tassi. Dobbiamo evitare che questa situazione possa creare ulteriori danni al sistema produttivo sardo e italiano”

Per Confartigianato Sardegna, purtroppo, il finanziamento alle piccole aziende resta, ancora legato alla percezione di alto rischio e quindi, così, cresce costo del denaro invece, spesso, l’impresa artigiana necessita di finanziamenti molto ridotti e quindi poco appetibili dal sistema bancario che lavora più sulle grosse somme.

Per questo, non ci stancheremo mai di ripetere come per affrontare l’emergenza credito sia fondamentale il ruolo dei Confidi Artigiani – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianatoche in Sardegna operano numerosi, a supporto delle imprese che non dispongono di sufficienti garanzie reali richieste dal sistema bancario in modo generalizzato e di importi sempre più elevati, a volte anche superiori al finanziamento concesso. Nonostante la recessione e le restrizioni nell’accesso al credito questi Istituti si sono confermati strumenti di prim’ordine per lo sviluppo dell’artigianato e della piccola impresa sarda”. “Questi Consorzi – conclude il Segretariohanno supportato le imprese e migliorato le loro condizioni di accesso al credito e prestato garanzie per centinaia di migliaia di euro. Per questo, ribadiamo come ci sia la necessità di rilanciare il loro ruolo”.

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