CASO ALMASRI, UNA VITTIMA DELL’UFFICIALE LIBICO DENUNCIA I VERTICI DEL GOVERNO ITALIANO PER FAVOREGGIAMENTO. L’OPPOSIZIONE PROTESTA E CHIEDE CHE LA PREMIER MELONI RIFERISCA IN AULA. FORZA ITALIA NOSTALGICA: VUOL TORNARE ALL’IMMUNITÀ PER MINISTRI E PARLAMENTARI. La scarcerazione del generale libico Almasri, colpito da un mandato d’arresto della Corte penale internazionale, e il conseguente avviso di garanzia (favoreggiamento e peculato) inviato alla premier Meloni e ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano, in questi giorni ha messo in subbuglio il governo e alzato il livello di scontro con la magistratura. Per Forza Italia è l’occasione per una operazione nostalgica: il ritorno all’immunità dedicata a ministri e parlamentari, uno scudo in parte tolto nel 1993, sulla scia di Tangentopoli. Dopo le dichiarazioni “a titolo personale” del forzista Nevi, ad uscire allo scoperto è Tommaso Calderone, capogruppo azzurro in commissione Giustizia alla Camera: “Credo che in questo momento storico non sia più un tabù discutere di immunità”. Il ministro degli Esteri e segretario di Fi, Antonio Tajani, si mantiene vago: “Non ne abbiamo mai parlato ma potrebbe anche essere un’idea. Io personalmente non sono contrario, sarebbe da discutere e vedere in che termini, bisognerebbe vedere per quali reati e per cosa”. Non mancano le critiche da parte dell’opposizione: “Meloni venga in aula”. Il leader dei 5 Stelle, Conte, scrive: “Questi qui sono in pieno delirio di onnipotenza. Facciano subito retromarcia su questa proposta e su queste intenzioni: alziamo il livello di guardia prima che sia troppo tardi, dobbiamo opporci tutti insieme”. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca della giornata con lo scontro politico e le ultime sul caso Almasri dal punto di vista giudiziario, con una denuncia presentata alla Procura di Roma da una delle vittime dell’ufficiale libico che ha denunciato Meloni, Piantedosi e Nordio per favoreggiamento.
DAZI, BORSE GIÙ IN ASIA, EUROPA E USA. TRUMP TIRA DRITTO: “CHIUNQUE AMI GLI USA È FAVOREVOLE”. MA SOSPENDE LA TARIFFA PER IL MESSICO IN CAMBIO DEI CONTROLLI AL CONFINE. SCHOLZ E MACRON: “ALLE TARIFFE, RISPONDEREMO CON LE TARIFFE”. I dazi di Trump scuotono le borse e innescano la reazione europea. Il cancelliere tedesco ha dichiarato che Bruxelles può “rispondere ai dazi con i dazi, questo è che dobbiamo fare e faremo”. A dare man forte a Scholz è intervenuto il francese Macron: “L’Europa dovrà farsi rispettare e reagire”. Intanto, il presidente Usa ha annunciato la sospensione di mese delle tariffe per le merci messicane, in cambio di “10mila soldati messicani al confine”. In mattinata, le borse hanno reagito male alla crociata sulle tariffe inaugurata dal presidente Usa: dopo Cina, Messico e Canada, Trump ha messo in guardia anche l’Ue sull’arrivo, “presto”, di nuovi dazi. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha subito ceduto l’1,5%. Avvio di contrattazioni in salita anche a Francoforte (-1,98%) Parigi (-2,04%) e Londra (-1,28%). Anche in Asia i listini sono andati giù. In Usa, il Nasdaq ha perso il 2,4%. La fuga dal rischio travolge Bitcoin e criptovalute, che hanno bruciato quasi 600 miliardi di dollari. Ma Trump tira dritto, malgrado le critiche all’imposta firmate dal Wall Street Journal e dagli hedge fund: “Queste persone o entità sono controllate dalla Cina o da altre compagnie straniere e locali”, ha scritto il presidente americano in un post su Truth. “Chiunque ami e abbia fiducia negli Stati Uniti è a favore delle tariffe”, ha aggiunto. In Italia, Confindustria Puglia ha già messo in guardia sui rischi per prodotti farmaceutici e agroalimentare, in particolare pasta e burrate. Neppure il Canada apprezza i dazi: i tifosi locali hanno fischiato l’inno americano durante la partita di basket Nba dei Toronto Raptors, ma anche in occasione del match di hockey della Nhl tra i Minnesota Wild e gli Ottawa Senators. Sul Fatto di domani tutti i dettagli sul ritorno del protezionismo.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA: A MOSCA UCCISO IL FONDATORE DEL BATTAGLIONE ARMENO. IL CREMLINO SULLE TRATTATIVE DI PACE: “PER UN ACCORDO PRIMA SERVONO LE ELEZIONI A KIEV”. Sono quasi tre anni che si snoda la ferocia della guerra in Ucraina, iniziata a fine febbraio 2022 con l’invasione russa, e non si intravedono – nonostante le dichiarazioni del presidente americano Trump – spiragli per una tregua. Il Cremlino ha ribadito che per trovare un accordo, prima saranno necessarie elezioni a Kiev. In altre parole, Putin conferma che non ha intenzione di sedersi ad un tavolo con il presidente Zelensky. Nel frattempo, la guerra prosegue su più fronti. I russi avanzano nel Donbass, dove, secondo le analisi dell’Institute for the study of war, le truppe hanno guadagnato 430 chilometri quadrati a gennaio, e si preparano a conquistare la città di Pokrovsk. A Mosca invece è stato ucciso Armen Sargsyan (o Sarkysian), colpito da una esplosione nel complesso residenziale dove abitava. Sargsyan era stato il fondatore battaglione armeno ArBat – poi assorbito nella rete di mercenari Redut – impegnato al fronte contro gli ucraini. Inoltre, Sargsyan era considerato dai servizi di sicurezza di Kiev una delle figure più in vista che aveva cercato di boicottare con la violenza le proteste di Euromaidan nel 2014. Sul giornale di domani leggerete le novità sul conflitto e altri aspetti della diplomazia sull’asse Washington-Mosca.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Campania, 25 arresti nel clan Mallardo: in manette anche l’ex sindaco, di Giugliano Antonio Poziello. L’indagine dei carabinieri del Ros ha portato all’emissione di 25 ordini di custodia cautelare da parte della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. L’organizzazione criminale fa parte dell’Alleanza di Secondigliano e sarebbe stata capace di condizionare la campagna elettorale per le elezioni comunali di Giugliano nel settembre 2020. Tra gli arrestati c’è anche l’ex sindaco Poziello, a cui viene contestato uno scambio elettorale politico-mafioso.
Costringe la moglie a lavarsi con la candeggina, condannato a 5 anni di carcere. La donna, picchiata e violentata, non poteva uscire di casa né avere contatti con l’esterno. L’uomo faceva giocare i figli, tra i 2 e i 5 anni, con una pistola: “In alcune occasioni li ha fatti anche sparare”. Alla moglie diceva: “Vuoi vedere cosa si prova a morire? Il tuo corpo deve essere purificato”. Nel 2017, lei ha denunciato il marito iniziando un percorso di rinascita. Oggi vive con i figli in una casa famiglia, finalmente libera dopo anni di abusi e violenze. Il marito è stato condannato dal tribunale di Roma a 5 anni e 4 mesi di carcere.
A 15 anni prova a reagire alla rapina e viene accoltellato al torace: è grave. Prima di svenire ha avvertito i genitori. Avrebbe reagito a una rapina il 15enne accoltellato ieri sera a Roma, a Ponte testaccio nel quartiere di Monteverde. Secondo gli inquirenti, il ragazzo era da solo in strada quando è stato avvicinato e colpito più volte al torace, prima della fuga degli autori del delitto. A dare l’allarme è stata la vittima, telefonando ai genitori prima di perdere conoscenza. Al vaglio della polizia, che indaga sulla vicenda, le immagini delle telecamere di zona che potrebbero aver ripreso gli autori del ferimento. Gli agenti stanno raccogliendo anche testimonianze.
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