Auto, MIT: 133.692 immatricolazioni a gennaio (-5,86) – Economia e Finanza

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(Teleborsa) – Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti comunica che a gennaio 2025 sono state immatricolate 133.692 autovetture a fronte delle 142.010 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad una diminuzione del 5,86%. I trasferimenti di proprietà sono stati 474.480 a fronte di 459.360 passaggi registrati a gennaio 2024, con un aumento del 3,29%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 608.172, ha interessato per il 21,98% vetture nuove e per l’78,02% vetture usate.

“Il mercato auto italiano apre il 2025 con il segno meno (-5,9%), registrando il sesto calo mensile consecutivo – afferma Roberto Vavassori, presidente dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica – complice anche un giorno lavorativo in meno rispetto a gennaio 2024 (21 giorni contro 22). È evidente che le politiche europee continuino ad impattare la nostra realtà nazionale, con un mercato interno debole – ricordiamo che l’anno appena trascorso ha chiuso a -0,5% sul 2023 e a -18,7% sul 2019 – e una filiera produttiva in difficoltà. Elementi, questi, che rimarcano la necessità di adottare un piano europeo di guida razionale verso gli obiettivi del 2035, come discusso anche in occasione del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea avviato lo scorso 30 gennaio dalla presidente della Commissione UE. Bisogna intervenire in fretta, agendo su più fattori: prevedere flessibilità nella regolamentazione sui target emissivi, stimolare il local content europeo e incentivare l’innovazione tecnologica della filiera per proteggerne e accrescerne la competitività nello scenario globale”.

Le autovetture a benzina – rileva l’Anfia – vedono il mercato di gennaio in calo del 17%, con quota di mercato al 26,9%; allo stesso modo, le diesel calano del 41,6%, con quota al 9,6% (prima volta sotto il 10%). Le autovetture mild e full hybrid crescono del 10,6% nel mese, con una quota del 44,6%. Le immatricolazioni di autovetture ricaricabili (BEV e PHEV) aumentano del 65,6% a gennaio e rappresentano l’8,6% del mercato del mese (a gennaio 2024 era il 4,9%). Nel dettaglio, le auto elettriche (BEV) hanno una quota del 5% nel mese e le vendite aumentano del 126,2%, mentre le ibride plug-in (PHEV) incrementano del 21%, con una quota del 3,6%. Infine, le autovetture a gas rappresentano il 10,2% dell’immatricolato di gennaio, interamente composto da autovetture Gpl (che sono in calo: -12,2% nel mese). La quota mensile delle autovetture a metano è trascurabile, essendo stata immatricolata solo una vettura.

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Nel mese di gennaio, Fiat Panda, Jeep Avenger, Fiat 600, Alfa Romeo Junior e Peugeot 208 ibride occupano, rispettivamente, la prima, quinta, sesta, settima e ottava posizione tra le autovetture mild/full hybrid. Tra le elettriche, Citroen C3 è la seconda
auto più venduta e supera Jeep Avenger, che scende in quarta posizione, seguita da Fiat 500 al quinto posto.

In riferimento al mercato per segmenti, nel mese di gennaio 2025 le autovetture utilitarie e superutilitarie –prosegue l’Anfia – rappresentano il 35,8% del mercato, con volumi in calo del 2,4% rispetto a quelli di gennaio scorso. Il modello più venduto della categoria rimane Fiat Panda. Del gruppo Stellantis si trovano nella top ten di gennaio anche Citroen C3 al terzo posto, Peugeot 208 al quarto e Opel Corsa al sesto. Le auto dei segmenti medi hanno una quota dell’8,6% a gennaio, con un mercato in calo del 12,5% rispetto allo stesso mese del 2024. In classifica al sesto posto, Fiat Tipo rappresenta il Gruppo Stellantis, insieme a Citroen C4 e Peugeot 308, rispettivamente
ottava e nona. I SUV hanno una quota di mercato pari al 52,6%, con volumi in calo dell’8,2% rispetto a gennaio 2024. Nel dettaglio, i SUV piccoli rappresentano l’11,7% del mercato del mese (+3,7% rispetto a gennaio 2024), i SUV compatti il 25,4% (-21%), i SUV medi il 9,7% (+5,2%), mentre le vendite di SUV grandi sono il 5,8% del totale (+26,1%). Il 20,3% dei SUV venduti nel mese di gennaio è di un brand del Gruppo Stellantis. Jeep Avenger a gennaio conferma la prima posizione nella top ten dei SUV piccoli. Stellantis è presente nella top ten con Fiat 600 al quarto posto, Alfa Romeo Junior al quinto e Opel Mokka all’ottavo. Tra i SUV compatti, Peugeot 2008 è la quinta auto più venduta del segmento. Alfa Romeo Tonale, tra i SUV medi, chiude gennaio all’ottavo posto. Presente in classifica anche Peugeot 3008 al quinto posto. Infine, è sempre marginale è la quota di Monovolumi e Multispazio (1,8% di quota nel mese, in crescita del 47,2%).

Il Gruppo Stellantis, nel complesso, totalizza nel mese 41.551 immatricolazioni (-15,9%), con una quota di mercato del 31,1%. Sono cinque i modelli del Gruppo Stellantis nella top ten di gennaio, con Fiat Panda stabile in testa alla classifica (13.350 unità), seguita, al terzo posto, da Jeep Avenger (4.681), che recupera una posizione rispetto al mese precedente, e, al quinto, da Citroen C3 (4.142). Al sesto posto si colloca Peugeot 208 (3.726), seguita, al decimo, da Opel Corsa (2.340). Il mercato di DR Automobiles, coi suoi marchi DR, EVO, Sportequipe e ICH-X registra nel mese un calo del 27,4% rispetto a gennaio 2024. Il Costruttore molisano – conclude l’Anfia – costituisce l’1,6% del mercato nel primo mese del 2025. Per finire, il mercato dell’usato totalizza 474.480 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari a gennaio 2025, il 3,3% in più rispetto a gennaio 2024.

L’UNRAE si aspetta come obiettivo minimo, a livello europeo, un quadro normativo chiaro e stabile che indirizzi in modo pragmatico le scelte di produttori e consumatori, e che crei le condizioni abilitanti per un effettivo decollo della transizione ecologica. “È un dato positivo – sottolinea il presidente dell’UNRAE, Michele Crisci – che si stia valutando l’introduzione di incentivi paneuropei, anziché affidarsi solo a misure nazionali che creano una frammentazione del mercato. Inoltre, accogliamo con favore la disponibilità della Commissione a introdurre della flessibilità nell’applicare le sanzioni per lo sforamento dei target sulle emissioni di CO2. Chiediamo che questi interventi vengano definiti con tempestività e chiarezza, per evitare il rischio di effetti irreversibili”. In ambito nazionale, l’UNRAE ribadisce l’urgenza di misure concrete per sostenere la transizione e il rinnovo del parco circolante. “L’attuale regime fiscale sulle auto aziendali è inadeguato e penalizzante rispetto agli altri paesi europei – afferma Crisci –. Diviene sempre più urgente rivedere la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2, oltre a ridurre il periodo di ammortamento a 3 anni. Solo così sarà possibile accelerare il passaggio verso veicoli a basse e/o zero emissioni, incentivando pertanto le imprese a investire in una mobilità più sostenibile. Anche la recente modifica della normativa sul fringe benefit, che rischia addirittura di premiare anche le motorizzazioni più emissive, necessita di aggiustamenti: va reimpostata in base alle emissioni di CO2 come la precedente, con una progressività più graduale nelle aliquote per non tradursi unicamente in un aumento del gettito fiscale”.

L’UNRAE fa sapere che “continuerà nel fattivo processo di collaborazione con tutte le Istituzioni per garantire l’adozione di misure correttamente congegnate e ben indirizzate, che tengano conto dei reali meccanismi di mercato e siano in grado di supportare le scelte di operatori e clientela in questa delicata fase di cambiamento”.

“Aldilà del giorno lavorativo in meno rispetto a gennaio dello scorso anno, il mercato dell’auto parte male e, senza il contributo delle auto immatricolazioni dei dealer, sarebbe andata ancora peggio. Il risultato di gennaio è una chiara espressione della confusione nei consumatori condizionati, come sono, dalle notizie sul dibattito in corso a livello europeo sulle prospettive del Green Deal Automotive e delle sue modalità e tempistiche di sviluppo” commenta il presidente di Federauto Massimo Artusi. Intervenuto oggi al convegno “Autotrasporto e Sostenibilità: la parola al mercato”, Artusi chiede alle Istituzioni europee un cambiamento di linea basato su tre punti:
eliminazione delle multe alle case costruttrici; anticipo al 2025 della verifica prevista dal Regolamento C02; approccio basato sulla neutralità tecnologica per la decarbonizzazione dei trasporti.



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