La premier danese Frederiksen: “Se Trump impone dazi, serve risposta collettiva robusta dall’Europa”
Bruxelles, 3 feb. (askanews) – “Penso che siamo stati molto chiari, noi del Regno di Danimarca, con il grande supporto dei partner europei e dell’Unione europea, sul fatto che tutti devono rispettare la sovranità di tutti gli stati nazionali nel mondo, e che la Groenlandia è oggi parte del Regno di Danimarca. È una parte del nostro territorio e non è in vendita. E il primo ministro, leader della Groenlandia, è stato molto chiaro sul fatto che non è in vendita”. Lo ha affermato la premier danese, Mette Frederiksen, al suo arrivo al Consiglio europeo informale sulla difesa Ue, che si tiene oggi al Palais d’Egmont a Bruxelles, in relazione alle minacce di annessione della Groenlandia del neo presidente americano Donald Trump.
“Sono totalmente d’accordo con gli americani – ha continuato Frederiksen – sul fatto che l’estremo Nord, la regione artica, sta diventando sempre più importante”; ma, ha puntualizzato, “quando parliamo di difesa, sicurezza e deterrenza, è possibile trovare un modo per garantire” un loro rafforzamento in Groenlandia. “La Groenlandia lo sta già facendo” e allo stesso tempo, “siamo disposti noi, il Regno di Danimarca” a incrementare la sicurezza della regione; “e penso che per la Nato sia la stessa cosa. Quindi se si tratta di proteggere la nostra parte del mondo, possiamo trovare una soluzione”, ha sottolineato la premier danese.
A una domanda sui dazi sulle importazioni dai paesi europei annunciati da Trump, Frederiksen ha risposto che “ci sono molte ragioni per cui siamo un’unica Unione Europea. E una delle ragioni è che siamo disposti ad aiutarci a vicenda e a restare uniti. Non sosterrò mai l’idea di combattere gli alleati; ma ovviamente, se gli Stati Uniti impongono duri dazi all’Europa – ha affermato -, abbiamo bisogno di una risposta collettiva e robusta”.
Più in generale, riguardo all’insediamento di Trump, e al panico che sembra suscitare in Europa, anche per la pressione americana per un forte aumento della spesa per la difesa la premier danese ha osservato: “Non credo che dovremmo entrare nel panico, ma penso che ci sia un’urgenza, e penso che ci sia da tre anni. Ma ora dobbiamo davvero aumentare e accelerare” lo sforzo per la difesa, “perché la Russia e Putin non minacciano solo l’Ucraina, ma tutti noi. E dobbiamo essere in grado di difenderci. Quindi dobbiamo davvero far funzionare le linee di produzione più velocemente. Dobbiamo assicurarci che l’Ucraina vinca questa guerra e dobbiamo cooperare e lavorare molto più da vicino, soprattutto sulla difesa e la deterrenza”.
“Penso – ha rilevato Frederiksen – che la difficoltà più grande sia il fatto che stiamo lavorando troppo lentamente in Europa, sfortunatamente. Le linee di produzione non vengono aumentate e pensiamo ancora di essere in tempo di pace. Non sto dicendo che siamo in guerra, ma dobbiamo cambiare mentalità. Abbiamo bisogno di un senso di urgenza, e dobbiamo assicurarci che le nostre industrie e la nostra cooperazione politica funzionino in modo più agevole. E dobbiamo farlo molto più rapidamente. Dobbiamo spendere di più per la deterrenza e la difesa? Assolutamente. Non è più sufficiente il 2%” del Pil di ciascun paese alleato.
Ma questo, ha precisato la premier, “deve essere fatto, ovviamente, in modo socialmente equilibrato. Dipende da ogni Stato membro europeo perché siamo molto diversi. Penso che dobbiamo trovare un modo per garantire che saremo in grado di difenderci più rapidamente di quanto non accada nella situazione odierna. Quindi è ovviamente un obiettivo nazionale, ma è anche una responsabilità collettiva”.
Quanto all’Ucraina, “l’idea che ho è la stessa di tre anni fa: che deve vincere questa guerra. E se permettiamo invece alla Russia di vincere la guerra, mi dispiace dirlo in modo così diretto, lui (Putin, ndr) continuerà, loro (i russi, ndr) continueranno; e forse permetteremo loro anche di avere una situazione migliore di quella odierna. Perché se mettiamo fine a questa guerra ora con una specie di congelamento del conflitto, un cessate il fuoco – ha avvertito Frederiksen -, daremo ai Russi la possibilità di tornare in Russia, di mobilitare più fondi, più persone, e forse di attaccare un altro paese in Europa”.
“Ma devo essere molto chiara sul fatto che difendere l’Europa e difendere la Nato non significa farlo in una sola zona del mondo. Dobbiamo essere presenti sul fianco orientale, dobbiamo proteggere l’Ucraina perché loro stanno combattendo per il resto” delle democrazie europee. “Dobbiamo combattere contro il terrore. Dobbiamo prenderci cura del Mar Baltico e dobbiamo occuparci della regione artica”. Insomma, ha concluso la premier danese, “nella Nato, insieme agli Stati Uniti, dobbiamo essere in grado di fare tutte queste cose contemporaneamente”.
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