Il commando ha caricato in auto marito e moglie mentre infornavano il pane di notte: poi il colpo in casa e la fuga su un veicolo rubato. La donna è riuscita a liberarsi e a dare l’allarme ma la banda si era già dileguata
Nel cuore della notte, a Bettola, in provincia di Piacenza, marito e moglie al lavoro nel panificio di famiglia sono stati sorpresi da una banda di rapinatori: il commando li ha sequestrati per quasi tre ore, lasciandoli legati in un boschetto, e poi ha fatto irruzione nella loro abitazione per derubarli.
Il blitz
Intorno all’una, mentre marito e moglie stavano infornando il pane nella storica bottega aperta dal 1971, sono stati raggiunti da un gruppo di uomini che indossavano un passamontagna. Sono stati presi a schiaffi e poi legati con delle fascette di plastica dai malviventi incappucciati che, secondo le informazioni raccolte, sembra fossero almeno in quattro e dal marcato accento dell’est Europa. I coniugi sono stati costretti a consegnare le chiavi della loro Porsche, parcheggiata lungo il viale, sulla quale sono stati caricati a forza. Percorsi una ventina di chilometri, sono stati condotti dai banditi in una zona isolata, più a valle rispetto al paese della Val Nure dove hanno il forno: in un boschetto nelle campagne vicine all’aeroporto militare di San Damiano, tra Ponte dell’Olio e San Giorgio Piacentino, dove non si esclude che ci fosse almeno un altro complice ad attenderli.
La donna è riuscita a dare l’allarme
I malviventi si sono appropriati delle chiavi della loro abitazione – che si trova sempre vicino a San Giorgio – e lì li hanno abbandonati, legati all’interno dell’abitacolo della loro vettura. Nel frattempo, gli uomini del commando sono saliti su un’altra auto, di colore giallo, che avevano precedentemente rubato qualche ora prima nei pressi di Fiorenzuola d’Arda, per dirigersi a casa della coppia di esercenti e mettere a segno il colpo. Nel frattempo, la donna, con le fascette che le bloccavano i polsi, è riuscita ad uscire dall’auto. Ha corso verso la strada principale, fino a raggiungere un gruppo di case dove ha suonato alcuni citofoni per chiedere aiuto. Alle 4 è stato così lanciato l’allarme e sul posto si sono precipitati i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Piacenza. Assieme a loro, un’ambulanza inviata dal 118 in soccorso della coppia sotto choc per la violenza subita. I sanitari hanno trovato l’uomo ancora legato e ancorato alle cinture dei sedili posteriori: ha accusato un lieve malore a causa del freddo.
La fuga del commando
Quando i militari dell’Arma hanno raggiunto la casa dei panettieri, i rapinatori si erano già dileguati con il bottino: alcuni oggetti preziosi per un valore di alcune migliaia di euro. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Piacenza hanno effettuato i rilievi scientifici, raccolto le prime informazioni utili alle indagini e visionato le immagini delle telecamere presenti a Bettola. Nella periferia est di Piacenza, alle prime luci dell’alba, i carabinieri hanno rinvenuto abbandonata la vettura utilizzata per mettere a segno il colpo. Per far perdere le loro tracce, è probabile che i rapinatori abbiano utilizzato un’auto «pulita». «Siamo sconvolti per quanto successo» ha dichiarato Paolo Negri, sindaco di Bettola, che aggiunge: «Esprimo massima solidarietà alla famiglia a nome dell’amministrazione comunale e della nostra comunità».
Due anni fa un commando entrò in casa
Il fratello di una delle vittime e cotitolare del panificio, Marco Tassi, racconta: «Avevano già subito diversi furti in passato. Erano consapevoli della necessità di dotarsi di un sistema di allarme e così lo avevano fatto installare da tempo». E già una volta una banda aveva tentato l’assalto alla casa: «Due anni fa, un commando composto da cinque ladri barricò la strada di accesso alla casa abbattendo degli alberi e poi sfondò la porta: scattò l’allarme, ma riuscirono comunque a rubare orologi e qualche gioiello». Un furto pesante ma non paragonabile all’azione violenta della scorsa notte: «Stavolta – racconta l’uomo – si sono trovati faccia a faccia con persone che conoscono bene le strade secondarie e la morfologia della zona, che hanno dato prova di riuscire ad eludere le telecamere di sorveglianza installate lungo le arterie principali di questo porzione di provincia».
«Una strategia militare»
Non solo: i malviventi hanno costretto i due panettieri a spianargli la strada per svaligiare la casa. «Dopo averli condotti in quel boschetto completamente isolato – continua Tassi – i banditi si sono impossessati delle chiavi di casa e hanno costretto con la forza mia sorella e suo marito a rivelare come disattivare l’antifurto. Hanno agito con una strategia quasi militare, arrivando persino al sequestro di persona, convinti di trovare chissà quale tesoro di cui impossessarsi. Ma qui parliamo di persone che lavorano duramente, e il loro piano, per quanto studiato nei minimi dettagli, si è concluso con un bottino di scarso valore. Ora, mia sorella e mio cognato sono traumatizzati, ma fortunatamente non sono rimasti feriti. Domani? Guardiamo al futuro con apprensione. È difficile non sentirsi demoralizzati».
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