Il visto per nomadi digitali (Digital Nomad Visa) e lavoratori da remoto si rivolge a cittadini stranieri che intendono svolgere in Italia un’attività lavorativa altamente qualificata (art. 27-quater co. 1 del D.Lgs. n. 286/98). Con il termine nomadi digitali si fa riferimento ai cittadini stranieri che svolgono attività di lavoro autonomo con utilizzo di strumenti tecnologici che consentono il lavoro da remoto, mentre con il termine lavoratori da remoto si intendono i lavoratori che svolgono attività subordinata o di collaborazione con aziende (italiane o estere), seguendo quanto previsto dall’art. 2, co. 1 del D.Lgs. n. 81/15.
n questo articolo, approfondiremo dettagliatamente il Digital Nomad Visa in Italia, analizzando i requisiti necessari, la procedura di richiesta, gli aspetti fiscali e previdenziali, nonché i vantaggi e le sfide legate a questa opportunità. L’obiettivo è fornire una panoramica completa e autorevole, utile sia per imprenditori e professionisti interessati a trasferirsi in Italia.
Come richiedere il visto
L’ottenimento del visto è legato alla presentazione di una domanda, da presentare al consolato italiano competente per area geografica (legata alla residenza), almeno 15 giorni prima della data di viaggio. È consigliabile fissare un appuntamento e verificare in anticipo i tempi di elaborazione, che possono variare.
La domanda non è possibile presentarla in Italia, a meno che non si sia già in possesso di un permesso di soggiorno italiano qualificato.
L’esame delle domande può richiedere fino a:
- 90 giorni per i lavoratori da remoto
- 120 per i nomadi digitali.
Durante l’appuntamento, il richiedente potrebbe essere sottoposto a un colloquio per valutare la conformità ai requisiti del visto. Una domanda incompleta potrebbe essere rifiutata o comportare tempi di trattazione più lunghi.
Come anticipato in premessa, la normativa fa riferimento ai “nomadi digitali“, per identificare i professionisti, mentre al termine “lavoratori da remoto“, per identificare i lavoratori dipendenti. Tuttavia, i requisiti per richiedere e ottenere il visto sono pressoché identici per le due categorie, con alcune eccezioni, descritte di seguito ove applicabili.
Documentazione occorrente
Per la presentazione della domanda è necessario fornire i seguenti documenti:
- Modulo di domanda debitamente compilato e firmato;
- Un passaporto valido (e una copia) che soddisfi i seguenti criteri:
- la validità deve essere di almeno tre mesi in più rispetto al visto richiesto;
- deve contenere almeno due pagine vuote;
- deve essere stato rilasciato negli ultimi 10 anni;
- Una foto a colori formato passaporto, sfondo bianco, datata meno di 6 mesi (vedi specifiche);
- Copia dei documenti di riconoscimento del Paese di residenza in corso di validità;
- Copia di eventuali precedenti visti Schengen o di tipo “D”;
Lavoratori altamente qualificati
All’atto della presentazione della domanda di visto sia i “nomadi digitali” che i “lavoratori da remoto” dovranno dimostrare:
- a) di essere lavoratori altamente qualificati ai sensi dell’art. 27-quater comma 1 del D.Lgs. n. 286/98. A tal fine il richiedente potrà presentare documenti attestanti:
- i. Il possesso di un titolo di istruzione superiore di livello terziario (rilasciato da una Università competente nel paese dove è stato conseguito) che attesti il completamento di un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale o di una qualificazione professionale di livello post secondario di durata almeno triennale o corrispondente almeno al livello 6 del Quadro nazionale delle qualificazioni di cui al decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali dell’8 gennaio 2018, recante «Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13», pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 20 del 25 gennaio 2018. Qualora ottenuto in un paese extra UE, il titolo di studio dovrà essere munito di Dichiarazione di Valore o in alternativa di Dichiarazione di Comparabilità rilasciata da CIMEA.
- ii. Il possesso dei requisiti previsti dal decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 206, limitatamente all’esercizio di professioni regolamentate;
Il possesso di tali requisiti deve essere attestato antecedentemente la domanda di visto da una delle Autorità Italiane indicate all’articolo 5 del Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 206, (vedasi Elenco Professioni regolamentate e autorità competenti – impresainungiorno.gov.it ). Ai fini del visto Il richiedente dovrà pertanto produrre copia della suddetta attestazione. - iii. Il possesso di una qualifica professionale superiore attestata da almeno cinque anni di esperienza professionale di livello paragonabile ai titoli d’istruzione superiori di livello terziario, pertinenti alla professione o al settore specificato nel contratto di lavoro o all’offerta vincolante;
Per provare il possesso di tale requisito il richiedente deve presentare i seguenti documenti rilasciati da Autorità Pubblica nel Paese dove tale esperienza è stata conseguita (es. Camera di Commercio, Comune, Enti pubblici competenti, Enti previdenziali, ecc.): dati identificativi dell’impresa e lo specifico settore di attività in cui l’impresa opera od ha operato; la posizione rivestita dall’interessato all’interno dell’impresa (titolare, socio, dipendente); copia contratto di lavoro e/o copie di buste paga relative al periodo lavorativo svolto (almeno due per ogni anno dichiarato); attestazione del datore di lavoro con descrizione delle esperienze conseguite all’interno dell’impresa ed indicazione delle date di inizio e fine rapporto. - iiii. Il possesso di una qualifica professionale superiore attestata da almeno tre anni di esperienza professionale pertinente acquisita nei sette anni precedenti la presentazione della domanda, qualora il richiedente sia un dirigente o uno specialista nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione di cui alla classificazione ISCO-08, n. 133 e n. 25 .La documentazione di cui ai punti i) ii) e iiii), rilasciata da autorità/soggetti NON appartenenti a Paesi UE deve essere presentata in copia autentica (o copia conforme all’originale), dopo essere stata legalizzata dall’Ambasciata/Consolato italiano del Paese nel quale il documento è stato originato o Apostillata dalle competenti Autorità e corredata dalla traduzione in lingua italiana. La traduzione dovrà essere certificata conforme al testo originale.
In particolare, con riferimento al titolo di istruzione superiore e relativa qualifica professionale di livello terziario, di cui al punto 1, in luogo della Dichiarazione di Valore è possibile presentare l’attestazione di comparabilità rilasciata dal Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche (CIMEA).
Reddito minimo
b) Di disporre di un reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore al triplo del livello minimo previsto per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria; A tal fine gli interessati dovranno produrre:
- Le buste paga degli ultimi 3 mesi;
- Gli estratti conto degli ultimi 3 mesi relativi ad un conto corrente a lui intestato in Francia dal quale sia chiaramente visibile il salario;
- Gli estratti conto degli ultimi 3 mesi di una carta di credito internazionale personale o dei genitori.
Ad esempio, il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires indica un reddito annuo pari ad almeno il triplo del livello minimo per l’esenzione dalla spesa sanitaria, corrispondente a circa 28.000 € annui.
Assicurazione sanitaria
c) Di disporre di una assicurazione sanitaria per cure mediche e ricovero ospedaliero valida per il territorio nazionale e per il periodo del soggiorno;
Alloggio
d) Di disporre di una idonea sistemazione alloggiativa in Italia. A tal fine gli interessati potranno presentare: contratto di locazione di un appartamento, debitamente registrato. Si ricorda che per i nomadi digitali ed i lavoratori da remoti la sistemazione alloggiativa può essere dimostrata solo da un contratto di locazione debitamente registrato o tramite l’esibizione di un contratto di acquisto.
Esperienza lavorativa pregressa
e) Di avere un’esperienza pregressa di almeno sei mesi nell’ambito dell’attività lavorativa da svolgere come nomade digitale o lavoratore da remoto.
I “lavoratori da remoto” dovranno inoltre presentare:
- il contratto di lavoro o collaborazione o la relativa offerta vincolante per lo svolgimento di una attività lavorativa che richiede il possesso di uno dei requisiti di cui all’articolo 27 – quater, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. L’importo della retribuzione annuale, come ricavato dal contratto di lavoro ovvero dall’offerta vincolante, non deve essere inferiore alla retribuzione prevista nei contratti collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, e comunque non inferiore alla retribuzione media annuale lorda come rilevata dall’ISTAT;
- una dichiarazione sottoscritta dal datore di lavoro, corredata da copia di documento di riconoscimento in corso di validità, che attesti l’assenza di condanne a suo carico, negli ultimi 5 anni, per reati di cui all’articolo 22, comma 5- bis, del Testo Unico.
- Copia di una prenotazione confermata di viaggio (volo/treno/bus);
- 116 € per il pagamento dei diritti consolari. Sarà possibile effettuare il pagamento solamente in contanti e con l’importo esatto (potrebbe non essere disponibile il resto).
Il permesso di soggiorno
Il permesso di soggiorno deve essere richiesto direttamente alla Questura della provincia in cui lo straniero si trova entro otto giorni lavorativi dall’ingresso nel territorio dello Stato, anche nel caso in cui il visto abbia una durata inferiore ai 90 giorni. Ai fini della domanda di permesso di soggiorno lo straniero deve esibire la documentazione in originale presentata al momento della richiesta del visto vidimata dalla rappresentanza diplomatica consolare.
Se necessario il Consolato Generale può richiedere documenti aggiuntivi e/o un colloquio personale. La presentazione di tutti i documenti richiesti non garantisce l’ottenimento di un visto.
Le informazioni sopra menzionate possono essere soggette a modifiche senza preavviso. Non si accetta alcuna responsabilità per le conseguenze di tali cambiamenti.
Dopo aver completato la registrazione dell’immigrazione e ottenuto il permesso di soggiorno , è possibile iscriversi all’anagrafe del Comune ove si intende risiedere per diventare soggetto fiscalmente residente in Italia.
Durata e rinnovo del permesso di soggiorno
Il permesso di soggiorno per nomadi digitali ha una durata massima di un anno (365 giorni) ed è rinnovabile per un ulteriore anno, a condizione che permangano i requisiti iniziali. È importante notare che il permesso può essere revocato se i requisiti richiesti per l’ingresso e il soggiorno vengono meno o in caso di violazioni delle disposizioni fiscali e contributive vigenti.
Aspetti fiscali e previdenziali
Una volta ottenuto il visto per nomadi digitali o lavoratori da remoto, è fondamentale comprendere gli obblighi fiscali e previdenziali associati.
- Residenza fiscale: Secondo la normativa italiana, un individuo è considerato residente fiscale se permane nel territorio italiano per più di 183 giorni in un anno fiscale. In tal caso, il nomade digitale è tenuto a dichiarare in Italia i redditi ovunque prodotti, salvo diverse disposizioni previste dalle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni. Questo aspetto è fondamentare e deve essere tenuto in considerazione sin dall’anno di arrivo in Italia;
- Partita IVA: I nomadi digitali che svolgono attività di lavoro autonomo devono aprire una partita IVA in Italia per poter emettere fatture e adempiere agli obblighi fiscali. L’apertura della partita IVA non avviene automaticamente con il rilascio del permesso di soggiorno, ma deve essere richiesta presso l’Agenzia delle Entrate o tramite intermediari abilitati, come i Dottori commercialisti;
- Contributi previdenziali: Gli obblighi contributivi sono regolati dalle convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale stipulate tra l’Italia e il paese di origine del lavoratore. In assenza di tali convenzioni, si applica la normativa italiana. Pertanto, è essenziale verificare la presenza di accordi specifici tra l’Italia e il proprio paese per determinare gli obblighi contributivi.
Regimi fiscali agevolati
In Italia, i nomadi digitali che ottengono il visto possono beneficiare di specifici regimi fiscali agevolati, progettati per incentivare il trasferimento di professionisti altamente qualificati nel Paese.
Tra questi, il Regime dei lavoratori impatriati è particolarmente rilevante. Questo regime prevede una significativa riduzione dell’imponibile IRPEF (50%), consentendo di tassare solo una percentuale del reddito complessivo prodotto in Italia. Per accedere a tale agevolazione, è necessario trasferire la residenza fiscale in Italia e non essere stati residenti nel territorio italiano nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento (se si rientra con proseguimento del contratto di lavoro con azienda estera gli anni di residenza estera necessari potrebbero essere 6 o 7, a seconda dei casi). Inoltre, è richiesto l’impegno a risiedere in Italia per almeno quattro anni consecutivi.
Un altro regime di interesse è quello dedicato al Rientro dei cervelli, che offre ulteriori vantaggi fiscali per docenti e ricercatori che decidono di rientrare in Italia. L’agevolazione consente, previo la verifica di attività di ricerca o docenza all’estero per almeno 24 mesi di ottenere una detassazione del 90% del reddito, per un numero di anni variabile.
Infine, il regime per Neo residenti (o “res non-dom”) prevede una tassazione forfettaria per coloro che trasferiscono la propria residenza in Italia, applicabile ai redditi prodotti all’estero. È fondamentale valutare attentamente i requisiti specifici e le condizioni di ciascun regime per determinare quale sia il più adatto alla propria situazione professionale e personale.
Consulenza fiscale online
Il trasferimento in Italia come nomade digitale rappresenta un’opportunità straordinaria, ma navigare tra le normative fiscali e previdenziali può essere complesso. Ogni situazione è unica, e scegliere il regime fiscale più vantaggioso – tra lavoratori impatriati, rientro dei cervelli o neo residenti – richiede un’analisi dettagliata della propria posizione fiscale e degli obblighi contributivi. Un errore nella pianificazione fiscale può comportare costi imprevisti o la perdita di importanti agevolazioni.
Affidarsi a una consulenza specializzata con un esperto in fiscalità internazionale permette di ottimizzare la propria posizione, ridurre la tassazione e assicurarsi di rispettare tutte le normative vigenti. Che tu sia un libero professionista, un imprenditore o un lavoratore dipendente da remoto, un’adeguata strategia fiscale ti permetterà di goderti il tuo soggiorno in Italia senza preoccupazioni. Prenota oggi stesso una consulenza personalizzata per valutare la soluzione più vantaggiosa per il tuo trasferimento!
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