Emilia Romagna: italiani all’estero e Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo

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italaini allesttero disegno di gabrela morzilli immagine7 e1676897152955 615x223Nella più recente puntata di ON-ER, il programma di approfondimento dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, si è parlato alla Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo: storie degli emigrati, vite degli Emiliano-Romagnoli che vivono nel mondo, ma anche importanza di continuare a votare per il proprio Paese d’origine. Sono gli argomenti di questa puntata di ON-ER con ospite in studio Gianfranco Coda (Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo) e Maria Chiara Prodi (Segretaria Generale del CGIE e Direttrice della Maison de l’Italie di Parigi), che ha lasciato Bologna negli anni dell’Università, partendo tramite l’Erasmus e da anni vive a Parigi. Dal canto suo Gianfranco Coda ha spiegato che la Consulta è un organo di rappresentanza delle comunità regionali all’estero: è composta da 36 membri che vengono scelti all’interno delle circa 80 associazioni emiliano-romagnole che fanno parte dell’elenco regionale ma anche all’interno della rappresentanza degli enti locali e delle università così come tra le organizzazioni di volontariato presenti in Emilia-Romagna. “La Consulta cerca di mantenere vivi i rapporti tra la Regione e le comunità all’estero”, ha spiegato Coda ricordando che la Consulta cerca di intercettare le esigenze dei corregionali sparsi nel mondo. L’attività si svolge anche attraverso l’erogazione di contributi per incentivare l’azione di conoscenza del mondo dell’emigrazione. Durante il programma sono stati inoltre illustrati dei dati relativi all’insieme degli italiani all’estero, per la precisione agli iscritti Aire arrivati a superare la soglia dei 6 milioni: solo dall’Emilia-Romagna, nel 2022, le partenze sono state oltre 7mila, determinando che tale Regione abbia raggiunto il 4° posto in questa classifica virtuale dei flussi migratori in uscita: Lombardia, Veneto e Sicilia occupano le prime tre posizioni. Secondo quanto riferito dall’ultimo Rapporto sugli italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, si parte sempre più numerosi dalle Regioni del Nord Italia. Vengono privilegiati gli spostamenti all’interno dell’Europa, probabilmente perché tali Stati sono percepiti come culturalmente più vicini a noi. Tuttavia, dovuto anche all’emigrazione storica, le comunità emiliano-romagnole continuano a essere molto presenti anche in Stati lontani come l’Argentina o gli USA. Nel suo intervento Chiara Prodi ha raccontato la sua storia migratoria, rilevando come questa abbia fatto parte della costruzione di un percorso, tratto abbastanza comune nella cosiddetta nuova mobilità, facilitata oggi dai mezzi di comunicazione di ultima generazione e dalle possibilità offerte dai voli low cost. Nel programma si è parlato dei diritti degli italiani all’estero tra i quali quello di poter votare per il proprio Paese d’origine. Si è segnalato che alle ultime elezioni europee, su 1.600.000 aventi diritto sono andati alle urne poco più del 7%. In proposito bisogna ricordare che molti italiani all’estero votano alle elezioni europee optando però per il voto a favore del Paese di nuova residenza e soprattutto che gli italiani che vivono fuori dall’UE ad oggi ancora non possono esercitare il voto dai luoghi di residenza per il rinnovo del Parlamento europeo. Per quanto riguarda le elezioni politiche del 2022, solo poco più del 26% degli aventi diritto ha votato. Il voto all’estero è stato introdotto nel 2006.  Nel corso della trasmissione Chiara Prodi ha anche parlato di una carenza di informazioni sui diritti di cittadinanza per le persone che partono dall’Italia. “Molti non sanno che si può votare alle regionali e alle comunali tornando”, ha spiegato Prodi ricordando che alle europee si può scegliere invece di votare o per i candidati italiani o per quelli del Paese di nuova residenza. La Segretaria Generale ha poi messo in evidenza un fattore sociale che risulta essere frequente in queste nuove forme di mobilità: sono sempre più individuali e risulta più difficile che in passato riuscire a fare comunità tra italiani all’estero. Nel corso del programma segnalata anche l’esistenza del Museo virtuale dell’emigrazione emiliano-romagnola, il Migrer, che raccoglie storie lontane e più recenti dei nuovi expat. È stato poi ricordato che la Consulta degli Emiliani Romagnoli nel Mondo celebra quest’anno i suoi primi 50 anni. “Chi partiva ieri lo faceva con motivazioni che non sono le stesse di oggi”, ha sottolineato Coda.



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